Home sweet home. Stephen Curry respira aria di casa e torna ad essere il solito, decisivo, Stephen Curry, lontanissimo parente del giocatore abulico e quasi mai protagonista in quel di Houston nei primi due appuntamenti della serie. La reazione del campione arriva tra secondo e terzo quarto di gara 3 delle Western Conference Finals, quando si prende i suoi Golden State Warriors per mano e, agevolato anche da un atteggiamento degli ospiti piuttosto remissivo difensivamente, li asfalta a suon di triple e giocate. Curry torna aggressivo, attacca il ferro ripetutamente oltre alle solite conclusioni da distanza siderale: 35 a fine partita e Rockets nuovamente sotto nella serie.
"Credo sia molto sottovalutato, e che fin troppe persone lo stiano sottovalutando, siamo sempre parlando di un giocatore di altissimo livello. Non sono mai stato preoccupato riguardo il suo stato di salute o delle sue prestazioni. Non mi ha sorpreso affatto stasera, parliamo sempre di un MVP, che sa come affrontare partite come questa e sa come riscattarsi dalle prestazioni negative" ha detto di lui coach Kerr a fine partita. L'analisi della sfida del tecnico di casa, inoltre, ha riguardato soprattutto un paio di temi in particolare: "La partita di stasera non ha interessato soltanto il terzo quarto, anzi. E' stata tutta decisa dalla difesa e dall'importanza di non perdere palloni in attacco. Quando difendiamo così e proteggiamo così la palla, diventa difficile per tutti. La differenza sta tutta qui".
Altra chiave tattica, nel primo quarto ma sfruttata anche successivamente, è stata quella di Looney, il quale si sta giocando benissimo le sue carte: "In una serie come questa avevamo bisogno di un lungo che potesse cambiare su tutti i blocchi e potesse marcare anche gli esterni o andare in aiuto. Looney sta migliorando tantissimo, lo ha fatto per tutta la stagione e sta dimostrando di poter stare in campo. Lui come Nick Young stanno dando tanto alla squadra, difendendo senza fare falli e riuscendo a limitare le loro armi sul perimetro". Discorso simile, seppur con un'incidenza maggiore sulle sorti della squadra, coach Kerr lo dedica ad Andre Iguodala: "Lui è una sorta di ago della bilancia per noi, il suo valore in campo lo riconosci quando difende su tutti e soprattutto quando fa le scelte giuste in attacco e molto spesso le fa. Ha avuto uno scontro con il ginocchio con un avversario, ma sta bene. Ha giocato davvero bene stasera".
Dalla panchina al campo, con il protagonista di serata che, nel ventre della Oracle Arena ha così commentato quanto accaduto, partendo in primis dalla difesa: "Credo che la squadra nel complesso abbia giocato molto più duramente ed intensa rispetto a gara 2. In gara 1 siamo stati solidi allo stesso modo, mentre in gara 2 abbiamo iniziato lentamente sia mentalmente che fisicamente e ci hanno travolti subito. Abbiamo giocato bene stanotte, soprattutto in uno contro uno, in rotazione e abbiamo colto l'attimo al meglio. Abbiamo coinvolto il pubblico e siamo andati via nel punteggio".
Riguardo la sua partita, fatta ovviamente di triple ma soprattutto di tante penetrazioni al ferro: "E' frustrante quando scendi in campo con l'atteggiamento giusto ma, come nel primo quarto, sbagli quattro o credo cinque tiri aperti da tre. Ho provato tuttavia a restare fiducioso verso la mia serata, provando a fare sempre le giocate giuste per la squadra. Nel terzo quarto i primi minuti mi hanno messo sicuramente in ritmo, a me come a tutta la squadra, che in attacco ha dimostrato di essere molto fluida e concentrata nel non perdere banali palloni. Per quanto riguarda me, mi sento bene, sto bene e sto provando ad essere sempre concentrato e ad aspettare il mio momento per entrare in ritmo. Ora ci concentriamo per la prossima partita".