Trascinati da un clamoroso Chris Paul (41 punti, 13/22 dal campo e soprattutto 8/10 dall'arco, oltre a 10 assist), gli Houston Rockets di Mike D'Antoni piegano la resistenza degli Utah Jazz di Quin Snyder, vincendo gara-5 con il punteggio di 112-102. Non basta agli ospiti un gran terzo quarto, in cui Donovan Mitchell segna ventidue dei suoi ventisei punti complessivi (9/17 e 9 assist), nè sono sufficienti 22 punti in uscita dalla panchina di Alec Burks. La serie è dei Rockets, che chiudono i conti per 4-1, affidandosi non solo a James Harden, ma anche ai fondamentali Clint Capela e P.J. Tucker, e volano in finale di Conference a Ovest contro i Golden State Warriors.
In gara-5 al Toyota Center di Houston coach Quin Snyder è ancora privo di Ricky Rubio. Assenza a cui si aggiunge quella di Dante Exum, australiano con impatto nella serie. L'avvio di partita ricalca la falsariga delle ultime gare: i Jazz cercano di attaccare presto nell'azione, con Jae Crowder in quintetto e a segno dall'arco e Joe Ingles secondo trattatore di palla. E' una gara di parziali, con i Rockets che fanno su e giù: i texani partono forte con James Harden e con il solito Clint Capela, subiscono il ritorno avversario ma chiudono il primo quarto 21-16, con Gerald Green, Eric Gordon, Luc Mbah a Moute sugli scudi. Chris Paul domina sotto tutti i punti di vista, fa segnare anche il brasiliano Nenè, ma il sistema dei Jazz regge, con un tarantolato Alec Burks in uscita dalla panchina, a segno sia dall'arco dei tre punti che in penetrazione. Chi fatica per Snyder è Rudy Gobert, il francese anestetizzato in attacco da Clint Capela, che stoppa chiunque si avvicini al ferro. Ma Utah ha mille risorse: Jonas Jerebko trova una tripla, Royce O'Neale va oltre i suoi limiti tecnici, Joe Ingles si sdoppia nel ruolo di passatore e di realizzatore, mentre Burks imperversa e Favors dà il cambio a Gobert. Houston sembra sbandare in più occasioni, ma ha sempre Chris Paul in serata straordinaria: CP3 segna con continuità dall'arco, mette in ritmo in compagni e non sbaglia mai dalla media distanza, sfruttando il pick and roll. Harden fa il resto, e il primo tempo si conclude sul punteggio di 54-46.
Quando la gara sembra avviarsi verso un esito scontato, ecco la reazione di Utah, che gioca un terzo quarto spettacolare, per esecuzione e voglia di non mollare. Gli ospiti vedono accendersi di colpo il loro rookie Donovan Mitchell, costretto anche a giocare da point guard. Mitchell inizia a segnare attaccando il ferro, nonostante la presenza di un favoloso Capela, muovendosi alla massima velocità. Poi trova coraggio e mani per andare a bersaglio anche in allontanamento e dall'arco, riportando i suoi a contatto. I Jazz cavalcano l'entusiasmo, provano a far scuotere Rudy Gobert e segnano ancora con Alec Burks e Royce O'Neale, sorpassando Houston nel finale di terzo quarto. Ma i Rockets non ci stanno, caricati da un Chris Paul clamoroso. E' CP3 a prendere per mano i texani, mentre Harden rimane relativamente a guardare. Triple in sequenza, scarichi per i vari P.J. Tucker e Gerald Green (un fattore nel quarto quarto), tiri contestati e difficili: tutto il meglio di Paul per ricacciare indietro Utah e mettere in sicurezza la vittoria della squadra di D'Antoni. Anche il Toyota Center entra in partita, con Harden a segno dopo aver rubato palla e Green a schiacciare poco dopo. E' il momento di Houston, nonostante le fiammate di Royce O'Neale e Alec Burks. Gli ultimi capolavori di Paul, unita a una tripla dall'angolo di Tucker, chiudono i conti per i padroni di casa, che domano Utah e si accingono a lanciare la sfida ai Golden State Warriors.
Houston Rockets (65-17). Punti: Paul 41, Tucker 19, Harden 18. Rimbalzi: Paul 7. Assist: Paul 10.
Utah Jazz (48-34). Punti: Mitchell 24, Burks 22, O'Neale 17, Ingles e Gobert 12. Rimbalzi: Gobert 9. Assist: Mitchell 9.