L'asso nella manica. Il jolly che non t'aspetti. I Celtics di Brad Stevens si aspettano Simmons o Embiid, Redick o Belinelli, invece dal mazzo di carte a disposizione di coach Brett Brown esce la carta del 12, quella del piccolo TJ McConnell, ventiseienne da Pittsburgh. Philadelphia ed i 76ers sono ancora vivi - sportivamente parlando - dopo la mazzata psicologica subita in gara-3 per mano dei Boston Celtics. Una reazione di orgoglio, di personalità, non facilissima da attendersi per un gruppo così giovane ed inesperto a certi palcoscenici. Per farlo, coach Brown ha dovuto guardare agli aspetti che più sono mancati in questa serie - fin qui - ai suoi giovani rampanti Sixers, ovvero l'energia e l'entusiasmo. 

Chi meglio di McConnell poteva dare una sferzata in tal senso alla squadra? Detto, fatto. Il play parte in quintetto al posto di uno spento Covington. Niente Belinelli, perché negli accoppiamenti difensivi con Tatum e Brown l'azzurro paga dazio e non poco, nonostante delle discrete prestazioni offensive. Dentro McConnell, abile in difesa e nell'attaccare il ferro, arma tattica che è mancata a Simmons nei primi tre appuntamenti della serie. La sfrontatezza del minuto esterno dei Sixers la chiave per provare a scuotere i ragazzi: "Avevamo bisogno di entrare in campo con uno spirito differente, con tenacia ed aggressività e TJ incarna al meglio queste caratteristiche. C'era da mandare un messaggio al resto della squadra e, quello di inserire TJ in quintetto, era il migliore che potessimo mandare" ha detto coach Brown a fine partita. 

La risposta a tale assunto, oltre ad essere arrivata in campo, è giunta a fine gara anche dalle parole dei diretti interessati, come Embiid e Saric. "Ha cambiato tutto. Ha pressato a tutto campo per tutto il tempo, facendo al meglio il suo lavoro. Ha spinto in attacco, ha coinvolto tutti in attacco, mettendo a bersaglio tiri e layups. Ci ha dato la carica" ha confermato il centro camerunese, le cui difficoltà spalle a canestro sono state confermate anche stanotte. "Tutti gli esterni hanno provato a fare il proprio ruolo al meglio e questo ha creato degli spazi perfetti per TJ, che è stato abile a prenderseli e ad aprirli per noi" ha proseguito l'ala croata. 

Oltre alle motivazioni morali e di spirito, anche questioni tattiche che in attacco hanno portato i Sixers a creare molte più situazioni di vantaggio dal palleggio a difesa schierata, mentre in difesa a cambiare gli accoppiamenti che fin qui avevano visto Phila in notevole difficoltà. In primis su Rozier, guardato a vista proprio da McConnell, il quale ha tolto l'imbarazzo a Simmons - non sempre - di dover essere sempre coinvolto nei pick&roll difensivi e negli uno contro uno che hanno portato l'ago della bilancia della serie a pendere dalla parte dei Celtics. "E' stato un momento davvero speciale per me. Ringrazio il miglior pubblico della NBA. Sono stati fantastici anche nei momenti più difficili,  e sono stati con noi anche oggi, nel momento del riscatto" ha chiosato il protagonista assoluto di serata, che adesso guarda a gara-5 con una voglia matta di ripetersi anche al Boston Garden. Difficile, ma nulla è impossibile. 

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