In gara1 i cambi dei Rockets sui blocchi hanno sortito l'effetto sperato, ovvero rendere statico un attacco che si basa sulla circolazione di palla per costruire buoni tiri, non avendo (al di là di Mitchell) giocatori capaci di crearsi un tiro dal palleggio contro le difese dei Playoffs. Come rispondere a questa strategia difensiva è stato sicuramente il punto su cui si sono soffermati di più nelle 72 ore tra gara1 e gara2 Quin Snyder e il suo staff (di cui fa parte ancora per poco Igor Kokosov, allenatore campione d'Europa con la Slovenia e che alla fine dei Playoffs firmerà un triennale per diventare head coach dei Phoenix Suns): e il risultato è che i Jazz sono entrati in campo con le idee chiare sul da farsi e decisi a metterle in pratica. E «decisione» è la parola chiave nella metà campo offensiva, e in particolare per attaccare i cambi difensivi. Andiamo a vedere perchè.
PUNIRE I CAMBI: 1) ESEGUIRE CON DECISIONE E «SLIP THE PICK»
Abbiamo tutti davanti agli occhi la classica situazione quando c'è un cambio su un pick&roll: o il palleggiatore fa qualche palleggio sul posto o in arretramento per dare il tempo ai compagni senza palla di spaziarsi, in modo da poter poi attaccare 1contro1, oppure si cerca di sfruttare il mismatch sotto canestro, perdendo però spesso troppi secondi nel cercare il passaggio sotto. Questo è un modo abbastanza passivo di attaccare (per quanto l'espressione possa sembrare un controsenso), e tutto ciò gioca a vantaggio della difesa, che capisce cosa sta per succedere e può farsi trovare preparata. Un esempio ce lo danno i Minnesota Timberwolves in una gara del primo turno proprio contro Houston.
Anche Utah è caduta nello stesso errore in gara1, con in particolare Gobert che non ha quasi mai cercato di prendere posizione profonda in area pur essendo marcato da un giocatore più piccolo e Mitchell e compagni costretti ad attaccare in situazioni statiche di 1contro1 difensori capaci come Ariza, Tucker o anche Capela. I Jazz in gara1 si sono anche passati abbastanza la palla, ma senza creare vantaggi. In gara2 le cose sono andate meglio, e controintuitivamente il numero di passaggi è stato inferiore, proprio perchè i passaggi venivano effettuati con un fine ben preciso e non "tanto per".
Questo è il primo possesso di gara2 giocato dai Jazz:
Favors subito dopo il blocco rolla velocemente verso il ferro, dove viene pescato da Mitchell. E la velocità del roll di Favors impedisce anche ad Ariza di staccarsi e fare un ulteriore cambio difensivo che lo avrebbe portato su Favors, lasciando Ingles in angolo ad Harden. E questo è probabilmente ciò che si aspettava Harden, che infatti subito dopo il cambio guarda verso Ariza:
Secondo possesso dei Jazz, stessa aggressività del rollante. Ed è proprio il roll così deciso di Gobert - che in realtà non blocca neanche - a sconsigliare il cambio a Capela, preoccupato proprio da un possibile passaggio troppo facile dentro per il lungo francese. La conseguenza di tutto ciò è che il lungo svizzero resta a metà strada e arriva l'alley-oop per Gobert.
Stessa cosa qui, con Capela che non si fida di lasciare Gobert mentre questo prende velocità, e Mitchell che può arrivare al ferro in palleggio senza particolare opposizione.
E il fatto che il lungo spesso non porti neanche effettivamente un blocco (e faccia il cosiddetto «slip the pick», ovverosia finta di portare il blocco per poi rollare) ha creato grattacapi alla difesa. Un altro esempio è qui, con Gobert che fa solo finta di bloccare e Capela che invece interpreta la situazione come un blocco e quindi cambia uomo. Succede così che entrambi i difensori siano su Mitchell, il quale col passaggio no-look pesca Gobert per la comoda schiacciata.
Oppure può succedere la situazione inversa: il lungo interpreta la situazione come un non blocco, sul quale quindi non cambiare, mentre il difensore del palleggiatore la interpreta come blocco e quindi cambia. È quanto succede qui tra Paul e Capela, con quest'ultimo che cerca di rimediare andando su Exum, ma questa confusione fa sì che Exum possa alzare l'alley-oop per Favors.
Questa situazione di slip the pick può portare vantaggi all'attacco anche quando i due difensori coinvolti nel pick&roll fanno la lettura corretta. In questo caso Capela, portatosi alla stessa altezza del bloccante nel caso fosse necessario il cambio, resta giustamente con Gobert perchè non c'è stato un vero blocco.
Però tutto ciò ha portato il lungo dei Jazz ad avere posizione interna su Capela e Crowder lo serve perfettamente. And one!
2) NON SFRUTTARE IL BLOCCO E ANDARE DALL'ALTRO LATO
Non è mica detto che quando c'è un blocco si debba per forza sfruttarlo, facendo quindi ciò che in questo caso la difesa si aspetta e per cui è preparata a fare cambio uomo! Variare ogni tanto può fare solo del bene, approfittando di un attimo di rilassatezza del difensore del palleggiatore, che magari dà per scontato che verrà usato il blocco e potrebbe già stare pensando al cambio. Quando questo succede, il difensore del bloccante è messo fuori causa e l'attacco può giocare a tutti gli effetti un 4contro3 in spazi ampi.
Joe Ingles ha così metri di spazio per mettere la tripla.
E ancora Ingles beneficia dalla stessa situazione, occorsa stavolta nell'ultimo quarto:
3) RIMBALZI IN ATTACCO E FORZARE IL CAMBIO CON ANDERSON E HARDEN
Al di là di tutto, se l'unico lungo di Houston si trova a dover marcare un esterno avversario, i Jazz devono punire i Rockets a rimbalzo in attacco, ed è esattamente ciò che Favors in questa circostanza, con Paul e Gordon che possono ben poco:
Oppure, se proprio si vuole attaccare in maniera statica (anche in modo da dosare le energie), tanto vale far portare il blocco a chi è marcato da Anderson e Harden, che sono i due difensori meno affidabili della squadra di Mike D'Antoni. Cioè nè più nè meno quello che ha fatto Harden con Mitchell una volta che questo ha avuto problemi di falli. Qui Burks forza il cambio con Anderson, lo batte, attira gli aiuti e scarica per Ingles sul perimetro.
LA DIFESA DI EXUM E DI SQUADRA SU HARDEN
Dante Exum ha difeso James Harden per 22 possessi in gara2. Il fatturato offensivo del probabile MVP della regular season? 2 punti, 0/7 dal campo, 1 assist e 1 palla persa (per un chiaro sfondamento, cui va aggiunto anche un fallo in attacco a rimbalzo dopo un tiro sbagliato dallo stesso Harden), per i dati forniti da Second Spectrum. Sicuramente il Barba inizierà a segnare anche contro Exum, però è innegabile che il 22enne australiano sia perfettamente attrezzato per dargli fastidio grazie alla sua altezza (1.98m, quindi 2cm in più del diretto avversario) combinata alla sua apertura delle braccia (2.07m). La scelta difensiva dei Jazz sui pick&roll di Harden è di tenere il lungo a protezione del ferro, concedendo il tiro dalla media al palleggiatore (tiro che tra l'altro sappiamo che i Rockets rifuggono più di qualsiasi altra squadra nella Nba). E in più non vogliono mandarlo sul fondo a prescindere, come fanno tutte le squadre Nba, ma vogliono portarlo a destra, in modo da potergli contestare anche meglio un eventuale tiro. Il compito del difensore sulla palla è attaccarsi al fianco di Harden e non concedergli un tiro da 3, e appena possibile rimetterglisi davanti. Naturalmente bisogna anche stare attenti all'innata abilità del numero 13 dei Rockets nel guadagnarsi falli, motivo per cui vanno tenute le mani sempre bene in vista per gli arbitri. Esegui qui tutto questo proprio Exum:
La scelta resta la stessa anche se Harden sfutta blocchi senza palla...
... E anche in situazionI di 1contro1:
Nell'ultima clip vediamo come il tiro di Harden dentro il pitturato - ma fuori dalla restricted area - sia ben contestato, ed è proprio su questo tipo di tiri che la difesa dei Jazz sta facendo un gran lavoro. I Rockets hanno infatti tirato 7/33 in questa zona di campo nelle prime due gare della serie, e un ruolo importante lo sta senz'altro avendo il fattore intimidazione non solo di Gobert ma anche di Favors. Se ovviamente ci si aspetta di trovare Gobert tra i migliori difensori al ferro di questi Playoffs, sorprende invece il fatto che in questi Playoffs Derrick Favors sia quarto per percentuale concessa agli avversari tra i giocatori che hanno difeso su almeno 25 tiri al ferro (per nba.com).
In gara1 Houston ha vinto il duello da 3 punti e ha vinto, Utah ha fatto lo stesso in gara2 portando la serie sull'1-1. Sono tanti i fattori che possono spostare l'equilibrio della serie, a partire dalla necessità dei Jazz di avere un buon contributo da giocatori del supporting cast come Burks o Crowder, ancor di più stante l'assenza di Rubio (che sicuramente non tornerà per gara3). I Jazz hanno meno margine di errore, però intanto vincendone una in casa potrebbero regalarci una vera serie, cosa su cui non in molti contavano prima (e soprattutto dopo) gara1. Gara3 a Salt Lake City è prevista nella notte tra venerdì e sabato.