I campioni in carica si apprestano a disputare i playoffs NBA con molti dubbi ai nastri di partenza. Quando e come rientrerà Stephen Curry? I Dubs riusciranno a placare il nervosismo mostrato nell'intera stagione? E, soprattutto, torneranno sui livelli difensivi che hanno consentito loro di raggiungere tre Finals consecutive? Proprio dalla difesa dei suoi Golden State Warriors è preoccupato coach Steve Kerr, come dichiarato nella notte, prima della gara vinta a Phoenix contro i Suns. 

Kerr, che dopo la sconfitta di Indianapolis contro i Pacers aveva manifestato il suo disappunto nei confronti dei suoi giocatori, affermando di non aver visto giocatori "interessati" all'andamento dell'ultima parte di stagione regolare, ha corretto il tiro in Arizona: "Probabilmente ho scelto parole sbagliate a Indianapolis - dice, secondo quanto riportato da Baxter Holmes di Espn - quando ho detto che a nessuno interessava, non intendevo dire esattamente quello. Il messaggio principale che volevo mandare è che ora dobbiamo difendere. Dobbiamo tornare a essere una delle prime cinque squadre difensive dell'NBA. Per questo ho usato quelle parole, perchè lasciamo penetrare gli avversari, senza competere ad alto livello. Ma quando dici che a qualcuno non interessa qualcosa, le tue parole possono essere interpretate nel senso di mettere in dubbio carattere e personalità. Penso che tutti sappiano cosa provo nei confronti di questi ragazzi. Sono un gruppo fantastico, un gruppo da titolo. Probabilmente ho scelto male le parole da utilizzare, ma ciò che cercavao di ricordare ai ragazzi è che se si vuole vincere ai playoffs bisogna difendere ad alto livello. Per la maggior parte dell'anno lo abbiamo fatto, ma non nelle ultime otto-nove partite. E tornare a difendere non è poi così facile come schiacciare un pulsante. Ecco perchè mi sono arrabbiato, ma mi conoscete: generalmente rompo due lavagnette all'anno e urlo contro la squadra una volta. Quindi ora ho esaurito il mio bonus".

Dopo la sconfitta di Indianapolis, erano arrivate parole più accomodanti nei confronti della squadra, comunque k.o. in casa contro New Orleans: "Penso di aver dimostrato come sono fatto. E' tutto l'anno che per noi funziona così, prima si dice che siamo bravi, poi che facciamo schifo. La realtà è che, parafrasando le parole di un poeta inglese del diciottesimo secolo (John Dryden, ndr), bisogna guardarsi dalla furia di un uomo paziente. E' così, sono estremamente paziente, ma a volte una lavagnetta deve pur essere rotta". D'accordo con il suo allenatore, sulla questione dell'intensità difensiva, Kevin Durant, in questo momento leader offensivo della squadra, in assenza di Steph Curry: "Possiamo essere molto migliori di come siamo adesso, e questa è la parte buona della faccenda. Penso sia meglio parlarne più spesso, preparare le partite nel modo giusto, vedendo come possiamo difendere in azioni diverse. In questo spogliatoio ci sono giocatori intelligenti, che sono fisicamente e mentalmente pronti alla sfida. Possiamo anche aver avuto delle difficoltà in questo finale di regular season, ma nella maggior parte dei casi credo che i nostri ragazzi sappiano perfettamente cosa è necessario fare quando il coach prepara il piano partita. Abbiamo tutti grandi intenzioni, vogliamo fare bene e prenderci cura della difesa. Il punto chiave è che dobbiamo migliorare, ma sarei preoccupato solo se vedessi mancanza di spirito e dedizione. Invece dipende più da capire cosa dobbiamo fare dal punto di vista tattico".