Proprio quando sembrava che il meteo cestistico sopra San Antonio stesse per volgere al meglio, dopo le due vittorie casalinghe dei neroargento contro Oklahoma City Thunder e Houston Rockets, gli Spurs di Gregg Popovich sono ritornati a un passo dal baratro, perdendo in back to back due sfide all'ultimo respiro a Los Angeles, contro Clippers e Lakers. Ora il margine d'errore è ridottissimo, per una franchigia che aspira a raggiungere i playoffs della Western Conference per la ventunesima stagione consecutiva.

I due rovesci di L.A., uniti al (gravissimo) caso Kawhi Leonard, costringono ora nuovamente i texani a guardarsi le spalle. Attualmente quinti a Ovest, con un record di 45-34, gli Spurs hanno il fiato sul collo di Thunder, Timberwolves, Pelicans, Nuggets e Clippers, con le ultime due che ancora lottano per guadagnarsi l'accesso alla postseason. Tre gare rimanenti per gli uomini di Popovich, in casa contro Portland e Sacramento, in trasferta a New Orleans. E' una situazione nuova per tutto l'ambiente, abituato in questo periodo a prepararsi per il primo turno di playoffs, non a lottare per partecipare, nella speranza di non finire tra le ultime due dell'Ovest, con conseguenti serie contro gli ingiocabili Houston Rockets e Golden State Warriors. Il roster neroargento è consapevole delle difficoltà del momento, soprattutto ora che la trasferta angelina si è chiusa "nel peggior modo possibile". A farsi portavoce del sentimento diffuso nello spogliatoio, il giovane Dejounte Murray, point guard al secondo anno: "Dobbiamo renderci conto che per noi ogni partita è una gara-7 di playoffs in questo momento - le sue parole, riportata da Ohm Youngmisuk di Espn - dobbiamo giocare per tutti e quarantotto i minuti e, se la gara va all'overtime come accaduto stasera contro i Lakers, dobbiamo essere pronti a giocarne anche di più. Abbiamo bisogno di competere per tutta la durata dell'incontro". Dichiarazioni che fanno seguito a due gare che gli Spurs avrebbero potuto chiudere in anticipo, in particolare contro i Clippers. "Ogni tanto usciamo dalla partita e subiamo alcuni quarti da trentotto o quaranta punti: alla fine sono colpi che fanno male. Dobbiamo rimanere uniti, è l'unica cosa che mi sento di dire. C'è ancora basket davanti a noi, ma quando si perdono partite è facile perdere anche concentrazione". 

Perfettamente consapevole della situazione anche un veterano come Pau Gasol: "Il nostro margine di errore si è fatto sempre più ristretto, ed è ormai da un po' che è così. Ne abbiamo parlato, è un margine sempre minore. Qui a Los Angeles abbiamo ottenuto i risultati peggiori possibili, perdendo partite in cui abbiamo avuto le nostre chances e in cui, in particolar modo ieri contro i Clippers, eravamo in doppia cifra di vantaggio. Ma sono due sconfitte, è questa la realtà. Il k.o. di oggi è un altro difficile da digerire. Complimenti e meriti ai Lakers, hanno segnato tanti tiri difficili, anche irreali, ma può capitare. Questi sono ragazzi che giocano senza paura, a cui è andata anche bene". In realtà, la qualificazione alla postseason è un obiettivo importante, per certi versi storico, ma non è la priorità della franchigia. Ovviamente tutti a San Antonio non vogliono scivolare fuori dalle migliori otto, ma è altrettanto evidente che il futuro della squadra non verrà scritto ai playoffs, bensì dalla risoluzione - in un senso o nell'altro - del caso Leonard. La stagione attuale è frutto dell'assenza della stella da San Diego State, che sembra aver rotto con spogliatoio e staff tecnico (non sono passate inosservate le parole di Popovich, secondo cui Leonard "tornerà in campo quando lui e il suo entourage lo riterranno opportuno"). Dall'estensione contrattuale o viceversa da una sua trade dipenderà il futuro nel lungo periodo dei San Antonio Spurs. Quello nel breve passa per le prossime tre partite, di cui due a dir poco insidiose, e dalla speranza che le inseguitrici incappino in altri passi falsi. I tempi cambiano, e all'ombra dell'Alamo hanno vissuto in una sola stagione difficoltà inimmaginabili per la storia recente della franchigia.