Una prestazione da 33 punti e 10 rimbalzi al Madison Square Garden di New York ha definitivamente lanciato Lauri Markkanen tra i giovani più interessanti della stagione NBA. Rookie dei Chicago Bulls, il ventenne finlandese prodotto da Arizona ha lanciato un segnale forte e chiaro alla sua franchigia d'appartenenza: anche senza Nikola Mirotic, la squadra di Fred Hoiberg può essere una mina vagante a Est, con la prospettiva della ricostruzione a fare meno paura. 

Già, il rebuilding. Molti dei tifosi e degli addetti ai lavori che contestavano il duo Gar Forman e John Paxson dopo la scelta di scambiare Jimmy Butler (a Minnesota) per Zach LaVine, Kris Dunn e la chiamata numero sette all'ultimo Draft, si sono dovuti ricredere. Non solo perchè Dunn sta disputando una stagione interessante, che giustifica il clamore che aveva accompagnato i suoi giorni NCCA a Providence, e perchè LaVine è pronto al rientro (sabato, seconde fonti vicine ai Bulls), ma perchè Markkanen ha dimostrato di possedere le stigmate del predestinato. Lungo che tira meravigliosamente da tre punti, il finlandese è molto più di uno stretch forward, di un numero quattro che apre il campo, è talento allo stato puro. E' pulizia nei movimenti, rilascio della palla immediato, capacità di metterla per terra e anche di schiacciare, come dimostrato nella notte di New York al malcapitato turno Enes Kanter. Dopo anni difficili, che hanno visto Chicago smontare il roster costruito intorno a Derrick Rose, i Bulls ora si godono il primo segnale di futuro da stagioni a questa parte: "Fa vedere cose nuove ogni volta che mette piede sul parquet - le parole del suo allenatore, Fred Hoiberg, riportate da Nick Friedell di Espn - all'inizio nessuno sapeva esattamente cosa fosse in grado di fare, perchè prima del training camp non si era mai realmente allenato con noi. L'unica cosa che abbiamo potuto fare, e che ci ha fatto comprendere da lontano quali fossero le sue caratteristiche, è stato guardarlo giocare ad alti livelli agli Europei con la sua Finladia. Ora invece continua a mostrare cose nuove, anche se so che è lui il nostro primo giocatore per quanto riguarda gli scouting report delle squadre avversarie. Diventerà un giocatore speciale, non ho alcun dubbio su questo". Con le otto triple messe a segno nella sfida del Madison Square Garden contro i Knicks, Markkanen ha eguagliato Dirk Nowitzki, come secondo giocatore capace di segnare così tanto dal perimetro nella categoria dei sette piedi.

Un Markkanen che non ha avuto timore di sfidare Kristaps Porzingis, altro fenomeno giovane venuto dal Nord Europa. Le stoppate subite dal lettone non hanno spaventato il finlandese, che ha anche trovato la giocata della partita, schiacciando in testa a Enes Kanter: "Bello giocare per la prima volta al Madison Square Garden - le parole di Lauri - i tifosi dei Knicks sono fantastici: è una sensazione speciale giocare qui". Per quanto riguarda la schiacciata, diventato già highlight della notte, è Fred Hoiberg a descrivere la giocata: "Mi è passato vicino quando l'ha fatta: è stato incredibile. Ha attaccato in transizione, ha dimostrato la sua abilità a rimbalzo, ha messo palla per terra, è salito in aria e l'ha fatto. Davvero una giocata esaltante, in un momento importante della partita, nell'arena più famosa al mondo. Ha messo a segno otto triple, ha giocato 46 minuti, contro una delle migliori power forward della lega come Porzingis, e alla fine ha anche segnato i tiri liberi della vittoria, dimostrando a tutti tutto ciò che c'è da sapere su di lui. E' davvero un agonista, uno che ogni volta prova a giocare nel modo giusto. Stasera ha messo insieme giocate spettacolari su giocate spettacolari". Impressionato anche il compagno di squadra Kris Dunn: "La sua è probabilmente una delle schiacciate dell'anno, entra sicuramente nella top ten. Non sapevo come reagire a una cosa del genere, lo avevo già visto schiacciare, ma non mi aspettavo di vederlo salire così in alto. Quando l'ha fatto, mi sono girato intorno, a 360 gradi, per vedere cosa stesse succedendo: erano tutti choccati. Ed è stata anche la prima volta che l'ho visto reagire in quel modo. La sua stagione nasce dalla fiducia nei suoi mezzi. Ha il giusto approccio, non è un giocatore egoista, è un gran compagno di squadra. E' uno che segna: quando sai giocare in quel modo, con quella fiducia, e sei positivo, allora possono capitarti solo grandi cose".