A circa due mesi di distanza dal terribile infortunio subito nell'opening night della regular season NBA, Gordon Hayward è tornato a camminare sulle proprie gambe. Via gesso e poi tutore per l'ex giocatore degli Utah Jazz, ora in forza ai Boston Celtics, k.o. per frattura della tibia e della caviglia sinistra in quella maledetta gara della Quicken Loans Arena di Cleveland contro i Cavaliers di LeBron James e compagni.
Un infortunio che ha fatto a lungo temere il peggio per Hayward, la cui carriera è sembrata a rischio per la gravità del trauma subito, ma che ora è in fase riabilitativa, nonostante la strada da percorrere sia ancora molto lunga. Hayward non rientrerà in campo infatti in questa stagione, ma dovrà attendere la prossima regular season per mostrarsi nuovamente in maglia biancoverde, con Kyrie Irving e tutti gli altri, agli ordini di coach Brad Stevens, tecnico che lo conosce dai tempi del college, a Butler University. Senza l'ex giocatore dei Jazz, Boston è stata costretta ad accelerare la crescita di due giovani come Jayson Tatum e Jaylen Brown, a responsabilizzare Irving e a dare un'identità fortemente difensiva a una squadra che ha perso non solo un realizzatore, ma soprattutto un ottimo trattatore di palla (perdita che potrebbe rivelarsi decisiva nella postseason). Ma intanto il peggio è scongiurato, perchè Hayward ha appena superato la fase più difficile del suo recupero: "Il processo riabilitativo è sempre in evoluzione e può cambiare in ogni momento - le parole del prodotto da Butler, riportate da Chris Forsberg di Espn - ma per me questo è finalmente il giorno in cui posso camminare libero, senza tutori o cose del genere. Ora proverò ad andare avanti e a vedere cosa succede. Molto dipenderà da come il mio piede reagirà, da quanta e quale attività potrò fare senza che si gonfi. Potrei essere costretto a rimettere il tutore, oppure non tornare indietro e non vederlo mai più. Sto prendendo questa fase giorno per giorno, oggi è stata senza dubbio una bellissima giornata". Questi dunque i prossimi obiettivi di Hayward: "Penso di essere una persona che ha sempre un obiettivo: ora mi sono imposto dei traguardi nel breve periodo, per concentrarmi solo sulla prima fase di riabilitazione. Ho un gran gruppo al mio fianco: lo staff dei Celtics è stato fenomenale, aiutandomi in tutto ciò di cui avevo bisogno".
"Il mio preparatore Jason Smeathers è qui con me, mia moglie Robyn a casa, tutti mi stanno mantenendo motivato, per assicurarsi che io rispetti il protocollo. E' praticamente un lavoro di squadra, ho tante persone che mi stanno aiutando, e che mi stanno rendendo il tutto più facile. Rimanere parte della squadra, sentirmi membro dei Celtics, è un'altra cosa che mi ha aiutato nella mia routine. Mi ha dato qualcosa per guardare avanti e per dire a me stesso che c'era un programma da seguire ogni settimana, con qualcosa da fare ogni giorno. Pensare step by step, anche tirando dalla sedia e lavorando in maniera differente, mi ha consentito in qualche modo di guardare avanti. E' stato molto positivo". Nonostante Hayward sia costretto ad attendere tanti altri mesi prima di tornare a giocare, coach Brad Stevens ha più volte dichiarato di non voler mettere limiti a ciò che il ragazzo può fare in termini di recupero. Ora l'allenatore dei Boston Celtics si esprime così sul suo giocatore: "E' un altro passo in avanti, anche se ovviamente c'è un'enorme differenza tra aver tolto un tutore e giocare una partita NBA. Ha ancora una lunga strada da percorrere, ma è importante che lui abbia queste piccole cose come obiettivi personali, e che rispetti la tabella di marcia. Sta lavorando in maniera diligente per riuscirci, e tutto ciò lo fa sentire bene. E' importante". Intanto i Celtics continuano ad avere il miglior record della Eastern Conference, dopo aver battuto nella notte i Denver Nuggets al TD Garden, trascinati da Kyrie Irving, divenuto leader tecnico - insieme ad Al Horford - dei biancoverdi. Prima che Hayward possa unirsi alla squadra per le trasferte ci vorrà ancora del tempo, secondo quanto dichiarato dallo stesso Stevens.