Dopo aver detto addio a coach Earl Watson, primo allenatore esonerato in questa regular season NBA, i Phoenix Suns si apprestano a salutare anche il loro playmaker titolare, Eric Bledsoe. L'ex giocatore dei Los Angeles Clippers ha lasciato intendere - anche pubblicamente, con un tweet inequivocabile - di non voler rimanere nella franchigia dell'Arizona, e ora il frontoffice dei Suns è impegnato a trovargli una nuova destinazione.
Dopo diverse ore di caos mediatico su Bledsoe, il giocatore si è confrontato ieri con il general manager Ryan McDonough e con l'interim coach Jay Triano, secondo quanto riportato da Chris Haynes di Espn. Da lì la decisione di rispedire a casa la point guard di Phoenix e di giocare senza di lui contro i Sacramento Kings, gara poi vinta dai Suns. "Non rimarrà con noi - le parole di McDonough sul suo playmaker titolare - dopo il tweet in cui diceva che non voleva più restare qui, l'ho chiamato personalmente, ma mi ha assicurato che quando l'ha postato si trovava dal barbiere, e che le sue parole non avevano nulla a che vedere con i Suns. Ma non credo che la sua versione dei fatti sia vera. Ci abbiamo riflettuto a lungo, insieme al mio staff, a coach Jay Triano e al proprietario Robert Sarver, e abbiamo deciso di prendere la scelta migliore per la franchigia. Ho già ricevuto diverse chiamate da altre squadre per Eric". Secondo quanto riportato da Adrian Wojnarowski di Espn, Bledsoe avrebbe chiesto di essere coinvolto in una trade già prima dell'inizio della stagione, per poi far trapelare il suo disappunto per essere rimasto a Phoenix tramite Twitter. Entrambe le parti sarebbero ora irritate l'una con l'altra: Bledsoe per non essere stato mai messo in condizione di giocare in un contesto vincente, i Suns per il comportamento e il rendimento della loro point guard, con la quale i risultati degli ultimi anni sono stati scadenti. L'ex scelta dei Clippers è ora sotto contratto fino al 2019, per trenta milioni di dollari complessivi nelle prossime due stagioni. La separazione, ormai annunciata, dovrà essere solo formalizzata con la scelta della destinazione di Bledsoe. Interessati al numero due dei Suns, i New York Knicks, che in questo inizio di regular season hanno avuto difficoltà a ricoprire degnamente la posizione di playmaker, con Frank Ntilikina, Ramon Sessions e Ron Baker.
Rimane tuttavia ancora presto per fare previsioni sul futuro di Bledsoe, anche perchè sono diverse le franchigie interessate al giocatore. Intanto, in casa Phoenix si pensa non solo al dopo-Bledsoe, ma anche al post Earl Watson, allenatore che aveva cominciato la stagione regolare con tre sconfitte consecutive, due delle quali con oltre quaranta punti di media di scarto (76-124 contro i Portland Trail Blazers, 130-88 contro i Los Angeles Clippers allo Staples Center). Esonerato Watson, ora l'head coach di Phoenix è Jay Triano, già nello staff tecnico dei Suns, negli ultimi anni capo allenatore anche dei Toronto Raptors. I rapporti tra Watson e il management della franchigia dell'Arizona si erano già deteriorati durante la preseason NBA, secondo quanto ammesso dallo stesso McDonough: "Sì, con Watson le cose non stavano andando bene, e abbiamo pensato che fosse il momento per prendere una nuova direzione, con una nuova voce in panchina. Le brutte sconfitte non sono state comunque l'unico motivo del suo licenziamento. Ci siamo incontrati più volte in estate per parlare dei cambiamenti che avremmo voluto vedere in termini di sistema di gioco, di sviluppo e di responsabilizzazione dei giocatori, tutti aspetti che vanno nella direzione della costruzione di una cultura vincente, per aiutare i ragazzi a evolvere e migliorare. Sfortunatamente, non abbiamo visto nessuno di questi cambiamenti. E' una mossa di cui mi prendo la piena responsabilità, che ho consigliato al proprietario Robert Sarver. Jay Triano sarà il nostro allenatore per il resto della stagione". "Vedremo cosa succederà - le parole di Triano - quel che è certo è che mi dedicherò a quest'avventura con il 100% delle mie energie, come ho sempre fatto in carriera". Fa invece mea culpa Devin Booker, giovane stella della squadra: "Non si può scaricare la responsabilità di due sconfitte di quaranta punti sull'allenatore. Sono sconfitte che dipendono dall'orgoglio, dall'energia e dall'impegno di noi giocatori, tutte cose che non abbiamo ancora mostrato".