A sole 3 partite dall’inizio della regular season, già vengono rimescolate le carte in tavola per i Cleveland Cavaliers, reduci da due vittorie e una sconfitta, patita contro degli ottimi Orlando Magic. Una diatriba che ha visto il neo arrivato Dwyane Wade contendere a J.R Smith il posto da titolare, pare essere giunta al termine con il ritorno dell’ex giocatore dei Denver Nuggets nella starting lineup dei Cavs, come è stato nelle ultime due stagioni. Una decisione che tuttavia non genererà malcontenti, poiché secondo le indiscrezioni, confermate da coach Tyronn Lue, pare che sia stato lo stesso Wade a spingere per essere “retrocesso” ad un ruolo di sesto uomo di lusso, a favore del compagno di squadra.

“È stata un’azione di classe da parte sua” ha dichiarato l’head coach della franchigia dell’ohio in merito a questa decisione presa dall’ex bandiera dei Miami Heat. Una scelta dettata sicuramente anche dello scarso impatto che il prodotto di Marquette è stato in grado di portare all’interno delle rotazioni Cavs, che l’ha visto sicuramente come uno dei giocatori più in difficoltà in questo inizio di stagione e che ha fatturato le modeste cifre di 5.7 punti e 3.3 assist in 27 minuti di impiego medio, con un disastroso 28% dal campo.

“Ho deciso questa cosa da un po’, semplicemente per inserirmi in una rotazione più performante per me – ha dichiara to Wade a seguito della sua decisione – probabilmente sarò migliore in questa squadra con questo tipo di quintetto, perché aspettare? Dopo tre partite perché aspettare?”. Dichiarazioni sincere da parte di Flash che con questa presa di posizione contribuirà a risolvere il malcontento di Smith, generato dall’iniziale decisione di Lue di escluderlo dallo starting five. “Onestamente mi sono sentito ferito. Ero davvero compromesso emotivamente . Ho sentito voci sul suo volersi far da parte, ma non sapevo fosse vero. Ho sentito che lui sarebbe perfetto per la second unit e quindi ho abbracciato la cosa al cento per cento”. Queste le parole di J.R Smith, giocatore che, come Wade ha sofferto dannatamente le modifiche ad una rotazione che, dopo anni di perfezionamento, sembrava ormai automatizzata, ma che ha visto nella concorrenza del nativo di Chicago un grosso ostacolo al suo preservazione.

La modifica in questione ridonerà sicuramente quella sfrontatezza e versatilità offensiva necessaria ai Cavs per mantenere livelli di competività di vertice, con un giocatore come Smith, capace di segnare da ogni posizione tiri anche contestati.