Solo alla sua seconda stagione in maglia bianco verde e già un ruolo principale nell’economia della franchigia del Massachusetts quello di Al Horford, reduce dalle ottime annate in maglia Atlanta Hawks e adesso alla corte di Brad Stevens, dove fin dal primo giorno si è rivelato come un'acquisizione azzeccatissima da parte del front office bostoniano. Un lungo vicino al modello vecchio stampo, dotato di tecnica sopraffina e fondamentali notevoli, ma capace anche di essere a suo modo contemporaneo, essendosi costruito un tiro dalla distanza molto affidabile e in generale resosi capace di offrire alla causa Celtics versatilità offensiva e difensiva che lo rendono uno dei migliori nel ruolo dell’intera eastern conference. Un contributo che non si ferma al solo basket giocato, ma anche ad un nuovo ruolo di leader di spogliatoio e collante di un gruppo parzialmente rivoluzionato in estate, dove Horford, con i suoi 31 anni, rappresenta l’elemento più anziano e di maggior chilometraggio in NBA, di un gruppo giovane e di grandissimo potenziale. Una chimica già consolidata anche con i membri più giovani del roster come Jaylen Brown e Jayson Tatum, duo che rappresenta il presente e il futuro della franchigia del Massachusetts, con i quali Horford ha condiviso, assieme ad altri compagni tra cui Gordon Hayward, l’ultima serata (con cena offerta) di training camp, coronata con un post su Instagram con foto ricordo dalla discutibile qualità, ma con un significato importante, alle porte della nuova stagione.
Una cena che, come lo stesso Horford conferma, ha avuto l’importante funzione di iniziare a creare gruppo e cominciare a formare un clima disteso e rilassato all’interno dello spogliatoio, necessario per affrontare al meglio questa prima stagione del nuovo corso Celtics, soggetto ad aspettative e pressioni. Horford rappresenta sicuramente una figura importante all’interno delle gerarchie di squadra, essendo l’unico rimasto nel quintetto base che l’anno scorso conquistò le 53 vittorie in regular season e la finale di conference. “Per me e per i ragazzi è importante sentirsi bene e avere un buon clima nel gruppo – dichiara il centro ex Florida Gators – prima riusciamo a creare un clima di squadra e meglio è. Abbiamo cambiato molto in estate. Tutto questo non riguarda solo i giocatori, ma anche i coach e lo staff, molto è cambiato e voglio rendere il compito più facile a tutti”. Un leader silenzioso, ma carismatico, che sprona i compagni più con l’esempio che con le parole e che capisce l’importanza di non prevalere, ma di essere parte di un gruppo in cui tutti sono fondamentali allo stesso modo. “È una di quelle persone che fa sempre la cosa giusta al momento giusto, in questo è molto costante – dichiara Jaylen Brown – quando dice qualcosa sono tutto orecchie”.
Lo stesso coach Brad Stevens è perfettamente consapevole del ruolo di estrema importanza ricoperto dall’ex Hawks: “Ho sempre avuto un profondo rispetto per Al, ma la cosa più importante è che quando parla vale la pena ascoltarlo qualsiasi cosa dica. È molto posato e attento a quello che dice, sa quando è tempo di parlare e come parlare. Non gli ho mai visto un cambio di atteggiamento. Non è mai stato uno che parla 24 ore al giorno, ma sicuramente, quando lui parla, tutti ascoltano”. Tecnicamente lo stesso Stevens ha sempre attribuito un ruolo fondamentale a Horford nel suo sistema di gioco, essendo consapevole, come tutta l’organizzazione, di aver acquisito, nella free agency 2016, uno dei lunghi con il bagaglio tecnico più ampio dell’intera lega. Fondamentali in post, difensore arcigno, ma anche centro focale di un movimento palla che lo vede scaricare spesso per un tiro smarcato, questo è il contributo inestimabile che il prodotto di florida ha portato a Boston, consentendogli di fare il salto di qualità occorso nella scorsa stagione.
Parole importanti spese anche dal nuovo arrivato Gordon Hayward, per il quale Horford ha ricoperto un ruolo importante durante il suo reclutamento in quel di Boston: “Lui è stato in una situazione simile- dichiara Hayward- dove hai passato tutta la tua carriera con una maglia e hai la possibilità di cambiare. Gli ho parlato molto di questa cosa, riguardo a questo passo e prendere una decisione. Gli ho parlato anche della decisione in termini privati, avendo figli a carico e su come fosse vivere a Boston con la tua famiglia, con le sfide e le opportunità che una grande città offre”. Hayward ha più volte dichiarato di non vedere l’ora di condividere il campo con Horford, avendo lo stesso tipo di approccio riguardo all’impatto sulla partita e sui compagni. Nonostante l’aggiunta di Hayward e Irving in estate, molti addetti ai lavori e non, sono consapevoli dell’importanza, forse anche maggiore, del centro nell’economia offensiva e difensiva della squadra. “Sono molto eccitato all’idea. Ovviamente quando è arrivato Kyrie ero esaltato. Non vedo l’ora di iniziare a lavorare, c’è molto potenziale in questa squadra” Queste sono le parole del lungo di nazionalità dominicana, che nella scorsa stagione ha rappresentato un ottimo partner in crime per Isaiah Thomas, Jae Crowder e gli altri giocatori che componevano la line-up dei Celtics, concludendo l’annata con ottimi turni di playoff, con 15.1 punti, 6.6 rimbalzi e 5.4 assist di media, cifre importanti, ma che non rappresentano appieno l’impatto tecnico che questo giocatore ha in campo.
Jay Larranaga, vice allenatore dei leprecauni e grande partner di lavoro di Horford ha voluto spezzar lui stesso una lancia in favore del suo pupillo, mai abbastanza considerato dai “casual fans” in termini di importanza: “Credo che la gente non capisca quanto sia fenomenale in difesa, soprattutto in aiuto. Si da tutta l’importanza al tiro stoppato, ma è la posizione giusta la cosa più importante e lui è sempre lì. Copre difensivamente per i compagni costantemente. La gente vede il suo altruismo in attacco, ma lo è altrettanto in difesa e questo ha un egual impatto sulla partita e sui compagni. Anche fuori dal campo, come fanno i grandi giocatori che mantengono livelli altri per tanto tempo, non credo che la gente sappia quanto lui lavori sui suoi fondamentali. La sua preparazione inizia la mattina, a cominciare da quello che mangia, e da come lavora in palestra tentando di migliorare”.
“Set the tone” è questa l’espressione in gergo statunitense per rappresentare il modus operandi di Horford, che con un lavoro costante e un’abnegazione e una professionalità encomiabile, continua a migliorarsi e a rendersi sempre più importante individualmente per la squadra, ma che nel contempo rappresenta uno standard a cui i compagni sono spinti ad arrivare. “Il modo in cui lui si mantiene è esattamente come voglio mantenermi io nella mia carriera” queste sono le parole del ventenne Jaylen Brown, che più di ogni altra cosa rappresentano l’inestimabile valore di Al Horford per i bianco verdi.