E' ripartita ieri ufficialmente la stagione NBA dei campioni in carica. I Golden State Warriors, tra i primi a ritrovarsi per il loro "raduno", nel tradizionale Media Day, in vista del training camp e dell'inizio della regular season, in programma il 17 ottobre prossimo. Sono dei Dubs sempre più consapevoli di se stessi, quelli che si rimettono all'opera agli ordini di Steve Kerr, confermati nel roster e ancor più profondi rispetto alla stagione scorsa, grazie agli arrivi di Nick Young e Omri Casspi dalla free agency, e di Jordan Bell dal Draft (via Chicago Bulls).
67 vittorie in regular season e un parziale di 16-1 nei playoffs e nelle Finals, questo il bottino degli ultimi dodici mesi dei Warriors. Difficile fare meglio, nonostante Steve Kerr non sia di questo avviso: "Penso che saremo ancora più forti quest'anno - le parole dell'allenatore, riportate da Chris Haynes di Espn - siamo più profondi. Come già ho avuto modo di dire, la continuità è un aspetto molto importante. Davanti a noi c'è una sfida evidente, provare a raggiungere per il quarto anno consecutivo le Finali NBA. Poche squadre nella storia di questa lega ce l'hanno fatta, e non è un caso. La strada sarà lunga, e noi dovremo essere bravi a districarci durante l'intera stagione, trovando il nostro ritmo, senza però perdere il nostro profilo. Sarà questo l'equilibrio da cercare. L'inizio di questa stagione mi ricorda quello di due anni fa: anche in quel training camp c'era continuità, e quasi lo stesso roster dell'annata precedente. Il camp di questi giorni sarà molto più tranquillo rispetto a quello dello scorsa stagione, perchè tutti i nostri giocatori hanno fatto propri il nostro sistema, il nostro stile, la nostra cultura. Abbiamo ormai diversi veterani, poi ci sono i vari Durant, Pachulia, West, tutta gente che è già a suo agio con ciò che dobbiamo fare: sono stati il cuore pulsante della squadra negli ultimi anni. Ecco perchè mi aspetto che i ragazzi entrino senza problemi nel camp e facciano progressi, senza bisogno di costruire troppo dalle fondamenta. Sono davvero un allenatore fortunato, perchè in questo roster c'è tanta versatilità, abbiamo diversi playmaker, molte cose da provare. Possiamo mettere molti giocatori in posizioni differenti, perchè sono in grado di riempire diversi buchi. Molti di questi ragazzi sono abituati ad avere tanti minuti a disposizione, ma devono capire come funziona qui. C'è qualcosa di più importante che accumulare minuti, punti e statistiche, ed è questo il motivo per cui alcuni giocatori sono venuti qui negli ultimi anni. Sono fiducioso che riusciremo a lavorare insieme, e che troveremo la formula giusta".
Prova invece a non alzare troppo l'asticella Kevin Durant, MVP delle scorse Finals ma reduce dalle polemiche per l'utilizzo di un account falso su Twitter (attraverso il quale lanciare bordate alla sua ex squadra, gli Oklahoma City Thunder): "Non stiamo pensando a fare meglio dell'anno scorso - le sue parole - questa è una nuova stagione, si tratta solo di rimettersi in carreggiata, lavorare duro fin dal primo giorno e vedere dove arriveremo". Parla dei nuovi arrivi Steph Curry, uno dei leader della squadra: "Non sono preoccupato per il loro inserimento perchè, per il modo in cui giochiamo, tutti toccano la palla. Tutti sono coinvolti e chiunque può essere una minaccia quando è in campo. E poi abbiamo tanti giocatori dall'alto quoziente intellettivo cestistico, dobbiamo solo trovare un modo per miscelare bene il tutto e farlo funzionare. Coach Kerr ha fatto un gran lavoro nel far passare questo messaggio. Abbiamo dei playmakers e dei giocatori che possono fare canestro nel momento del bisogno, ma durante il corso delle partite, per il modo in cui i tiri sono creati, dobbiamo utilizzare tutti i giocatori che sono sul campo per far sì che ciò accada. Tiratori, passatori, giocatori di energia, più ne avremo meglio giocheremo. Qui non ci sono giocatori egoisti, nessuno è geloso dell'altro o del successo altrui. Nessuno pensa che sia un dramma tirare cinque volte in una partita e poi quindici la volta successiva. Alla lunga questo modo di essere ci fa vincere". Tra i nuovi arrivati, Nick Young, su cui spende parole al miele ancora Durant: "Personalmente penso che si inserirà perfettamente. Deve solo essere se stesso, metterci energia, creare eccitazione, giocare per noi. Sarà una gioia lavorare con lui ogni giorno: il suo gioco si transformerà, può tirare, segnare, creare per chiunque. Non vedo l'ora di essere in campo con lui e diventare ancora migliore".
Se Durant si esprime a favore di Young, Draymond Green menziona il general manager Bob Myers, l'architetto dei Warriors che non solo è riuscito a tenere insieme mezzo roster in scadenza, ma è stato in grado anche di aggiungere altri pezzi al mosaico della squadra: "Non si può far altro che elogiarlo - dice l'Orso Ballerino da Michigan State - non è cambiato niente, se non in meglio. Quello che ha fatto con questa squadra è fantastico, mantenere intatto un gruppo di dodici giocatori. Non so quanto spesso succeda, ma di certo non è qualcosa di usuale".