Questa edizione degli Europei di basket ha messo in mostra fino ad ora giovani che grazie alle loro immense qualità balistiche hanno fatto la differenza, esprimendosi in campo come se fossero veterani. Uno di questi, è Luka Doncic, stellina della Slovenia che ha impressionato per talento, responsabilità e soprattutto personalità gettata a grandi dosi sul parquet. Lo sappiamo tutti, in fondo, che il basket del terzo millennio è profondamente cambiato rispetto alla versione, obsoleta, del Novecento. Va di moda il cosiddetto 'giocatore moderno', cioè colui che aldilà della corporatura, è in grado di ricoprire più ruoli, e rendersi utile alla squadra sia lontano che vicino al canestro. Proprio Doncic, nelle prime uscite dell'Europeo con la Slovenia, ha lasciato intravedere tutto il suo potenziale: poco più che diciottenne, è già in grado di spostare gli equilibri della sua Nazionale.

Sorpresa, ma fino a un certo punto, la Nazionale slovena ha chiuso in testa il proprio girone, scavalcando Francia e Grecia, avversarie insidiose, di tutto rispetto, con una certa tradizione cestistica. E' un’ottima squadra, gioca un bel basket ed ha qualità, con Anthony Randolph e soprattutto Goran Dragic, playmaker dei Miami Heat, a garantire punti e tanta leadership. Ma l'impatto che ha garantito il fuoriclasse del Real Madrid è stato letteralmente mostruoso. Ha dimostrato, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che si tratta di uno dei migliori prospetti futuri del panorama cestistico mondiale. Scontata la sua presenza al prossimo Draft NBA, punta con ferocia ad essere scelto alla prima chiamata. Ha tutte le carte in regola per ambire a questo traguardo. In Slovenia, si è ulteriormente diffusa la 'Doncicmania'.

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Come un motore diesel, Doncic in questa rassegna continentale ha dovuto dapprima carburare, per poi entrare nel vivo della manifestazione e prendersi la scena. Un fisico da ala, un tiro da guardia e trame da playmaker puro con una mentalità da giocatore navigato. Insomma, un predestinato. Uno che da del tu alla palla spicchi.

Nel match inaugurale, quello contro la spigolosa Polonia, ha vissuto una serata piuttosto storta al tiro dal mid-range (0 su 5), ma non si è perso d'animo ed ha comunque offerto il suo contributo refertando 11 punti, catturando 8 rimbalzi e distribuendo otto assistenze ai compagni di squadra. Il tutto in 31' minuti di gioco. L'esordio si sa, spesso gioca brutti scherzi, ma Luka ha comunque strappato un sette pieno in pagella. Nel secondo atto, problemi al tiro da tre, ma il nativo di Lubiana, impiegato comunque in campo per 30' minuti, si è reso protagonista di una buona prova svolgendo quel lavoro sporco che spesso lascia ad altri. Contro la Finlandia dell'altro fenomeno Lauri Markkanen, ha messo insieme otto rimbalzi ed otto assist, risultando essere il fido scudiero ideale per Goran Dragic, scorer principe della squadra. Si è consumato invece il 'Luka Doncic show' nella terza gara del girone: contro la Grecia il classe 1999 ha sciorinato una prestazione di gran livello (22 punti, 3 assist, 5 rimbalzi), strappando mille e più applausi tra i presenti dell'Hartwall-areena di Helsinki. Un'iradiddio, un rapace a caccia delle carni greche.

Solide prestazioni anche nella quarta e quinta partita del girone: nella passeggiata di salute contro l'Islanda, cenerentola del torneo, Doncic ne ha messi a referto 13; 15 (e 9 rimbalzi) invece nel big match con la Francia, vinto dagli sloveni, i quali grazie a questo successo hanno chiuso a punteggio pieno il 'raggruppamento finlandese'.

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E' impressionante il carattere che il giocatore del Real Madrid ha messo in campo fino ad ora. Anche quando il tiro non è entrato, non ha mai perso la fiducia nei suoi mezzi, mettendosi al servizio della squadra, lavorando duramente anche in difesa, servendosi della rapidità di gambe che madrenatura gli ha gentilmente concesso. Un atteggiamento 'da cattivo', l'arroganza cestistica di un veterano che rappresenta già l'èlite del basket europeo, e che senz'altro sbarcherà negli States a stretto giro, rendendosi protagonista anche oltreoceano. Dunque, l'enfant prodige ha alternato mirabolanti giocate in attacco, ad una difesa solida, asfissiante, anche contro giocatori forti, tecnicamente e strutturalmente.

Chiaro che la Slovenia non sia partita con i favori del pronostico, in quanto ci sono almeno 2/3 squadre sulla carta più forti di essa, ma con un Doncic in formato extra lusso si può sognare in grande. D'altronde, l'en plein realizzato dai balcanici nella prima fase testimonia 'la portata' della comitiva allenata da Kokoskov. Vincere non è più un miraggio, Doncic è pronto ad affilare l'ascia e scendere in campo, per deliziarci ancora un pò, perchè dinnanzi alla classe cristallina di un 'giovane già grande' c'è solo da alzarsi in piedi, togliersi il cappello ed applaudire, tante e tante volte.