Il dado è definitivamente tratto e non è mancata qualche sorpresa. Ettore Messina ha fatto le sue scelte e ha deciso quali saranno i dodici giocatori che rappresenteranno la nostra Nazionale alla prossima edizione degli Europei di basket, con la partenza la sera del 31 agosto, a Tel Aviv contro i padroni di casa di Israele. Ci sono nomi che non potevano non essere convocati, nomi che si sono guadagnati la fiducia del commissario tecnico nel corso del lungo cammino di preparazione che si è snodato tra Trento, Cagliari, Tolosa e Atene. E poi ci sono quei giocatori che sono stati convocati con una certa sorpresa da parte dell'opinione pubblica, anche se la fiducia nei confronti dell'assistant coach dei San Antonio Spurs, nella scelta dei giocatori così come nella loro disposizione in campo, non può non scemare. Le scelte effettuate da Messina erano già particolarmente complicate dopo la decisione - corretta, considerando la stagione appena conclusa - di fare a meno fin dall'inizio di gente del calibro di Andrea Bargnani e Alessandro Gentile, chiaramente turbati per un'annata che li ha visti più in borghese che con gli scarpini allacciati.
La situazione si è ulteriormente complicata quando il terzo big è venuto a mancare nel cammino verso Tel Aviv e verso Eurobasket 2017. Il pugno di Danilo Gallinari sulla faccia di Kok, con l'infortunio alla mano che probabilmente è stata la vera ragione della mancata presenza in gruppo del neo-giocatore dei Los Angeles Clippers, ha privato Messina e tutta l'Italia di quello che doveva essere a tutti gli effetti il leader tecnico, realizzativo e carismatico del gruppo azzurro. Difficile dire se, in caso di infortunio più lieve, il ct avrebbe deciso di rimandare a casa il Gallo oppure optare per il perdono pur di puntare su di lui. Ma con i 'se' e con i 'ma' nessuno ci ha mai fatto niente, figuriamoci disputare un Europeo o addirittura vincerlo. E allora spazio a quei giocatori sui quali Messina ha deciso di puntare con una certa fermezza nei due tornei disputati lontano da casa, sia quello di Tolosa in cui gli azzurri hanno iniziato bene per poi crollare miseramente, e poi quello dell'Acropoli in cui è venuta fuori la verve e la fame che deve contraddistinguerci se vogliamo fare un cammino di tutto rispetto.
GLI INTOCCABILI - Gigi Datome. È lui l'ago della bilancia della nostra Nazionale, se non altro sul piano carismatico e dell'esperienza. Tanti anni in azzurro, e soprattutto la fame derivata da quell'infortunio che lo ha tenuto fuori dall'ultima rassegna continentale, quell'Eurobasket 2015 al quale il capitano italiano ha dovuto assistere in borghese. A lui ci si affida per tenere i fili dello spogliatoio, mentre a mettere i canestri pesanti dovrà pensarci Marco Belinelli. Delle sue triple decisive contro Montenegro a Tolosa e contro la Georgia ieri pomeriggio ad Atene si è detto e ridetto, del suo essere diventato un giocatore a 360° e capace di segnare e far segnare lo sanno tutti. Ora il Beli rischia di dover stare da solo sull'isola, ma la sua bravura dovrà essere quella di coinvolgere i compagni. Come ad esempio un Nicolò Melli che ha dimostrato quest'anno di essere maturo a sufficienza per essere un big di una Nazionale come la nostra, ma che dovrà lavorare su un aspetto: i falli da spendere. Se ci riuscirà, sarà un fattore aggiunto di grande spessore. Così come un Daniel Hackett in netta crescita sul piano fisico e al quale la cattiveria e la fame non mancano, e un Pietro Aradori che contro la Georgia ha dimostrato che può essere un'arma offensiva di qualità.
...IN CRESCITA - Non possiamo non partire da Ariel Filloy, il quale fa da capofila di quei giocatori arrivati a Folgaria un po' in sordina ma divenuti in maniera sempre più prepotente dei giocatori importanti e capaci di entrare al meglio nelle pieghe delle partite fin qui disputate. Il playmaker campione d'Italia con Venezia e divenuto nuovo regista di Avellino ha fatto molto bene in ritiro e si è guadagnato i gradi di ricambio di Hackett, giocando anche i finali di alcune gare tirate. Lui può essere un elemento chiave in determinati momenti dell'Europeo, così come Dada Pascolo. Cresciuto tantissimo nella travagliata stagione milanese, il lungo ex Trento potrà esprimersi al meglio sfruttando le sue doti di atleta con un ball-handling raro da vedere un giocatori della sua taglia. E poi c'è la fame, ovvero l'elemento che deve contraddistinguerci. E proprio la fame è alla base della scalata di Awudu Abass, il quale può ritagliarsi uno spazio importante come difensore, così come fatto in questa stagione all'Olimpia. Vedergli marcare gente più piccola ed esplosiva di lui non impaurisce di certo un veterano come Messina. Infine, Marco Cusin: partito quasi come intoccabile, messo in discussione, tagliato e poi richiamato in extremis, da lui ci si aspetta tanta voglia di riscatto.
LE SORPRESE - Andrea Cinciarini è chiaramente la sorpresa tra i giocatori chiamati all'ultimo momento a far parte dei dodici che partiranno, almeno in primis, alla volta di Tel Aviv. Utilizzato con il contagocce nelle amichevoli, il Cincia farà parte del gruppo azzurro soprattutto per il fosforo che potrà portare in determinati momenti della gara, in cambio di una pericolosità offensiva decisamente deficitaria. Era meglio portare Della Valle per aprire le difese e sfruttare il tiro da tre? Forse, ma come diceva una vecchia pubblicità Messina "sa come si fa". Sorprendenti, anche se fino ad un certo punto, le chiamate di Paul Biligha e di Christian Burns. Soprattutto perchè a pagare è stato quel Riccardo Cervi che sembrava ormai candidato addirittura al ruolo di pivot nello starting five. Invece l'ex reggiano se ne tornerà a casa, mentre il coloured ingaggiato da Venezia e il neo-4 di Cantù hanno ottenunto il posto che sembrava ormai di Cervi. Indovinate il motivo? La fame. Quella che vede l'ex cremonese saltare e infilarsi in ogni rimbalzo vagante, e che consente all'ex bresciano di difendere alla morte su ogni pallone.
I DELUSI - Di certo, arrivato a questo punto della preparazione agli Europei, Riccardo Cervi sperava fortemente di partecipare. Non possiamo dire che fosse sicuro, ma di certo le sue speranze erano alte, e in un certo senso le sue speranze non erano poi strane da tenere in considerazione. Vista la povertà di scelte a disposizione di Messina nello spot di pivot, l'ex avellinese confidava nella possibilità di partire con i compagni verso Israele, ma le ultime amichevoli gli hanno fatto perdere le chances che si era costruito nelle gare precedenti. Amedeo Della Valle, al tempo stesso, credeva che fosse finalmente arrivato il suo momento. Dodicesimo uomo due anni fa e con una sola presenza a referto proprio contro quell'Israele che sarà a noi opposto tra cinque giorni, l'esterno che sembra ormai prossimo a restare alla Reggiana aveva delle buone sensazioni. Ma alla fine, Messina ha scelto la saggezza di Cinciarini alle sue giocate dalla lunga distanza. Per lui, in ogni caso, c'è sempre tempo.