Dopo essere stato l'indiscusso trascinatore dei Boston Celtics della stagione 2016-2017, Isaiah Thomas ha visto chiudersi la sua strepitosa annata - che alcuni avrebbero voluto coronata da una candidatura al premio di MVP della regular season - con un infortunio all'anca, che lo ha costretto a rimanere fuori nelle ultime tre partite della serie di Finale di Conference contro i Cleveland Cavaliers di LeBron James (conclusasi con lo score di 4-1 per la squadra dell'Ohio). 

Ora Thomas è più carico che mai, in un'estate vissuta comunque da protagonista, come nuovo volto dei biancoverdi (ha "reclutato" Gordon Hayward insieme a coach Brad Stevens), senza necessità di ricorrere a intervento chirurgico per risolvere l'infortunio all'anca. Due mesi di assoluto riposo, il responso dell'équipe medica consultata dal prodotto degli Huskies di Washington, con la data del rientro in palestra che si avvicina a grandi passi. D'altronde è lui la stella dei Celtics che hanno aggiunto Hayward durante la free agency NBA, e che hanno "sacrificato" Markelle Fultz (scelto al Draft con la numero uno dai Philadelphia 76ers) per virare su un'ala, e non una point guard, come Jayson Tatum. Proprio i nuovi innesti, al netto dell'addio di una pedina importante come Avery Bradley, fanno ritenere a Thomas che Boston sia finalmente da titolo, al termine di un progetto tecnico che ha coinvolto il presidente Danny Ainge e l'allenatore Brad Stevens. "Non ci siamo mai posti limiti - le parole di IT, rilasciate a Stephen Hewitt del Boston Herald, alla prima del camp alla Boston University - l'obiettivo finale rimane vincere il titolo NBA, non ce ne sono altri. Faremo qualsiasi cosa per provare a raggiungere le Finals e prenderci il titolo. Abbiamo davvero un'ottima squadra. Ne siamo consapevoli, sono certo che anche il resto della lega lo sappia, quindi non ci resta che dimostrarlo". Il Larry O'Brien Trophy sembra lo sbocco naturale del percorso evolutivo della franchigia del Massachusetts, cresciuta step by step, e ora pronta a lanciare nuovamente il guanto di sfida ai campioni della Eastern Conference, i Cleveland Cavaliers di LeBron James. 

Mentre ai Celtics l'ambiente sembra idilliaco, ai Cavs la situazione Kyrie Irving sta facendo rumore da settimane. Il playmaker titolare della squadra di Tyronn Lue ha infatti chiesto espressamente di essere scambiato, e sono diverse le franchigie alla finestra, in attesa di capire cosa offrire a Cleveland per accaparrarsi le prestazioni sportive di Irving. Ma Thomas non sembra voler speculare sui problemi avversari, nè su un'eventuale addio di Kyrie, che secondo molti aumenterebbe le chances di successo dei suoi Celtics sul fronte orientale: "Non ho alcuna intenzione di commentare quanto sta accadendo - le parole di Isaiah al riguardo - non idea di come questa storia andrà a finire. Non so più di quanti tutti sappiano di questa situazione. Se Irving dovesse lasciare, ok. Se dovesse rimanere, tutti noi sappiamo che grande squadra siano i Cavaliers, e che giocatore sia Kyrie". Guardare in casa propria, questo il motto di una Boston sempre più consapevole dei propri mezzi, che non deve però commettere l'errore di trasformare la caccia al titolo NBA in un'ossessione, in particolar modo avendo come avversario un certo LeBron James, giocatore contro il quale i biancoverdi hanno dimostrato di non avere risposto nell'ultima serie disputata tra le due squadre. Per avere chances di successo, i Celtics necessitano anche di un Thomas in piena forma: ecco perchè il numero quattro di Boston è concentrato sul recupero dall'infortunio all'anca: "Ora l'anca è a posto, ma il processo di riabilitazione è lento. L'unica cosa che posso dire è che sta andando tutto bene e che mi sento sempre meglio". Una buona notizia per i Celtics, che tra dodici mesi dovranno fronteggiare una free agency interna, proprio quella del loro piccolo grande leader.