Il doppio incarico - head coach e presidente delle operazioni cestistiche - non ha aiutato Doc Rivers nelle ultime stagioni alla guida dei Los Angeles Clippers. Ecco perchè il proprietario Steve Ballmer ha reso noto oggi di aver riassegnato il suo allenatore a un ruolo prettamente di campo, promuovendo invece Lawrence Frank, già vicepresidente, all'incarico di presidente operativo, con Dave Wohl general manager.
Un passo indietro dunque per Rivers, che torna a fare esclusivamente l'allenatore, senza doversi occupare di questioni dirigenziali. Possibile che la conclusione della vicenda Chris Paul, finito agli Houston Rockets nell'ambito di un sign and trade (CP3 era free agent quest'estate) abbia accelerato il processo di rimescolamento delle posizioni interne all'organigramma dei Clippers. Ciò che è certo è che da oggi Rivers sveste i panni di membro del frontoffice, per indossare solo quelli di coach, come chiarito dallo stesso Ballmer, in una chiacchierata con Adrian Wojnarowski di Espn: "Sono ormai tre anni che sono proprietario di questa squadra - le sue parole - e adesso mi è sempre più chiara quale sia la responsabilità di chi si trova a ricoprire il mio ruolo. Guidare una franchigia e allenare un team sono due professioni estremamente impegnative e molto diverse tra loro. Pensare che una sola persona possa occuparsi di entrambi gli aspetti non corrisponde alla realtà. Per quanto si possa essere competenti e preparati, se vogliamo essere una franchigia da titolo, abbiamo bisogno di due persone che svolgano funzioni diverse. E' necessario che al nostro interno ci siano discussioni e dibattiti salutari, con due personalità forti e dalla mentalità aperta. Anche i giocatori hanno bisogno di avere dei rapporti diversi con l'allenatore e con il frontoffice. Lo scorso anno Rivers ha lasciato a Frank gli aspetti che non riguardavano l'attività di coaching. E' stato fatto un lavoro fantastico, ma vogliamo che ognuno di loro sia impegnato nei rispettivi ambiti, per fare del proprio meglio".
"Intendo avere un frontoffice di primo livello - ha proseguito Ballmer - in grado di identificare sia i giocatori del college che i professionisti, che lavorino con gli agenti, e che abbiano una strategia di lungo periodo basata su un approfondimento analitico riguardante tutte le opzioni a nostra disposizione. Doc Rivers ha conquistato un titolo NBA nella sua carriera da allenatore, uno dei pochissimi head coach a riuscirci nell'attuale lega. La prossima stagione avremo un quintetto nuovo per due terzi: sarà necessario un grande lavoro per far sì che tutti si inseriscano al meglio insieme ai compagni di squadra". Chiaro dunque il messaggio del proprietario: diversificare le funzioni per ottimizzare i profitti derivanti da ciascun incarico, con ciò che ne consegue per Rivers, in scadenza nel 2019 come allenatore dei Los Angeles Clippers. E proprio nel ruolo di head coach dovrà ora rituffarsi a pieno regime l'ex tecnico dei Boston Celtics, chiamato a mantenere competitivi i californiani, nonostante l'addio di Paul. Il rinnovo di contratto di Blake Griffin, lo sbarco a Lob City di giocatori come Patrick Beverley, Milos Teodosic e Danilo Gallinari, costituiscono le basi della ripartenza. Anche ai Clippers viene così confermato un trend che sta pervadendo un po' tutta l'NBA, quello che vuole distaccate le funzioni di coach e general manager, come accaduto recentemente agli Atlanta Hawks di Mike Budenholzer, tornato a fare esclusivamente l'allenatore con l'arrivo di un nuovo general manager, Travis Schlenk. Solo i Detroit Pistons continuano invece ad affidare entrambi i ruoli a Stan Van Gundy, mentre due allenatori di grande personalità ed esperienza come Gregg Popovich (San Antonio Spurs) e Tom Thibodeau (Minnesota Timberwolves) sono affiancati rispettivamente da R.C. Buford e Scott Layden.