“La coppia di lunghi più completa di sempre”, così i più coraggiosi hanno definito Anthony Davis e DeMarcus Cousins, quando quest’ultimo ha portato il suo talento in Louisiana tramite una max trade che ha smosso vari giocatori nel mese di febbraio. Un’affermazione avventata ad una prima occhiata, che tuttavia appare verosimile se consideriamo anche solo l’arsenale offensivo dei due big men dei New Orleans Pelicans, tranquillamente definibili come la versione rivista e modernizzata del modello delle Twin Towers, già sperimentato negli anni 80-90 da Houston, con Olajuwon e Sampson e successivamente da San Antonio con Robinson e Duncan. Non si sta ovviamente parlando in modo dissacrante dell’11 settembre, ma di un modello di gioco che ha fatto fortune e sfortune di varie franchigie nel corso dei decenni scorsi, fondato su ala grande e centro che diventano le prime opzioni offensive della squadra, con i restanti tre elementi del backcourt che giocano per lo più in funzione dei lunghi in questione. Sistema innanzi tutto non facile da far esprimere al meglio per il semplice fatto che i due interpreti del frontcourt devono, in linea di massima, sapersi completare a vicenda, con le proprie caratteristiche offensive e difensive, e che inoltre rappresenta una pallacanestro per certi versi antiquata, caratterizzata da un ritmo lento e dall’uso non particolarmente costante del tiro da tre punti, quindi diametralmente opposto del modello run and gun dei Golden State Warriors che ha dimostrato di pagare dividendi in questa era cestistica.

Questa riproposizione, apparentemente anacronistica, assume tuttavia parecchio interesse se ne analizziamo gli interpreti: parliamo di fatto dei due prototipi del frontcourt moderno, formato da Anthony Davis nel ruolo di ala grande, giocatore dotato di un fisico perfetto per giocare a pallacanestro sommato ad una versatilità e ad una potenza che ha pochissimi eguali al mondo, e dal centro DeMarcus Cousins, attualmente riconosciuto come il miglior interprete del ruolo in NBA, dotato di caratteristiche fisiche da pivot dominante (211 cm per 122kg), ma con una rapidità di piedi e un ball handling da funambolo e un range di tiro che spazia dal midrange al tiro da tre punti con ottime percentuali. Probabilmente la coppia, offensivamente parlando, più versatile che si sia mai vista nel reparto lunghi, sicuramente la migliore sulla piazza al momento, che prevede di far penare i pari ruolo di tutta la lega, a suon di rimbalzi, movimenti in post, ma anche tiri dalla media e dalla lunga distanza, con continuità.

Recentemente Anthony Davis è tornato a parlare sulla sua convivenza con DMC e sui buoni propositi per l’anno venturo: “Non abbiamo avuto molto tempo per lavorare insieme l’anno scorso, quindi vogliamo sfruttare l’opportunità estiva, dove abbiamo parecchio tempo e siamo entrambi nella stessa città, per lavorare insieme, dato che giocheremo insieme parecchio. Tutto sta nell’abituarsi all’altro. Sappiamo sicuramente entrambi cosa l’altro può fare. […] useremo entrambi questo tempo per essere pronti e provare a migliorare la squadra”.

fonte: NBA.com
fonte: NBA.com

In estate, inoltre, alla compagine allenata da coach Alvin Gentry, è stata annessa anche la point guard veterana Rajon Rondo, arrivato a NOLA dopo un pellegrinaggio che l’ha portato a vestire la maglia dei Pelicans, dopo aver cambiato tre maglie in altrettante stagioni, in seguito ad una vita passata ai Boston Celtics. Su questa ultima acquisizione si è ancora espresso Davis : “ Cousins ha giocato con lui a Sacramento e lo conosce molto bene, anche dagli anni dal college a Kentucky. Lui è stato un elemento chiave che ha portato Rondo qui, siamo contenti di averlo in squadra. Merito di DeMarcus che tanta sempre di aiutare la squadra a migliorare e questo ne è un esempio”.

Parole al miele di Davis per i suoi compagni che tuttavia non nascondono una verità inconfutabile: la pallacanestro non è matematica, il valore dei componenti della squadra non garantisce necessariamente un risultato positivo e nella storia nba ci sono esempi a non finire di squadre formate da grandi interpreti del gioco, ma che si sono rivelati incompatibili e di conseguenza disastrosi. New Orleans da questo punto di vista pare essere sorretta da un equilibrio molto labile, con i due lunghi a contendersi di fatto il ruolo di primo violino, essendo entrambi dei formidabili scorer e rimbalzisti, un Rajon Rondo che, in seguito prima all’infortunio al ginocchio e successivamente alla partenza da Boston, non ha ancora ritrovato il proprio equilibrio e la propria dimensione tecnica e mentale, e attorno una squadra in cui, fatta eccezione per un paio di elementi, il talento non scorre certo a fiumi. Uno degli elementi del “supporting cast” più interessanti è Jrue Holiday che, tra l’altro, occupa in campo lo stesso ruolo di Rondo, come anche il rookie Frank Jackson, cosa che rappresenta un vero e proprio sovraffollamento nel ruolo di point guard, problema che va ad aggiungersi alla lista di una squadra che pare avere l’entusiasmo per volare, ma che per molti motivi sembra ancora lontana dal poterci riuscire.

I  noti problemi caratteriali di Cousins sembrano davvero cosa di poco conto di fronte ad una ferrari con il motore di un'utilitaria che in questo momento sembra rappresentare la franchigia della Louisiana. Il progetto è agli albori, il talento c’è ma poco distribuito e le incognite sono molteplici applicate ad un modello di gioco che potrebbe rivelarsi, come già detto, non al passo coi tempi, che vedono il ritmo forsennato e il tiro da tre punti come armi principali per una squadra da titolo. Da verificare anche l’efficacia difensiva di questa squadra, che alterna buoni interpreti nella propria metà campo, a gente che nella propria carriera non ha mai fatto della difesa il proprio cavallo di battaglia, primo fra tutti lo stesso Cousins, dotato di mezzi fisici e atletici che lo renderebbero un ottimo marcatore, ma che negli anni a Sacramento ha spesso mostrato la sua poca inclinazione al lavoro sporco.

I New Orleans Pelicans si affacciano ad una stagione con molti buoni propositi, ma con troppe incognite per poterla ritenere una credibile pretendente per i primi posti ad ovest. Con la speranza di essere smentiti da Davis, Cousins e il resto dei ragazzi allenati da Alvin Gentry, assisteremo con assoluto interesse a questo esperimento a metà tra il vintage e il moderno, non dimenticando che il centrone ex Sacramento Kings sarà unrestricted free agent la prossima estate, cosa che non esclude la sua partenza in caso di stagione non positiva.