Probabilmente il rookie più atteso dell’anno, sia per l’incredibile pressione e visibilità mediatica che suo padre LaVar ha contribuito a dargli, sia per il rendimento di altissimo livello che ha avuto prima ad UCLA e successivamente nel torneo di summer league di Las Vegas, Lonzo Ball è sicuramente la matricola della quale la maggior parte degli appassionati e dei fan attendono l’esordio in regular season con più entusiasmo ed aspettative. Il playmaker, nativo di Los Angeles, ha già iniziato nel migliore dei modi la sua esperienza in maglia Lakers, conducendo la squadra nella vittoria del torneo estivo e ottenendo il riconoscimento di MVP della manifestazione, grazie ad una serie di prestazioni di altissimo livello. Una prima esperienza che ha consolidato i grandi paragoni che da mesi vengono attribuiti al ragazzo, come quello di Magic Johnson, vero artefice dell’acquisizione di Ball al draft, e Jason Kidd, una delle migliori point guard degli ultimi 20 anni e attualmente head coach dei Milwakee Bucks.

16.3 punti, 9.3 assist, 7.7 rimbalzi, 2.5 palle rubate e 1.0 stoppate a partita sono le ottime medie di Lonzo nel torneo che delineano perfettamente il profilo tecnico del ragazzo angelino, ovvero un grande costruttore di gioco, con numeri importanti nello scoreboard, ma anche ottima presenza a rimbalzo e un grande q.i. cestistico che lo rendono un formidabile intercettatore di passaggi e conduttore di contropiedi. A coronare queste caratteristiche è l’innata capacità del figlio di LaVar di osservare il gioco e i movimenti dei compagni per servirli al momento giusto con passaggi di precisione millimetrica, che lo rendono di fatto il compagno di squadra che chiunque vorrebbe avere, capace di premiare, con la sua visione di gioco, ogni singolo movimento dei compagni, che di conseguenza si sentono invogliati a riempire le linee in transizione, consapevoli di poter ricevere il pallone da un momento all’altro per un comodo layup o per un tiro da tre completamente smarcato. Grandi caratteristiche da all-around player per Lonzo, capace di riempire il referto partita in praticamente ogni voce statistica e che, in un contesto NBA, potrebbe far la gioia di molti compagni e al contempo mettere in bacheca tantissime triple doppie. In questo senso sono significative le parole di Mark Jackson, quarto miglior assistman della storia dell’NBA (10334 assist in carriera), che ha speso queste parole per Lonzo: “È un talento speciale,, ha una grande visione di gioco, è un grande competitore, assolutamente pronto per l’NBA. La sua abilità nel passaggio è contagiosa, una presa da home run per Magic, Rob Pelinka e l’organizzazione Lakers”. Nell'ampio repertorio di Lonzo vi sono anche delle fucilate a tutto campo da vero quarterback di NFL, che più di una volta ha mostrato in questa summer league, soprattutto con Kyle Kuzma, altro rookie dei lakers molto interessante, come ricevitore, con il quale Ball sembra aver instaurato un'ottima intesa.

Parlando del tiro, in molti si sono espressi sulla particolare meccanica di tiro del prodotto di UCLA, il quale tuttavia aveva mantenuto per tutto l’anno di militanza in NCAA un ottimo 41% da 3 punti, che aveva convinto anche i più scettici. In questa Summer league tuttavia alcuni problemi si sono palesati per quanto riguarda il tiro dalla lunga distanza, con una prima partita caratterizzata da un pessimo 1-11 da tre punti per il giovane angelino, il quale sicuramente ha continuato in crescendo il torneo, da questo punto di vista, ma che comunque ha tirato complessivamente 10-42 dal campo dietro la linea dei 7.25 metri. Positivo è senz’altro l’approccio di Lonzo di fronte alle difficoltà al tiro, che non gli hanno impedito di continuare a giocare in tranquillità e di tirare in fiducia, soprattutto nella straordinaria prestazione contro Philadelphia, chiusa con 36 punti. Un tiro che sicuramente non sarà impeccabile dal punto di vista stilistico e che probabilmente non renderà mai Lonzo uno specialista del tiro da tre, ma che secondo molti addetti ai lavori non causerà molti problemi alla point guard e fornirà garanzie sufficienti a lui e ai Lakers. A conferma di questo sono le parole rilasciate da Jason Kidd, che ha dichiarato di aver utilizzato solo marginalmente il tiro da tre punti nei primi anni della sua carriera NBA, in quanto la sua priorità era tenere lo sguardo alto per linee di passaggio efficaci per i suoi compagni. Il ruolo primario per un giocatore come Kidd e Ball non è certamente quello di guidare lo scoreboard, ma di distribuire efficacemente il pallone ai compagni per metterli in ritmo, con all’occorrenza qualche iniziativa personale, in base a ciò che la difesa concede.

Un altro dubbio sollevato dai più riguarda la scarsità di talento che il roster dei Lakers presenterebbe attualmente, e come Lonzo potrebbe far fronte ad una penuria di ricevitori di alto livello per i suoi passaggi. Questa eventualità, sommata all’elevatissimo livello competitivo che l’NBA prevede soprattutto nel ruolo di point guard, con interpreti come Stephen Curry, Russel Westbrook, John Wall e molti altri, potrebbe aumentare la già smisurata pressione sulle spalle di Lonzo, il quale è visto dai Lakers come pietra angolare per la loro risalita al successo, dopo anni mediocri. Questa considerazione, certamente opinabile, è sicuramente evidenza della volontà dell’intero mondo NBA di osservare la capacità di Ball di far rendere al meglio anche compagni non dotati dello stesso talento di cui dispongono, ad esempio, i Golden State Warriors, vero metro di paragone attuale per ogni franchigia con ambizioni importanti. Un altro punto a sfavore di Ball è sicuramente la struttura fisica: Lonzo ha una conformazione del corpo perfetta per giocare a pallacanestro, è piuttosto alto per la media delle point guard di ruolo (198 cm), ha braccia lunghe e mani gradi che gli permettono sia una grande efficacia nel recupero palloni, che a rimbalzo, unite ad una buona velocità di base che tuttavia non è ancora supportata da una struttura fisica abbastanza solida. In prospettiva, questa lacuna potrebbe causare problemi, soprattutto in ambito difensivo (in cui già Lonzo non è sempre impeccabile), contro pari ruolo più potenti ed esplosivi e ciò è già consapevolezza del ragazzo angelino che ha già in mente come primo miglioramento per questa estate un allenamento specifico per aumentare la forza fisica, necessaria nella lega atleticamente più impegnativa del globo. Ricordiamo tuttavia che si sta parlando di un ragazzo di diciannove anni, con ampi margini di maturazione atletica e fisica, oltre che tecnica.

Di questo pensiero sembra essere lo stesso Mark Jackson che ha dichiarato: “Migliorerà giocando. Io sono stato fortunato a giocare per un coach (Rick Pitino) che mi permise il lusso di sbagliare e lui giocherà per un fantastico giovane allenatore, Luke Walton che gli permetterà di sbagliare e di maturare”. Jackson continua scacciando paragoni tra Lonzo e grandi del passato, allontanandosi anche dalla linea esagerata del padre di Lonzo, LaVar Ball: “Con tutto il rispetto per il ragazzo, non mancherò di rispetto ai grandi di questo sport con questi paragoni. Ho sentito i commenti di suo padre, sia su Magic e Kidd, ma concentriamoci su Lonzo, che è un fantastico giovane giocatore con un gran futuro”. In merito a Ball, anche Jason Kidd ha notato una cosa che distingue l’ex UCLA Bruins: “La sua compostezza, la sua maniera di giocare, sembra sempre che sia sotto controllo e cosciente di cosa succede attorno a lui – dichiara Kidd – il suo equilibrio, la sua abilità di capire di cosa abbia bisogno la sua squadra in quel momento e come facilita il gioco per i suoi compagni. Ha visione di gioco e previsione di gioco. Compete per vincere, quando hai già quelle qualità è più semplice imparare a tirare. Ci vuole solo del tempo e penso che con esso lui potrà diventare un giocatore completo”. La grande forza di Lonzo è proprio questa, ovvero che ha lacune in quegli aspetti del gioco che col tempo, l’impegno e l’esperienza si possono affinare, ma già possiede capacità di altissimo livello in altri aspetti che non possono essere insegnati né sviluppati, sono frutto del talento e dei doni di madre natura. La visione di gioco, la capacità di prevedere dei movimenti e fare la scelta giusta, la volontà di coinvolgere i compagni, le attitudini da all around player e le doti di leader sono le caratteristiche innate di Ball di cui i Lakers hanno disperatamente bisogno per tornare a competere ad alti livelli. Lonzo tra l’altro in questo primo mese da Laker ha sempre mostrato un temperamento molto pacato, rilassato, sicuro di sé, ma anche umile, desideroso di migliorare e attento alle necessità del gruppo, dando sempre il merito ai suoi compagni dei suoi successi come playmaker, un atteggiamento che può solo far piacere a tutta l’organizzazione, a cominciare dalla squadra.

Attendiamo con ansia l’esordio in regular season del “Nuovo volto dei Lakers”, come lo stesso Magic Johnson, presidente e leggenda della franchigia giallo viola lo ha definito, con la speranza che la sua carriera possa essere davvero paragonabile a quella di grandi point guard del passato che hanno contribuito a farci innamorare di questo fantastico sport.