Il debutto più atteso nella giornata d'esordio della Summer League 2017 era ovviamente quello del nuovo arrivato in casa Lakers, Lonzo Ball, che vestiva per la prima volta in carriera la maglia gialloviola nel derby cittadino contro i Clippers, a Las Vegas. Tutti gli occhi del mondo puntati sul debutto della seconda scelta assoluta dell’ultimo Draft; grandi aspettative e grandi parole si sono spese per il prodotto di UCLA, considerato senza mezzi termini la pietra angolare della svolta della franchigia di Los Angeles, dopo il recente passato fatto unicamente di stagioni fallimentari, con i playoff che mancano ormai da quattro stagioni.

Debutto iniziato tra l’entusiasmo mediatico e del pubblico presente nel palazzetto, letteralmente esploso al primo tocco di palla di Lonzo che non ha fatto attendere per sfornare una delle sue giocate, un alley oop millimetrico concluso da Brandon Ingram, altro osservato speciale in questa Summer League, che ha fatto letteralmente esplodere il pubblico di Las Vegas. Il buon giorno si vede dal mattino, questo è certo, ma non se si parla di basket NBA, perché Lonzo a questa prima giocata ha fatto seguire una partita non esattamente entusiasmante. Gravi difficoltà al tiro per lui, che chiuderà la partita con uno scarso 2-15 dal campo, per soli 5 punti, con 1-11 dalla lunga distanza, percentuali ben diverse rispetto a quelle che il nativo di Los Angeles ci aveva abituato nel suo unico anno in NCAA.

fonte: yahoo sports

A salvare parzialmente una prestazione sottotono, che forse ha risentito dell’immensa pressione, è la proverbiale visione di gioco di Lonzo. La point guard angelina ha mostrato anche in una serata difficile come questa la sua estrema abilità nel distribuire il pallone ai compagni, con una velocità e una precisione chirurgica, sia a difesa schierata che in transizione, con dei missili che partivano dalle mani del giovane playmaker per mettere in ritmo i compagni (5 assist alla fine per lui). Contentino per il pubblico dell’università di Las Vegas che si aspettava ben altro da parte del figlio di LaVar per il suo debutto, che ha inoltre palesato alcune difficoltà in difesa, preoccupazione nota per gli scout NBA che valutarono Ball al college: ad una prontezza di mani notevole ha però aggiunto poca solidità in uno contro uno contro avversari fisicamente più prestanti.

“È eccezionale ed è esattamente ciò che speriamo diventerà per la nostra franchigia - dichiara l’head coach Luke Walton, intervistato da ESPN - gioca in maniera contagiosa ed è veramente eccitante, ma ricordiamoci che ha 19 anni, saremo tutti pazienti con lui, siamo sicuri che sarà eccezionale, ma servirà un po’ di tempo, sarà un processo di crescita, ma siamo entusiasti di averlo con noi”. Lonzo che, a differenza dell’esuberante padre, ha dimostrato molta pacatezza ed umiltà nei confronti di se stesso e della franchigia di cui fa parte, dichiara Byron Scott, ex coach e giocatore dei Lakers: “A Los Angeles dovrebbero essere tutti eccitati di avere Lonzo in squadra”. Un approccio paziente e ponderato quindi per lo staff e il front office dei Lakers, che non vuole assolutamente bruciare le tappe, consapevole di avere in mano un grande playmaker, un leader, ma che al contempo deve ancora migliorare, ambientarsi ai ritmi e alla fisicità NBA e soprattutto entrare completamente nei meccanismi che coach Walton vorrà imprimere nella sua squadra per l’anno venturo.

Tatum e Fultz, fonte: Bleacher Report

Lonzo chiude con questa prestazione il giro di debutti per quanto riguarda le prime tre scelte dello scorso draft. La prima scelta Markelle Fultz ha fatto trasparire positività per il suo impatto - fatto a Utah, nel torneo di Salt Lake City - concludendo le prime due partite, giocate rispettivamente contro Boston e Utah, con 17 e 23 punti segnati, mostrando la sua proverbiale abilità di scorer ed un impressionante impatto fisico, insolito per una guardia poco sopra il metro e novanta. Come spesso è capitato durante il campionato NCAA, alle ottime prestazioni individuali Fultz non ha aggiunto la vittoria di squadra, perdendo entrambe le partite (assente nell’unica vittoria dei 76ers nell'ultima giornata).

Altro discorso per Jayson Tatum, terza scelta assoluta proveniente da Duke e autore di due prestazioni di altissimo livello sia in termini statistici (21 punti e tiro della vittoria e 23 punti con 10 rimbalzi) che di impatto fisico, tecnico e mentale nelle partite, mostrando una maturità insolita per un diciannovenne che ha strappato sorrisi allo staff dei Celtics e già paragoni importanti da parte dei media e del pubblico, che già lo accosta a Paul Pierce.

Fox in azione contro i Suns, fonte: USA basketball


​Grande sfida nella giornata di ieri tra Josh Jackson e De’Aaron Fox, rispettivamente quarta e quinta scelta del draft, impegnati nel loro debutto a Las Vegas in un face off tra le loro franchigie di appartenenza, ovvero Phoenix Suns e Sacramento Kings. Entrambi hanno iniziato questa estate a marce altissime concludendo la partita entrambi con 18 punti. Jackson ha mostrato tutta l’intensità e la prestanza atletica e fisica che lo contraddistinguono, aggiungendo allo scoreboard anche 8 rimbalzi catturati. Fox ha contrapposto la sua velocità palla in mano con accelerazioni degne di paragoni con John Wall, con una notevole solidità per quanto riguarda il jumpshot dalla media distanza, considerato il suo tallone d’Achille, aggiungendo al tabellino 4 assist e 5 palle rubate. Un’interessante sfida che ha visto i Suns di Jackson prevalere, ma che ha evidenziato perfettamente la caratura dei due giovani neo arrivati nelle rispettive squadre, che speriamo porteranno un contributo di egual livello anche sui parquet NBA.