Dovrebbe chiudersi oggi, dopo tre anni, l'avventura di Phil Jackson ai New York Knicks. Secondo quanto riportato infatti pochi minuti fa da Ramona Shelburne di Espn, l'ex allenatore di Bulls e Lakers, sarebbe a un passo dall'addio con la franchigia della Grande Mela, dopo una settimana di discussioni e tensioni con il proprietario dei Knicks, James Dolan.
Tensioni che si sarebbero acuite negli incontri avvenuti tra i due la scorsa settimana, con Carmelo Anthony convitato di pietra e oggetto del contendere. Mentre Jackson non ha mai fatto mistero di considerare Melo fuori dal suo progetto tecnico, al punto da proporre a Dolan un buyout (risoluzione del contratto e buonuscita) per "liberarsi" del prodotto da Syracuse, il proprietario dei Knicks si sarebbe opposto a questa ipotesi di lavoro. Si tratterebbe comunque solo dell'ultimo casus belli, in un rapporto d'amore mai sbocciato. Spesso denigrato, persino irriso per il suo attacco triangolo, Jackson è stato a lungo oggetto degli strali di stampa e tifosi della Grande Mela, nonostante il suo contratto da presidente e plenipotenziario fosse in scadenza solo nel 2019. Cinque gli anni che il Maestro Zen si era dato per riportare ai vertici i Knicks, obiettivo sinora fallito, con un record complessivo di 80 vittorie e 166 sconfitte sotto la sua gestione (31-51 nell'ultima stagione, con Jeff Hornacek in panchina). E dire che i primi passi di Jackson a New York erano stati accompagnati dalla pesca al Draft del 2015 di Kristaps Porzingis, scelto con la quarta moneta. Una presa che suscitò immediate proteste all'interno dell'ambiente, salvo essere rivalutata successivamente, quando si comprese qual era il reale potenziale del giovane lettone. E proprio Porzingis è diventato recentemente un altro elemento di discordia al'interno dei Knicks. Dopo aver saltato i meeting di fine stagione con staff tecnico e dirigenti, il nuovo idolo del Madison Square Garden è entrato in diverse ipotesi di trade (sia con i Boston Celtics che con i Phoenix Suns), alimentando ulteriore acredine nei confronti di Jackson.
Un Jackson che ha sempre definito Porzingis un "unicorno, un giocatore speciale", salvo dichiarare di dover "pensare al bene della franchigia. Il suo futuro? Chissà. Il futuro potrà portarci due titolari e una scelta al Draft, oppure qualcosa di diverso. Lo scopriremo lungo la strada". Nessuna delle due trade imbastite la notte del Barclays Center è però poi andata in porto, e i Knicks hanno selezionato con l'ottava moneta il playmaker francese Frank Ntilikina, ovviamente su impulso dello stesso Jackson. La mancata trade di Porzingis ha fatto così tornare di attualità la questione Carmelo Anthony, difficile da scambiare per via della "no trade clause" (nessuna trade senza il gradimento del giocatore) inserita nel contratto del numero sette. Di qui l'ipotesi di cercare un accordo consensuale con Melo, per ottenere la risoluzione di un contratto estremamente oneroso (altri 54 milioni in due anni) per le casse dei Knicks, peraltro per un giocatore non ritenuto funzionale alle direttive tecniche del frontoffice. Su questo argomento Jackson si sarebbe infine scontrato con James Dolan che, secondo quanto riportato da Ian Begley di Espn, avrebbe più volte pensato a licenziare il Maestro Zen durante l'ultima stagione. Una stagione in cui tutte le contraddizioni di New York sono venute a galla, sia dal punto di vista tecnico che mediatico, e che dovrebbe a questo punto concludersi con un addio tra Jackson e la franchigia della Grande Mela. Un incontro tra Dolan e lo stesso Jackson per certificare l'addio è ora previsto per stamattina (quindi nel pomeriggio italiano), quando dovrebbe davvero esserci l'annuncio della separazione tra l'undici volte allenatore campione NBA e una delle franchigie più disastrate dell'intera lega.