Dopo una settimana trascorsa sulle copertine dei giornali, e ancor più su quegli degli articoli dei grandi network online, Paul George torna a far sentire la sua voce. La stella degli Indiana Pacers, recentemente accostata ai Cleveland Cavaliers freschi finalisti NBA, chiarisce la sua posizione per il futuro, tendendo la mano alla franchigia di appartenenza, ma allo stesso tempo spronando il suo frontoffice a fare di più per colmare il gap con le prime delle lega.
L'addio di Larry Bird da presidente di Indiana non sembra aver modificato i piani di George, attualmente sotto contratto fino al 2018 (per 19.5 milioni di dollari), quando avrà a disposizione una player option (da 20 milioni), per decidere se rimanere o lasciare i Pacers. 27 anni, reduce da un rientro al di là di ogni più rosea aspettativa dopo il grave infortunio patito nel 2014 con la maglia di Team USA, George è da tempo al centro di rumors di mercato. Accostato in inverno ai Boston Celtics, poi ai nuovi Los Angeles Lakers del duo formato da Jeanie Buss e Magic Johnson, l'attuale numero tredici dei Pacers sarebbe finito ora nel mirino dei Cavs, per una - al momento -fantasiosa trade che coinvolgerebbe anche (e non solo) Kevin Love. Di questo ed altro ha parlato ieri il quattro volte All-Star, a margine di un evento benefico (una partita di softball) svoltosi a due passi dalla Bankers Life Fieldhouse di Indianapolis: "Sono un Pacer - chiarisce George, secondo quanto riportato da Espn - sono sotto contratto e intendo giocare con la maglia di Indiana. Le voci sul mio conto? Sono tutte follie, ma niente che non mi aspettassi. Ho imparato a farci conti ormai da un anno, ci convivo e vivo nel presente". Nessuna apertura nei confronti dei Cleveland Cavaliers e del suo leader LeBron James: "Non parlo mai con LeBron. Non comunichiamo in alcuno modo. Ovviamente guardo a lui come a un modello, perchè è stato uno straordinario ambasciatore del gioco. Ha anche avuto un'enorme influenza su di me fuori dal campo, ma attualmente non ci stiamo parlando, e di certo non ci siamo detti dove andremo a giocare". Sembra dunque spegnersi sul nascere l'ipotesi di uno scambio tra Indiana e Cleveland, tra George e Love, paventata dagli addetti ai lavori per rendere i Cavs ancor più competitivi, al livello dei nuovi campioni NBA, i Golden State Warriors.
Un po' a sorpresa, Paul George spiega di sperare di chiudere il gap con la stessa Cleveland, a neanche due mesi di distanza da una serie di playoffs che ha visto la sua Indiana perdere in maniera netta, uno sweep (4-0), proprio contro la squadra di LeBron James e compagni. Ma il numero tredici dei Pacers crede che, grazie alle giuste mosse al prossimo Draft del 22 giugno e ad altri movimenti intelligenti sul mercato dei free agents, Indiana possa avvicinarsi a Cleveland, e magari batterla a partire dalla prossima stagione. "Per certi versi, penso davvero che siamo vicini - prosegue PG13 - non è così difficile da credere: contro i Cavs abbiamo fatto meglio di qualsiasi altra squadra della Eastern Conference, e avremmo potuto vincere la serie. Allo stesso tempo, è ovvio che abbiamo bisogno di un tasso superiore di talento e di giocatori migliori". Seguono poi le dichiarazioni di coach Nate McMillan: "Non sono affatto sorpreso dalle parole di Paul - dice il capo allenatore di Indiana - mi aspettavo che dicesse esattamente ciò che ha detto, e cioè che l'anno prossimo giocherà con noi". Tra la volontà di George e la realizzazione della stessa ci sono però molti elementi da valutare: in primis, le mosse del nuovo presidente Kevin Pritchard. Avere un superstar in scadenza di contratto, con basse prospettive di rinnovo, potrebbe non essere la soluzione migliore per la stessa franchigia, a sua volta intenzionata a ricostruire partendo da zero. Ecco perchè, nonostante i buoni propositi di George, i Pacers potrebbero ascoltare offerte per la loro small forward, tra tutte quella dei Boston Celtics di Danny Ainge, in possesso della prima scelta assoluta al prossimo NBA Draft.