Kevin Durant è riuscito nel suo intento, ha trionfato con la maglia dei Golden State Warriors e si è definitivamente consacrato sul palcoscenico della lega, la più bella ed entusiasmante dell'intero pianeta. Lo ha fatto nel modo migliore, ovvero da indiscusso protagonista. La franchigia della Bay Arena ha chiuso ogni discorso in gara 5, trionfando alla Oracle Arena con il punteggio di 129-120 ed ancora una volta l'ex Thunder è stato l'uomo in più. La prestazione irreale di questa notte recita 39 punti con 14/20 al tiro, ma è stata solo la ciliegina sulla torta, in quanto Durant ha vissuto un'intera serie, contro i Cavs, fuori le righe. KD, infatti, ha archiviato le prime FInals NBA riuscendo a viaggiare su cifre astronomiche, monstre: 35.2 punti con il 55.5% dal campo, 47.4% da tre punti e 92.7% ai tiri liberi, ed a ciò vanno aggiunti anche 8.4 rimbalzi, 5.4 assist, 1.8 stoppate. Una furia in campo. In talune circostanze, è sembrato più un marziano, che un comune giocatore di pallacanestro.

All'attacco, ha abbinato anche tanta difesa, sia su LeBron James, e sia sulle restanti bocche di fuoco della squadra dell'Ohio. Non solo, dunque, alta spettacolarità, ma anche efficacia e tante dosi di lavoro sporco che non rientrano nemmeno nelle statistiche avanzate della lega, ma che ne fanno di Kevin Durant un vero e proprio giocatore all around. La conquista del Larry O’Brien Trophy è il giusto premio per un giocatore che è cresciuto in maniera smisurata, esponenziale, sotto tanti punti di vista negli ultimi 2/3 anni ed in maglia Warriors è riuscito a raccogliere i frutti del suo duro e certosino lavoro quotidiano. Le Finlas vissute da primo attore gli sono valse anche un ulteriore, notevole e sopraffino riconoscimento, individuale. Ha vinto il premio di MVP delle Finals, questo a corollario delle cinque sfide contro i Cavaliers, vissute da assoluto mattatore, ricoprendo anche il ruolo, per nulla semplice, di clutch man (rivedere il finale di gara 3, alla Quicken Loans Arena).

Subito dopo aver conquistato la vittoria, ed il titolo, Kevin Durant si è lasciato andare ad alcune dichiarazioni, celebrando innanzittutto il gruppo: "Questa è una famiglia, prima di tutto, qui mi hanno accolto alla grande. A distanza di un anno, posso tranquillamente dire che è stata la scelta giusta. Ora è il momento di festeggiare, e di non pensare a nulla, anche se battere Cleveland è stata davvero dura perchè è formata da giocatori di valore, come LeBron, capace di concludere le Finals in tripla doppia di media". L'ex Thunder prosegue, con il volto visibilmente provato, ma molto soddisfatto di come sia andata: "Quando fai uno sport di squadra, è sempre bello vincere, se poi a questo si aggiunge anche un riconoscimento personale, allora significa che ho compiuto davvero qualcosa di grande, e questo non può far altro che piacere". Al termine della breve intervista, non è potuto mancare un accenno alla mamma, che è stata sempre presente nella vita di Durant, accompagnandolo 'per mano' fino a raggiungere il tetto del mondo: "E' la persona più importante della mia vita", a cui fa seguito un piccolo ma commovente pensiero della madre, scesa in festa sul parquet dell'Oracle Arena: "Te l'ho detto da quando avevi 8 anni che ce l'avremmo fatta, ed eccoci qui, a festeggiare il titolo".