L'abbiamo attesa per dodici mesi, finalmente è arrivata. La finale che tutti aspettavano, quella tra Golden State Warriors e Cleveland Cavs, è pronta a regalarci il terzo atto di una saga che segnerà probabilmente un'epoca cestistica. Giovedì notte vedremo di fronte una delle migliori squadre di sempre, gli Warriors, contro uno dei migliori giocatori della storia del gioco, LeBron James. Per presentare questa sfida potremmo scegliere innumerevoli fattori, uno su tutti quello psicologico, un aspetto che può diventare predominante, a maggior ragione dopo le Finals dello scorso ed il carico di umiliazione che Golden State ha dovuto sopportare per avere buttato via un vantaggio di 3-1. Una preview che si rispetti, però, non può prescindere da un'analisi delle variabili tattiche che troveremo davanti non appena sarà alzata la palla due. Abbiamo scelto, in particolare, tre chiavi tattiche che saranno, con ogni probabilità, decisive per l'esito della serie.

Rimbalzi

Per sperare di avere una chanches contro gli Warriors, i Cavs devono obbligatoriamente vincere la lotta a rimbalzo. Uno dei fattori che ha cambiato l'inerzia delle Finals 2016 è stata proprio la capacità dei lunghi di Cleveland, Tristan Thompson su tutti, di aumentare il numero dei possessi di squadra, catturando una quantità infinita di rimbalzi offensivi. Se c'è un punto debole di Golden State è proprio nei pressi del ferro. In regular season la squadra di coach Kerr è stata penultima per percentuale di rimbalzi difensivi catturati (74.9%), migliorando, però, il proprio rendimento ai playoff (77.5%, nona tra le compagini che hanno partecipato alla post season). Nell'unica gara di questi playoff in cui sono andati in difficoltà, ovvero gara-1 della serie contro gli Spurs, Golden State è stata letteralmente distrutta a rimbalzo da San Antonio. Grazie ai 22 (!) rimbalzi offensivi raccolti, gli Spurs hanno impedito a Golden State di correre in transizione, riuscendo così a snaturare il gioco dei californiani, che fanno proprio dei ritmi elevati e dei punti facili in contropiede una delle loro armi più letali.

Cleveland possiede senza dubbio il personale per esporre i limiti sotto le plance degli Warriors. Tristan Thompson è, da questo punto di vista, un vero e proprio incubo per i lunghi avversari. Il centro canadese possiede un istinto innato per calamitare palloni che sembrano persi, grazie a braccia lunghissime e alla capacità di rimanere sempre attivo anche dopo la conclusione dei propri compagni. In questi playoff Thompson è stato il quarto giocatore per percentuale di rimbalzi offensivi catturati (16.6%) e terzo per numero di rimbalzi offensivi (4.2). Nella gara di Natale contro Golden State, il prodotto di Texas è stato uno dei fattori determinanti per la vittoria dei Cavs. I suoi 6 rimbalzi offensivi hanno tenuto in vita Cleveland nel momento in cui il proprio attacco è andato a sbattere contro la difesa californiana. Una prestazione che dovrà replicare in questa serie per dare una speranza di vittoria alla franchigia dell'Ohio.

Difesa in transizione e tagli backdoor

Andare forte a rimbalzo offensivo, però, ti espone a dei rischi in transizione. Nel momento in cui il tuo lungo perde la battaglia sotto le plance, si crea inevitabilmente una situazione di inferiorità numerica e questo, contro i Golden State Warriors, può essere letale. Golden State è nettamente prima, in questi playoff, per punti segnati in transizione (20.7). Se l'anno scorso lasciar correre gli Warriors significava esporti alle triple di Curry e Thompson o alle cavalcate verso il ferro di Green e Iguodala, quest'anno consentire a Golden State di andare su e giù per il campo, vuol dire anche consegnarti ad un giocatore mortale in questa situazione di gioco: Kevin Durant. Il 28% dei tiri presi da KD in questa postseason deriva proprio dalle sue scorribande in campo aperto. Questo gli consente di segnare punti facili e di arrivare più lucido a giocare i possessi a difesa schierata.

La difesa dei Cavs non ha di certo brillato in questa situazione di gioco, soprattutto in regular season, quando con 1.18 punti concessi per possesso è stata la peggiore difesa in transizione. Qualora, dunque, Cleveland non dovesse riuscire a rallentare il ritmo agli Warriors, c'è il rischio che possa subire parziali dolorosi in brevissimo tempo.

Due delle lacune principali della difesa dei Cavs, inoltre, sono la scarsa concentrazione e i problemi di comunicazione. Nella serie contro i Celtics, seppur dominata in lungo e in largo, Boston ha sbagliato decine di tiri non contestati, sorprendendo spesso e volentieri Cleveland con i tagli backdoor. Golden State esegue molti schemi simili a quelli adottati da coach Stevens. In questo caso, però, eventuali blackout e difficoltà nel comunicare i cambi, rischiano di costare tantissimo ai Cavs, perché dall'altra parte non ci saranno più Bradley, Smart e Crowder, ma Curry, Thompson e Kevin Durant.

Difesa del pick and roll

Preparatevi a vedere decine e decine di pick and roll nel corso della serie. Cleveland, in particolare, cercherà, come fatto l'anno scorso, di coinvolgere Curry in questa situazione di gioco e di forzare un cambio su LeBron James. Nella serie del 2016, questa tattica ha dato i suoi frutti, caricando di falli il prodotto di Davidson, innervosendolo oltremodo e contribuendo ad aumentare il suo logorio fisico. I Cavs hanno perfezionato quest'arma nel corso della stagione. Il pick and roll tra James ed Irving è diventato un rebus irrisolvibile per qualsiasi difesa, per via soprattutto degli enormi miglioramenti di Kyrie come bloccante. "Choose your poison" direbbero gli americani. E se in passato potevi passare sotto i blocchi quando LeBron portava palla, invitandolo palesemente al tiro, oggi questa tattica non è praticabile, perché James, dall'alto del suo 42% da tre in questi playoff ,può punirti senza pietà anche da dietro l'arco. Kerr ed il suo staff potrebbero decidere di rinunciare, almeno in parte, a cambiare su ogni blocco come sono soliti fare, pur di impedire un mismatch improbo per Curry. Già nella partita di Natale abbiamo visto qualcosa di diverso, con Curry che cambia su James per pochi decimi di secondi, giusto il tempo di negargli la linea di penetrazione e di passaggio per poi tornare velocemente sul suo uomo iniziale.

Golden State, dall'altra parte, è la squadra, tra quelle che sono arrivate ai playoff, che gioca con meno frequenza il pick and roll (12.8%). Ma contro dei giocatori poco abili a difendere in movimento, come Love e Irving, è probabile decida di esplorare maggiormente questa situazione di gioco, provando a coinvolgere entrambi i giocatori nel pick and roll Curry/Green.

Cleveland è solita raddoppiare sui pick and roll, eseguendo il cosiddetto blitz. Lo ha fatto sia contro Toronto che contro Boston con buoni risultati, lasciando spesso e volentieri James sul lato debole, pronto ad anticipare la scelta del ball handler in uscita dal raddoppio. Contro gli Warriors, però, creare una situazione di 4 contro 3 sullo scarico del portatore di palla potrebbe essere deleterio, sia per le qualità di passatore di Green che per la pericolosità offensiva degli altri 3 giocatori non coinvolti. L'ipotesi più probabile, come avvenuto già l'anno scorso, è che Lue scelga di cambiare su quasi tutti i blocchi, trasformando la partita in una sfida di mismatch ed interrompendo così lo straordinario flow dell'attacco di Golden State. Gli Warriors possiedono i giocatori, Kevin Durant su tutti, ma anche un Curry al massimo della forma, per esplorare con successo in isolamento degli accoppiamenti favorevoli. Contro questa Golden State, però, la coperta è corta per tutti, anche per dei Cleveland Cavaliers che hanno dominato la loro conference e che possiedono senza dubbio il giocatore migliore della serie.