"Ancora tu, ma non dovevamo vederci più?"
A distanza di un anno dalla finalissima della edizione 2016 dell'Eurolega, Cska Mosca e Fenerbahce si ritrovano a braccetto anche in questa annata: dopo una Regular Season diametralmente opposta, accomunata dai tanti infortuni occorsi alle rispettive squadre, sia russi che turchi hanno conquistato l'accesso alle Final Four della Turkish Airlines EuroLeague attraverso un netto e perentorio 3-0 ai danni delle rispettive rivali. Tuttavia, i due percorsi sono stati, anche in questo caso, diametralmente opposti: senza storia la serie tra la squadra di Obradovic ed il suo ex Panathinaikos sepolto senza diritto di replica, molto più ostica invece l'opposizione che il Baskonia ha offerto contro i russi, costretti a spuntarla in tre gare tutte decise nei minuti finali.
Due delle quattro finaliste hanno un nome, quello dei soliti sospetti che si affacciano al Gran Gala di Istanbul di fine mese prossimo con gli altrettanto soliti favori del pronostico. Impossibile non considerare il CSKA di Itoudis come una delle candidate al titolo finale - se non la prima - così come è da ipocriti pensare che le difficoltà - ampiamente lasciate alle spalle - dal Fenerbahce di Obradovic possano intaccare la qualità di una rosa che in questi playoff ha dimostrato, qualora ce ne fosse ancora il bisogno di conferma, di essere una delle migliori del lotto, se non la più completa e forse persino migliore.
Cinismo e killer istinct - Muscoli, cinismo freddezza ed un killer instinct assolutamente unico. Le qualità del CSKA Mosca di Dimitris Itoudis, apparso in leggero appannamento in queste tre gare contro un coriaceo e stoico Baskonia, sono quelle proprie delle grandi, anzi grandissime squadre. Quelle vincenti, senza alcun giro di parole. Già, perché se già lo scorso anno avevamo avuto prova, in finale, del sangue glaciale di Teodosic e compagni, anche stavolta dopo essere stati messi a dura prova dai baschi di coach Alonso, i russi hanno superato la prova. Minimi i distacchi, fatta eccezione per gara 1, quando i padroni di casa sono riusciti negli ultimi due minuti ad allungare fino al più 8 finale; due, invece, i punti che hanno separato le contendenti nei finali delle ultime due contese, decise da un rimbalzo di Hines a Mosca e da due stoppate, di Kurbanov e dello stesso centro americano, ieri in Spagna.
Due finali che però hanno sottolineato - oltre alla strenue resistenza del Baskonia - anche una leggera flessione dello squadrone russo, incapace in casa di archiviare la pratica in entrambe le occasioni quando il vantaggio recitava anche una doppia cifra abbondante di margine. Il CSKA ha sofferto tremendamente l'aggressività difensiva della squadra di Alonso, abile nel far ruotare i suoi uomini riuscendo a non perdere quasi mai in intensità ed atletismo sul perimetro, unite alla fisicità sotto canestro che hanno irretito l'offesa dei moscoviti.
Quasi mai del tutto nella serie Nando De Colo, autore di 42 punti nelle tre serate, bottino relativamente magro per uno dei frombolieri della stagione regolare. Da lui ci si attende decisamente di più, mentre è stato il solito Teodosic ad illuminare la scena e, soprattutto a Mosca, decidere la contesa in favore dei padroni di casa. Condizione rivedibile, soprattutto in vista delle Final Four dove, per portare a casa il back to back, servirà ben altra versione del CSKA in quel di Istanbul.
Onnipotenza cestistica - Passi l'amore viscerale che chi scrive questo articolo ha per il roster e per la qualità del coaching staff del Fenerbahce, ma quanto visto nelle tre partite di playoff contro il Panathinaikos è il messaggio più bello cestisticamente parlando che la squadra turca potesse mandare al resto del plotone in vista delle Final Four che si giocheranno praticamente in casa. Il quinto posto in Regular Season grida ancora vendetta, per il modo in cui si è sviluppata la stagione e, soprattutto, da come è stata falcidiata dagli infortuni che man mano - a rotazione - hanno tolto al roster la qualità di giocatori come Bogdanovic, Sloukas e Datome. Così come rimarcava la stessa guardia serba in una recente intervista al sito dell'Eurolega, per giocare da Fenerbahce tutti gli interpreti devono essere al top della forma e, a quanto pare, il mantra di Bogdan ad inizio serie è stato quantomeno confermato.
La qualità e la quantità nelle due metà campo della squadra turca hanno letteralmente annichilito il Panathinaikos di Pascual, impossibilitato in attacco ad entrare in ritmo e nei giochi, così come in difesa a provare a fermare l'ondata di triple che ha sepolto i greci prima ad Oaka poi nel terzo e quarto periodo della Ulker Sport Arena ieri pomeriggio. 36 i punti di scarto che alla fine delle tre partite hanno separato le squadre, a rimarcare la netta supremazia di Dixon e compagni nell'arco della serie, di fatto mai esistita fatta eccezione per una decina di minuti in avvio di gara 1. Ciò che fa spavento, inoltre, in vista delle Final Four è stata la capacità balistica della squadra di Obradovic, che nonostante un assetto con due lunghi che raramente aprono il campo dal perimetro, riescono con gli esterni a mantenere altissima la percentuale di tiro da oltre l'arco (più del 50% nella serie, con il clamoroso dato del 59% nella prima sfida).
Il recupero a pieno regime di Bogdanovic e degli altri infortunati rappresenta inoltre una iniezione di fiducia non indifferente per questi venti giorni di lavoro che separano i turchi dagli ultimi (forse) due atti della competizione. Insomma, il capitolo vendetta per quanto accaduto a Berlino 12 mesi fa, è già stato aperto.