Se vi piacciono le serie di play-off piene di intensità difensiva e di giocate sporche, dove si fa fatica a superare i 90 punti e dove l'underdog detta i ritmi e gli aggiustamenti tattici, allora Bucks-Raptors è la sfida che fa per voi. Dopo 4 incontri con un grande dispendio emotivo per entrambe le squadre, si torna a Toronto con la serie sul 2-2. In gara-4 i Raptors sono riusciti a portare a casa una partita cruciale, il classico incontro da win or go home, che puntualmente si presenta sulla loro strada a causa di un'ancestrale capacità di complicarsi la vita. Non è un caso che nelle gare-1 dei play-off la compagine canadese abbia un bilancio di nove partite perse ed una sola vittoria. Dopo aver sofferto negli ultimi 3 anni la leadership di Paul Pierce e Paul George, questa volta il supplizio è alto 211 centimetri e ogni sua giocata sembra venire da un Dvd di Space Jam.

Così come Pierce e George, anche Giannis Antetokounmpo è entrato nella testa dei Raptors. Lo ha fatto con la sua apertura alare (qui si esibisce in una stoppata con il gomito) e la sua capacità di coprire metri di spazio in un tempo irrisorio. In questa serie il giocatore greco sta viaggiando con 21.3 punti, 10 rimbalzi e 4.5 assist di media a partita. Ma quello che impressiona più di ogni altra cosa è la sua presenza fisica su ogni singolo possesso difensivo prima ancora che offensivo della serie. Parlano per lui in questo senso le 2 palle rubate di media nelle prime quattro partite, oltre alle 4.8 deflections (quinto in questa categoria durante i play-off).  

Source: Mike McGinnis/Getty Images North America

Ogni volta che i Raptors attaccano il ferro sembra abbiano sempre il timore di vedersi spuntare Giannis o chi per lui alle spalle, pronti a stoppare le loro incursioni a canestro o semplicemente a contestare le loro conclusioni. Più volte nel corso di questa serie abbiamo visto Kyle Lowry arrivare nel pitturato e scaricare la palla sul perimetro piuttosto che appoggiarla al tabellone. Le braccia lunghe dei Bucks sono con ogni probabilità il fattore più importante di questo accoppiamento. La lunghezza degli esterni di Milwaukee ha portato DeMar DeRozan a chiudere gara-3 con un incredibile 0-8 dal campo e costretto coach Casey ad apportare grandi aggiustamenti nel corso della serie. In maniera del tutto sorprendente uno dei giocatori chiave di questo primo turno di play-off è stato fin qui il rookie Thon Maker. Il giocatore del Sud Sudan ha dimostrato di essere estremamente competente come rim protector (in questi play-off gli avversari hanno tirato solo il 34.6% con lui nei pressi del ferro, solo Ibaka e Muscala hanno fatto meglio) e nella difesa del pick and roll, eseguendo alla perfezione le direttive di coach Kidd. I Bucks decidono sistematicamente di raddoppiare il portatore di palla in questa situazione di gioco, invitandolo a scaricare il pallone per il rollante.
I lunghi di Toronto non sono particolarmente abili a portare la palla e a sfruttare il potenziale quattro contro tre sviluppatosi sullo scarico.

Da qui deriva l'assoluta sterilità dell'attacco dei Raptors che con 94.1 punti segnati per cento possessi hanno la peggiore efficienza offensiva di questa postseason. Toronto entra troppo tardi nei propri giochi offensivi e Lowry e DeRozan sono spesso costretti ad inventare negli ultimi secondi del cronometro, finendo col forzare diverse conclusioni. Il giocatore a patire maggiormente la tattica difensiva dei Bucks è stato Jonas Valanciunas, il cui rendimento nelle prime tre gare è stato letteralmente disastroso. Con lui in campo nei primi tre episodi della serie, Toronto ha avuto un differenziale sui cento possessi di -21.4. Il lituano ha sofferto il maggiore atletismo di Maker e degli esterni di Milwaukee, perdendo la battaglia a rimbalzo e dimostrandosi incapace di contenere le incursioni al ferro di Antetokounmpo.

In gara-4 coach Casey è stato costretto a portare diversi aggiustamenti. Valanciunas è uscito dal quintetto per fare posto a Norman Powell che era stato in campo per soli 34 minuti complessivi nelle prime tre partite. La scelta di aumentare con Powell l'atletismo e la versatilità dello starting five e di spostare i minuti di Valanciunas contro un avversario con caratteristiche simili come Greg Monroe ha consentito a Toronto di vincere gara-4 e di riprendersi così il fattore campo.
Powell ha portato freschezza e spensieratezza ad una squadra che troppo spesso in questi anni ha dato l'impressione di patire mentalmente l'appuntamento con i play-off. Non è un caso che le due star della franchigia siano tra i giocatori con le più basse percentuali dal campo ai playoff.

Sul rendimento nella post season di Lowry hanno pesato sicuramente gli infortuni che sovente lo hanno fatto arrivare ai playoff non al 100%. Per quanto riguarda DeRozan, invece, sulle sue percentuali dal campo influisce certamente uno stile di gioco poco ortodosso per l'nba moderna, per via dell'utilizzo smodato di tiri contestati dal midrange e di numerosi possessi giocati in situazioni di isolamento.

In gara-4 DeRozan è riuscito finalmente a trovare il ritmo in attacco grazie soprattutto alle sue incursioni vicino a canestro (18 dei suoi 33 punti sono arrivati da penetrazioni). In generale, i Raptors hanno mosso meglio la palla, cercando di attaccare con più frequenza nei primi secondi dell'azione. La mossa di spostare Valanciunas in panchina, inoltre, ha dato i suoi frutti. Nei minuti in cui il centro lituano ha giocato come unico lungo in quintetti piccoli, i Raptors hanno fatto registrare un parziale di +13. Anche nella meta campo difensiva Toronto ha alzato il proprio livello di gioco, costringendo i Bucks a 21 palle perse (massimo stagionale) e portando Antetokounmpo e Middleton a chiudere con un complessivo 10-32 dal campo. Difficile, però, dire se l'inerzia della serie sia passata adesso dalla parte della squadra canadese. I Raptors fanno ancora una fatica enorme a segnare e difficilmente Milwaukee incapperà in un'altra serata storta di entrambi i giocatori franchigia. La scelta di Casey di affidarsi a quintetti piccoli e di far marcare Antetokounmpo da Ibaka o Tucker sembra però essere quella giusta e potrebbe rivelarsi la chiave per portare Toronto a vincere l'ennesima serie brutta, sofferta e a basso punteggio.