Sono passati 78 anni dall'unica volta in cui gli Oregon Ducks sono arrivati alla fase caldissima del torneo, la Final Four, e quella volta hanno conquistato il primo e ultimo campionato Ncaa della loro storia. Di tempo ne è passato parecchio, ed Oregon si sta comportando come una predestinata al successo finale. Chiariamo subito che non è la favorita, il cui titolo spetta sicuramente a North Carolina ed eventualmente a Gonzaga. La March Madness però ci ha insegnato più volte che contano poco i pronostici perché i ragazzi in campo sono in grado di ribaltare ogni predizione e non sarebbe certo la prima volta.
Iniziamo dalle partite che i Ducks, qualificati come terzi nel tabellone di Midwest, hanno affrontato fino ad adesso: dopo il primo match contro Iona, agevole, il successivo contro Rhode Island (n.11) ha nascosto subito delle insidie ed ha costretto i ragazzi di coach Dana Altman ad una rimonta nel secondo tempo. Il risultato è andato poi a loro favore, ma il distacco dagli avversari è stato di soli tre punti, in un finale risolto da una tripla di Dorsey (stranamente). L'unico match che Oregon non ha faticato a vincere è stato quello del secondo turno, contro Iona (n.14). La partita infatti è stata dominata nei primi venti minuti con Brooks e compagni che hanno segnato ben 55 punti, per poi giocare il secondo tempo in totale tranquillità.
Alle Sweet Sixteen si è svolta un'altra gara equilibratissima contro la settima del tabellone, i Michigan Wolverines, vinta ancora una volta nei secondi finali nonostante un ottimo Derrick Walton Jr. dall'altra parte del campo. La partita più bella fin qui è stata però quella delle Elite Eight, in cui neanche Kansas è riuscita a fermare questi ragazzi, autori di una prova spettacolare. Dorsey segnava da qualsiasi posizione, ma il vero asso nella manica è stato Jordan Bell che non ha permesso agli avversari di avvicinarsi al tabellone, se non per subire stoppate. Il resto lo ha fatto l'organizzazione difensiva dei Ducks, che, nonostante un calo evidente e scontato nel secondo tempo, è riuscita a resistere al rientro di Kansas, guadagnandosi l'accesso alle Final Four dopo ben 78 anni.
Oregon è arrivata fin qui senza l'aiuto di una delle stelle della squadra, Chris Boucher, riuscendo a sostituirlo perfettamente. Il quintetto prevede Pritchard come playmaker, quasi mai chiamato in causa quando la palla scotta ma capace comunque di segnare qualche canestro. Ennis in posizione di guardia ha mostrato ottime doti da tiratore ma anche in penetrazione; preferisce agire su scarico e quasi mai prende iniziative in uno contro uno. Il giocatore più in forma è senz'altro Tyler Dorsey, il quale nel torneo viaggia con 24.5 punti di media e delle percentuali pazzesche (66.7% dal campo e 65.4% da tre punti); semplicemente l'arma letale di coach Altman.
L'altro giocatore da tenere d'occhio è Dillon Brooks, molto costante durante tutta la stagione, uno con gli attributi che conosce alla perfezione i suoi compiti e sa come svolgerli. Sicuramente è il secondo violino della squadra con 16.5 di media, ma la difesa di North Carolina dovrà guardarsi bene da lui, solito cercare conclusioni dentro l'area ma non per questo in difficoltà dalla lunga distanza. A completare il quintetto c'è Jordan Bell, uno dei migliori contro i Jayhawks. Le sue doti sono quelle classiche di un centro: tanta energia sotto entrambi i tabelloni, stoppate a non finire e anche dei movimenti in post che gli avversari sono costretti a rispettare. Nel match a Kansas City, ha sfiorato la tripla doppia ma non è certo un buon passatore; oltre agli 11 punti e ai 13 rimbalzi ha realizzato la bellezza di 8 (!!) stoppate che hanno fermato le velleità avversarie vicino a canestro. La rotazione dei Ducks si conclude con altri tre giocatori dalla panchina: Smith e Bigby-Williams (soprattutto il secondo) sono i ricambi delle ali e del centro, mentre Benson (con 20 minuti a partita) sostituisce le due guardie ritagliandosi diverso spazio.
La semifinale del Grande Ballo vedrà Oregon dare prova delle proprie abilità contro North Carolina, la favorita assoluta nonché la squadra che per più volte è arrivata alle Final Four. I Ducks giocheranno per secondi, con la palla a due alle 2.45 orario italiano, dopo l'altra semifinale South Carolina - Gonzaga. Se Altman vuole avere qualche speranza di vittoria, dovrà riuscire a mettere in campo la difesa solida che li ha contraddistinti in tutto il torneo, altrimenti il rischio di esser spazzati via dal talento offensivo dei Tar Heels è alto. Per Oregon è necessario un altro miracolo, che supera di gran lunga lo sforzo compiuto fino ad ora. Riusciranno Dorsey e compagni ad avvicinarsi di un altro passo a quel trofeo che manca da 78 anni?