Sono trascorse circa tre settimane dal passaggio - forzato - di consegne tra Jim e Jeanie Buss alla guida dei Los Angeles Lakers, franchigia di pallacanestro più conosciuta al mondo. Era infatti il 21 febbraio, quando Jeanie, figlia del defunto presidente Jerry, silurò in un colpo solo il fratello Jim, che deteneva le leve del comando da un triennio, il general manager Mitch Kupchak, e il responsabile della comunicazione John Black, per insediarsi a El Segundo, in una sorta di duumvirato gialloviola, insieme a Magic Johnson, passato in pochi giorni dallo status di consulente personale a quello di presidente delle operazioni cestistiche. 

Jeanie Buss. Fonte: AP Photo/Mark J. Terrill

Eppure, la situazione è ancora in divenire. Già, perchè neanche una settimana fa, Jim Buss, spalleggiato dal fratello Johnny, ha provato a riprendere il controllo della franchigia, cercando di rimuovere dall'executive board dei Lakers la sorella Jeanie. Una vicenda complessa, che necessita di alcuni chiarimenti per essere compresa in tutte le sue sfaccettature. I Los Angeles Lakers sono controllati al 66% dalla famiglia Buss, ora composta dai sei figli del defunto Jerry, attraverso un trust, formato nel 2006, di cui il Controlling Owner (proprietario che ne detiene il controllo), è appunto Jeanie, erede designata alla guida dei gialloviola alla morte del padre. Ecco perchè la stessa Jeanie ha potuto silurare nell'arco di poche ore tutto il management precedente, compreso il fratello Jim, che però non ha accettato di buon grado il licenziamento, ricorrendo alla mossa di cercare di insediare un nuovo consiglio di amministrazione. Una sorta di scalata ostile messa in atto dai due fratelli maggiori (Jim e Johnny) allo scopo di ripristinare lo status quo. Tentativo però prontamente stoppato da Jeanie che, tramite i suoi legali, ha minacciato di ricorrere al Tribunale civile per veder riconosciuta la propria posizione di Controlling Owner. Un golpe per il momento sventato dunque, ma che lascia diverse ombre sul futuro dei gialloviola. Futuro in cui dovrebbe essere Magic Johnson, insieme al nuovo general manager Rob Pelinka, l'uomo di riferimento per quanto riguarda la gestione tecnica dei Lakers. 

Magic Johnson. Fonte: Mark D. Smith/USA TODAY Sports

Magic, legato da sempre da un forte rapporto di amicizia con il vecchio proprietario Jerry, era stato richiamato a El Segundo circa un mese fa, quando in carica c'erano ancora Jim e Kupchak, nel ruolo di consulente personale di Jeanie. Una posizione dai contorni sfumati e non ben definiti che, secondo quanto riportato da Ramona Shelburne di Espn, avrebbe creato ulteriori contrasti nei rapporti tra le due anime gialloviola. Johnson ha infatti da subito chiesto di essere coinvolto nelle decisioni riguardanti l'indirizzo tecnico di squadra e franchigia, salvo essere scavalcato in un momento cruciale, come quello della pausa dell'All-Star Game. Erano i giorni in cui i Sacramento Kings avevano iniziato le trattative per la cessione via trade di DeMarcus Cousins, da anni accostato ai gialloviola. A tenere i contatti con Vlade Divac, general manager dei Kings, ancora Jim e Kupchak, con Magic all'oscuro della vicenda e a New Orleans per la parata delle stelle in veste di uomo di Espn. Solo a cose fatte, Jeanie e Johnson avrebbero scoperto della trattativa tra i Lakers e Divac per Cousins (trattativa che vedeva coinvolto anche Brandon Ingram), saltata per l'intervento di Dell Demps, gm dei New Orleans Pelicans, che con un blitz durante la partita della domenica sera, riuscì a portare Boogie alla corte di Alvin Gentry, lasciando i Lakers beffati in volata. Una volta compreso che Magic non era stato coinvolto in un affare di mercato tanto importante, Jeanie non ha dunque esitato a silurare Kupchak, il fratello Jim e il responsabile dell'ufficio stampa John Black, in virtù dei poteri da lei esercitabili grazie al famoso trust del 2006. 

Jeanie e Jim Buss. Fonte: Chris McPherson

Cosa accadrà ora ai Los Angeles Lakers? La posizione di Jeanie sembra comunque salda, come Controlling Owner della franchigia, così come quella di Magic Johnson, ora presidente. Impressione confermata dalla recente nomina a general manager dei gialloviola di Rob Pelinka, ex agente di Kobe Bryant, scelto dopo che le candidature di Jerry West (ai Golden State Warriors) e di Phil Jackson (ai New York Knicks) erano subito decadute. Quel che pare certo è che però Jim Buss non mollerà la presa tanto facilmente, avendo addirittura già allestito un board alternativo a quello attuale. In mezzo, la squadra, ormai in picchiata, con Luke Walton allenatore e capitano di una nave in tempesta, confermato anche per i prossimi anni. Almeno fino a una nuovo capitolo della saga degli eredi Buss.