L'ultimo match disputato da Joel "Jojo" Embiid risale al 20 gennaio scorso, quando nella sfida persa dai suoi 76ers contro gli Houston Rockets al Wells Fargo Center, pareggiò il suo precedente career-high di 32 punti, impreziositi da 7 rimbalzi e 4 assist prima di alzare definitivamente bandiera bianca e chiudere in pesante anticipo la sua regualar season. Una stagione iniziata alla grande, ma finita troppo presto, causa i continui e prolungati capricci del suo ginocchio sinistro. Solo trentuno le sfide a cui ha preso parte il centrone nativo di Yaoundè, sfide speziate però da prestazioni di altissimo livello considerando il pivot essere una matricola: 20.2 punti di media, 7.8 rimbalzi e 2.5 stoppate a partita per The Process, costretto a saltare per infortunio le precedenti due stagioni. Primo violino in attacco, ed ottimo protettore del ferro dagli attacchi dei rivali. Nasce spontanea la domanda che tutti gli appassionati di pallacanestro americana si staranno già facendo: Joel Embiid ha fatto abbastanza per meritarsi il titolo di "rookie of the Year" oppure le 31 gare disputate prima dell'infortunio sono troppo poche per consentirgli di forgiarsi dello speciale riconoscimento?

La "mini-stagione" del camerunese è comunque di altissimo livello, considerando il ragazzo un classe 1995 e dunque terribilmente futuribile. Il 47 per cento totale dal campo, ed il 37% dall'arco dei 7 metri e 25, sono numeri che testimoniano la sua importanza sul parquet. Anche il suo defensive rating parla chiaro: è il migliore della sua squadra, con soli 99.1 punti concessi in 100 possessi (contro i 108.4 incassati dalla squadra senza il proprio centro in campo), ma l’importanza di Embiid per Philly è enorme anche in attacco, dove il suo usage rate (ovvero la percentuale di possessi in cui viene coinvolto) è addirittura del 36.1%, dietro solo a quella dei campionissimi Russell Westbrook e DeMarcus Cousins in tutta la Lega.

Ciò che spinge molti a pensare che possa essere ancora lui la miglior matricola dell'anno è il fatto che la concorrenza è quasi nulla. I migliori giovani, tra cui il suo compagno di squadra Dario Saric (11.3 punti di media, con un defensive rating però superiore ai 105 punti, ed una fase difensiva migliorabile), la riserva dei Milwaukee Bucks Malcolm Brogdon (meno di dieci punti per ogni singolo match e solo 13 partite disputate partendo dallo starting five) ed il gialloviola Brandon Ingram (8.2 punti a sera, 37% dal campo ed ancora troppo incostante) viaggiano tutti su cifre nettamente inferiori rispetto a Jojo Embiid.

Sfogliando gli almanacchi Nba, è possibile facilmente risalire al nome dell'atleta premiato "rookie of the year" ad aver collezionato meno presenze in campo. E' stata la point guard dei Cleveland Cavaliers Kyrie Irving nella stagione 2011/2012, scesa in campo "solo" 1558 minuti (contro gli attuali 786 di Embiid). Seppur la nomina di Embiid a miglior giovane dell'anno può far storcere il naso a molti appassionati, ad oggi nessuno sembra in grado di poter impensierire le cifre e l'impatto avuti dal camerunese, e dunque, seppur manchi ancora un mese e mezzo abbondante di regular season, il numero 21 dei Philadelphia Sixers resta il candidato numero uno, il favorito, ad alzare l'ambito trofeo di miglior giovane NBA.