Un periodo d'oro quello che sta vivendo Yao Ming. Dopo il recente ingresso nella Naismith Memorial Basketball Hall of Fame, e dunque tra gli immortali di Springfield, per il gigante cinese è giunto il momento di godersi un'altra onoreficenza. Gli Houston Rockets, nell'intervallo del match che giocheranno questa notte al Toyota Center contro i Chicago Bulls, hanno organizzato una cerimonia flash in cui ritireranno la sua maglia numero 11, che verrà innalzata al cielo a far compagnia alle altre cinque "reliquie" già magnificate negli anni scorsi. Yao Ming sarà infatti il sesto giocatore a ricevere questo riconoscimento, il suo nome verrà elevato al fianco di mostri sacri che hanno fatto la storia della franchigia texana. La 11 della "Muraglia cinese" andrà ad accarezzare la #22 di Clyde Drexler, la #23 di Calvin Murphy, la #24 del compianto Moses Malone, la #34 di Hakeem Olajuwon ed infine la casacca raffigurante il numero #45 di Rudy Tomjanovich.
Un'intera carriera trascorsa nei Rockets, dal 2002 al 2011, per un totale di 486 apparizioni con la casacca dei "razzi". Tutto ebbe inizio nel Draft dell'anno 2002 quando i texani chiamarono con la prima scelta assoluta questo lunghissimo centro cinese, allora un ragazzotto appena ventiduenne. Fu il primo atleta proveniente dalla Cina a riuscire in questa impresa in Nba. Otto le convocazioni all'All-Star Game: quando integro si è dimostrato un giocatore di altissimo livello dal rendimento costante, ma sono stati proprio gli infortuni a limitarlo nel corso della sua carriera. Un susseguirsi di problemi fisici che hanno obbligato il centro a saltare circa 250 partite in sei stagioni. L'apice della sfortuna fu registrato durante gara-3 delle semifinali playoff della Western Conference edizione 2009, quando Houston stava duellando contro i Los Angeles Lakers (poi campioni Nba): una brutta e perfida frattura al piede sinistro che gli fece chiudere anzitempo la stagione e compromise gravemente il resto della sua carriera. Provò invano a ritornare quello di prima, ma il 20 Luglio 2011 Yao Ming fu costretto a lasciare definitivamente i parquet dell'Nba.
Un corpo da 229 centimetri e 140 chilogrammi, una potenza nel gioco dal post basso. In semigancio come in allontanamento, ma molto abile anche nel mettere palla a terra ed andare a bersaglio in schiacciata. Insomma, nella zona "pitturata" era l'assoluto padrone, fecendone il suo habitat naturale, conseguenza di qualità fisiche fuori dalla media. Ma forse proprio questa caratteristica, l'essere troppo grosso (gli americani usano dire "a gift and a curse", ovvero un dono ma anche una maledizione) è stata la causa del suo ritiro prematuro, che lo ha portato via troppo presto dai campi di gioco. Ma oggi è un'altra storia, lo sconfinato talento di Yao Ming sta per essere riconosciuto dagli Houston Rockets, dalla "sua" franchigia, e da domani il suo nome sarà speziato da un velo di leggenda.