Grazie a un'ottima prestazione di squadra, i Golden State Warriors di Steve Kerr vincono al Toyota Center contro gli Houston Rockets di Mike D'Antoni. Prova solida e convincente dei californiani, che rimangono in controllo per tutto il primo tempo, salvo piazzare il parziale decisivo nel terzo quarto, guidati da un chirurgico ed efficace Kevin Durant (32 punti con 12/19 al tiro) e accesi da qualche lampo di Stephen Curry (24 punti, 8/18 al tiro). Texani invece apparentemente pigri e fuori ritmo, con James Harden tenuto bene dalla difesa avversaria (17 punti, 6/13 dal campo, 11 assist), ed Eric Gordon assente ingiustificato (2/14 per l'ex Clippers e Pelicans).
Al Toyota Center di Houston va in scena uno dei match più attesi di questa fase di regular season. Si tratta della sfida tra Rockets e Warriors, che nel primo incontro alla Oracle Arena (vinto dagli uomini di D'Antoni in overtime) avevano dato spettacolo. Texani che provano a mettere in quintetto Ryan Anderson, ma l'ex Orlando e New Orleans non è in grado di giocare a causa di un virus influenzale, sostituito ben presto da Corey Brewer. La gara inizia con Curry sottoposto al trattamento Beverley: il due volte MVP esordisce con un airball, prima di decidere di attaccare il ferro con buoni risultati. Lo imita il gemello Klay Thompson, autore di un primo quarto scintillante, anche se il vero motore di Golden State è rappresentato da Draymond Green, efficace anche dall'arco oltre che stupefacente in difesa. Dall'altra parte James Harden si limita ad assistere i compagni, ma il solo Trevor Ariza raccoglie con costrutto i palloni smistati dal Barba. La difesa di D'Antoni concede almeno un paio di layup inaccettabili, oltre a qualche tiro da tre non contestato, ma i texani si mantengono a galla grazie all'energia di Clint Capela, più efficace del titolare Harrell. La migliore attitudine difensiva degli ospiti vale anche il +12 nel secondo quarto, con Durant protagonista, Iguodala e Livingston perfetti nei panni delle riserve, ma la reazione di Houston riduce il margine, grazie al grande impatto dalla panchina di Sam Dekker, utilissimo anche a rimbalzo offensivo (non solo al tiro), che con Harden imbastisce una prima rimonta. A chiudere il primo tempo ci pensa però Steph Curry con una tripla delle sue, che vale il 57-62.
Warriors che scappano via alla ripresa delle operazioni, quando Kevin Durant dimostra ancora una volta di essere un realizzatore clamoroso: triple, volate al ferro, giochi di prestigio, tutto il repertorio di KD viene sciorinato in faccia alla difesa di Houston, incapace di reagire contro un giocatore coinvolto ma quasi silenzioso. Intanto l'attacco di D'Antoni batte sorprendentemente in testa, con Eric Gordon praticamente nullo dalla panchina. La percentuale da tre dei padroni di casa non è in linea con gli standard abituali (7/35), e i californiani ne approfittano, facendo un discreto lavoro a rimbalzo con Green e Pachulia, per poi convertire dall'altra parte con Steph Curry. Due triple consecutive del numero trenta dei Warriors chiudono virtualmente la partita, portando a oltre venti le lunghezze di distacco in favore degli ospiti. Chi non si arrende è ancora Sam Dekker, che insieme a Capela trasmette energia in uscita dalla panchina. Anche Patrick Beverley partecipa al tentativo di rimonta finale dei Rockets. Golden State si ferma per un attimo in attacco, ma poi ritrova punti con Durant, Livingston e con il duo McAdoo-Looney, in campo per l'infortunio di David West. Un'altra tripla di Curry costringe D'Antoni a riconoscere la sconfitta quando mancano quattro minuti alla fine della contesa: ecco dunque un finale di garbage time, dove c'è spazio per Brown, McDaniels, Ennis da una parte, Clark e McCaw dall'altra.
Houston Rockets (33-13). Punti: Capela 22, Harden e Dekker 17, Beverley 13, Ariza 12. Rimbalzi: Capela 12. Assist: Harden 11.
Golden State Warriors (37-6). Punti: Durant 32, Curry 24, Thompson 16, Green 15, Pachulia 10. Rimbalzi: Pachulia e Iguodala 9. Assist: Green, Durant e Curry 7.