Era una partita importante, da vincere per cullare legittime ambizioni di partecipazione ai playoffs della Western Conference. E invece i Denver Nuggets sono andati k.o. sul parquet amico del Pepsi Center contro i Sacramento Kings di Dave Joerger e di DeMarcus Cousins. Sempre in affanno, sempre costretti a rincorrere, i padroni di casa hanno perso un'altra occasione - l'ennesima - per provare a dare continuità alla propria stagione.
Ecco perchè Mike Malone, coach dei Nuggets ed ex tecnico proprio della franchigia californiana, non le ha mandate a dire ai suoi giocatori nel postpartita del Pepsi Center. "Siamo la peggior difesa dell'Nba - le sue parole - francamente è imbarazzante il modo in cui entriamo in campo ogni sera e proviamo a difendere. E' qualcosa che dobbiamo provare a tutti i costi a mettere a posto il prima possibile, perchè ormai sta diventando un problema cronico. E' questa la mia principale preoccupazione. Si sa, l'attacco fa vendere i biglietti, la difesa fa vincere i titoli. Solo che la nostra difesa adesso è una barzelletta". 123.6 i punti di media concessi ai rivali nelle ultime tre partite, tutte perse, dai Nuggets. E, più in generale, dati difficili da accettare per quanto riguarda la difesa: Denver è infatti terzultima in Nba per efficienza difensiva (109.6 punti concessi), con percentuali da incubo (47% dal campo per gli avversari, 37% dall'arco). "Prima di stasera, i Kings avevano solo mezza gara di vantaggio su di noi - ha proseguito il coach - e questo è stato il nostro atteggiamento in campo. E che non mi si parli di fatica come alibi. Tutti giocano tanto". Poi l'attacco ai senatori della squadra: "Ora come ora non esiste leadership in questo gruppo, non ci sono veterani in grado di prendere in mano la situazione. Non ho sentito nessuno prendere la parola nello spogliatoio. Solo due ragazzi giovani stanno provando a parlare agli altri delle nostre difficoltà: vanno applauditi, ma noi abbiamo bisogno di una leadership diversa per venir fuori dai momenti difficili".
E, come veterano, si è sentito chiamato in causa Danilo Gallinari, 24 punti nella sconfitta contro i Kings. Il Gallo non è certo uno che teme di prendersi le proprie responsabilità, ma in questo caso la sua opinione differisce da quella di Malone: "Non sono d'accordo - la replica dell'azzurro - non è certo questo il principale problema di questa squadra. Tutti gli altri veterani del gruppo sono d'accordo con me. Dobbiamo tirar fuori l'orgoglio e cambiare questa situazione. Sapevamo che quella di stasera sarebbe stata una partita importante, contro una diretta concorrente per l'ottavo posto ad Ovest". Infine, l'ultima stoccata di Malone ai suoi: "Cousins è un grande giocatore, un All-Star. Ma noi non possiamo consentire che Collison segni 26 punti e che Koufos ne metta a referto 18 con 8/9 dal campo". Eppure Denver sembrava aver cambiato la propria stagione proprio con un nuovo equilibrio trovato grazie anche a una modifica del quintetto. In panchina Faried e Nurkic, dentro Nikola Jokic come unico lungo, in grado di giocare anche come playmaker ombra, e poi quattro esterni. Dunque Wilson Chandler e Danilo Gallinari insieme dall'inizio, Gary Harris ed Emmanuel Mudiay nel backcourt, con i vari Barton, Nelson, Murray e Arthur a far parte della second unit. Una soluzione che ha consentito ai Nuggets di giocare una pallacanestro offensivamente più efficace (a tutto vantaggio di Gallinari), ma che evidentemente ha ancora bisogno di essere implementata. Il tutto quando nella High Mile City non si fa altro che parlare della deadline per gli scambi di mercato del 18 febbraio. Una data sempre più vicina, con diversi giocatori sul piede di partenza per ristrutturare un roster non competitivo ad alti livelli nella Western Conference.