Cleveland Cavaliers - Memphis Grizzlies 103-86
Tutto facile per i Cleveland Cavaliers di LeBron James, che alla Quicken Loans Arena non avverte minimamente l'assenza di Irving e batte, in relativa tranquillità, i Memphis Grizzlies che vedono arrestare la loro corsa a cinque affermazioni consecutive. Troppo pesanti le assenze di Conley e di Gasol (riposo precauzionale) che condizionano e non poco l'assetto della squadra di Fizdale. Già nel primo quarto i buoi scappano dalla stalla, con Cleveland che alza subito l'intensità difensiva andando via nel punteggio: dalla parte opposta sono Love e JR Smith ad approfittare delle magie solite di LeBron James. La tripla di Shumpert sigla la doppia cifra di vantaggio al primo intervallo, con i Grizzlies che invece stentano e non poco da oltre l'arco. Le difficoltà offensive degli ospiti, privi della loro prima bocca di fuoco, si acuiscono col passare dei minuti e la forbice di divario tra le squadre cresce a dismisura: sono Harrison e Allen a fil di sirena ad accorciare sul 58-43 alla pausa lunga. La musica non cambia al ritorno in campo, con i Cavaliers che tuttavia si limitano a gestire il vantaggio senza accelerare più di tanto. Effimeri i tentativi di rimonta condotti da Zibo Randolph, frustrati a ripetizione dalle conclusioni perimetrali dei campioni in carica: Smith è infallibile (6/10), Love lo segue a ruota, confermando il vantaggio di quindici alla penultima sirena. L'ultimo quarto è un piccolo garbage time, con gli ospiti che raramente riescono a portarsi sotto la doppia cifra di svantaggio: i canestri di James e Love chiudono definitivamente la contesa, mettendo fine alla striscia positiva dei ragazzi di Fizdale.
New Orleans Pelicans - Golden State Warriors 109-113
Di rimonta l'affermazione dei vice campioni in carica dei Golden State Warriors sul campo dei New Orleans Pelicans. Privi di Zaza Pachulia, i Warriors si affidano in quintetto a JaVale McGee. Avvio di marca casalinga, con le mani degli ospiti decisamente fredde da oltre l'arco ma non solo: Davis e Hield firmano il primo parziale a favore dei padroni di casa, ma è Holiday a chiuderlo con la schiacciata del 13-5. Di ritorno dal time out si scuotono Curry e Durant, ma le folate dei ragazzi della baia vengono frustrate da uno scatenato Holiday e dal solito Davis. Le due triple di Curry riportano a contatto i Warriors, che non si fanno preferire per ritmo ed intensità, e chiudono sotto il primo parziale (35-29). Tema del match piuttosto simile anche nel secondo periodo, quando la second unit di Kerr non riesce a dare il cambio di ritmo sperato: è un indemoniato Galloway a tenere a bada la rimonta ospite, sigillando con Williams, Hill ed il rientro di Davis il vantaggio all'intervallo lungo sul 65-58. In avvio di ripresa Green indica la via alzando il tasso di intensità difensivo, e come spesso accade la musica inizia a cambiare anche nella metà campo offensiva: la difesa dei Pelicans inizia a faticare e non poco a leggere le molteplici bocche da fuoco ospiti, che con Curry, Thompson e Durant operano il sorpasso ed il minimo allungo a metà frazione (83-75). I padroni di casa tuttavia non demordono e tengono testa ai Warriors grazie alle giocate di Davis e Galloway, implacabile al tiro. Al nuovo vantaggio Pelicans (108-107) risponde Curry con le giocate che decidono la gara: due i canestri di fila del trenta, mentre dalla parte opposta è Green a fare tutta la differenza del mondo, frustrando i tentativi di andare a canestro dei padroni di casa e, infine, decidendo la gara con il canestro della staffa.