Prosegue l'esposizione mediatica di Chris Bosh, stella dei Miami Heat da mesi ai box per un grave problema di salute. L'ex giocatore dei Toronto Raptors è stato costretto infatti a saltare gli ultimi due finali di stagione a causa della riscontrata presenza di coaguli di sangue prima nei polmoni e poi nel polpaccio sinistro. Bosh, che già durante l'estate aveva postato sul proprio profilo Instagram video di suoi allenamenti specifici, è tornata alla carica con un'intervista rilasciata alla piataforma digitale The Uninterrupted, nell'ambito di un più ampio documentario sulla sua malattia.
Il lungo due volte campione Nba nell'era di LeBron James ha dichiarato di sentirsi "assolutamente pronto per il training camp" e di essere certo di poter scendere in campo già per l'inizio della regular season. "Stiamo discutendo ormai da tempo del mio recupero - ha detto Bosh - a maggio ho concordato con la franchigia un comunicato stampa in cui si chiariva che sarei tornato a giocare una volta guarito. Ebbene, sono pronto. Ho fatto tutto ciò che mi era stato prescritto dai miei medici, sono in grandissima forma. Durante questi mesi sono stato tenuto ai margini della squadra, nonostante fosse un mio diritto - anzi un mio obbligo contrattuale - essere con loro. Non so quando Miami mi dichiarerà medicalmente pronto per rientrare, ma l'unica cosa che conta è che tornerò a giocare in Nba, di questo sono sicuro. Ho vissuto un periodo molto difficile, non è stato facile, ma so che il proprietario Micky Arison mi rivuole in squadra. Quantomeno, è ciò che lui stesso ha scritto in un tweet un paio di settimane fa. Ha detto di volermi rivedere al training camp, e io non ho ragione di credere che non sia la verità. E' il momento di chiudere questo brutto capitolo della mia vita, d'altronde mi sono allenato duramente negli ultimi mesi, ora il mio fisico risponde alla grande". Non la pensano così però nello staff medico dei Miami Heat, franchigia che non ha ancora dichiarato Bosh clinicamente guarito dopo aver diramato un comunicato ufficiale lo scorso maggio, in concomitanza con la conclusione della stagione della squadra, sconfitta in gara-7 di semifinale playoffs dai Toronto Raptors.
Da quel comunicato - in cui si rendeva noto che Bosh sarebbe tornato a giocare solo dopo che i medici l'avessero dichiarato pronto - sono trascorsi ormai quattro mesi, e nessun esponente degli Heat è più tornato sull'argomento, ad eccezione di Pat Riley. Il presidente della franchigia aveva infatti confermato - a metà del luglio scorso - che la situazione clinica del giocatore era ancora in evoluzione, sostenendo di non avere risposte su un eventuale completo recupero. Dunque Miami si muove con grande cautele, come è comprensibile date le circostanze, e per il momento non replica alle nuove esternazioni di Chris Bosh, che preme per essere aggregato alla squadra per l'inizio del training camp, previsto per il prossimo 27 settembre. Secondo quanto riportato nelle ultime ore da Brian Windhorst di Espn, la franchigia della Florida non ha intenzione di affrettare i tempi, soprattutto perchè il problema di salute di Bosh rischia di essere ciclico, già verificatosi in due stagioni consecutive. A Miami si attengono quindi alle ultime parole ufficiali, quelle del maggio scorso, in cui si sottolineava che la salute del giocatore sarebbe stata monitorata costantemente dallo staff medico della squadra, "al fine di consentire a Chris di tornare in campo il prima possibile". Per Bosh quel momento è arrivato, per gli Heat no: ecco perchè bisognerà attendere le prossime settimane per capirne di più.