Finisce senza gloria e con cinque sconfitte in altrettante gare l'Olimpiade di Rio della Cina, che nell'ultima giornata della Pool A cede il passo anche alla Serbia di Sasha Djordjevic. I balcanini strappano con relativa tranquillità il pass per i quarti di finale, qualificandosi come quarta forza del proprio raggruppamento in attesa di conoscere la capolista dell'altro girone. Le triple di Bogdanovic, assieme ai canestri di Kalinic e Raduljca sono decisivi per scavare il solco decisivo nel secondo quarto, quando di fatto la gara si decide.
Sono Zhou e Ding, in apertura, a ripondere colpo su colpo alle iniziative serbe. Bogdanovic ha la mano calda fin dai primi minuti e con i liberi di Kalinic confeziona il primo allungo serbo sul 14-7. La difesa non esaltante dei ragazzi di Djordjevic consente ai cinesi di tornare a contatto nel punteggio, prima dello strappo finale firmato da un devastante Raduljca nel pitturato e dalla tripla di Nedovic sulla sirena (24-18). Con l'avvio del secondo quarto cresce l'intensità difensiva serba, che costringerà la Cina a soli dieci punti. Di contro, il nuovo lungo di Milano abusa della difesa cinese, creandosi spazio in post per iniziative personali e per gli scarichi sul perimetro: ne beneficiano a ripetizione Kalinic e Bogdanovic, mentre Teodosic si limita a smazzare assist. Ancora una tripla, sempre allo scadere, di Simonovic, vale il più quindici all'intervallo lungo.
La squadra di Gong crolla nei primi minuti della ripresa: Macvan e Teodosic - a ripetizione dall'arco e da sotto - firmano il parziale di 12-0 che chiude di fatto la gara, facendo sprofondare la Cina sotto di 22 punti. Inizia un lunghissimo garbage time, con il cospicuo vantaggio che rilassa ulteriormente la Serbia: Teodosic inventa, Bogdanovic, Macvan e Nedovic colpiscono dalla distanza. Il solito Yi, nella Cina, rimpingua il suo bottino fino a firmare il ventello personale nel finale di ultima frazione, prima che i canestri di Jokic e Guo mettano fine al match sul 94-60 finale.