Continua in maniera molto positiva il tour di esibizioni/test preolimpici del Team USA. Nonostante le diverse defezioni, la rappresentanza a stelle e strisce continua a mantenere la reputazione di favorita assoluta del torneo di Rio 2016. Nella giornata di ieri, alla Oracle Arena di Oakland, casa dei Golden State Warriors, la squadra di Coach K ha affrontato per la seconda volta consecutiva la Cina. Prestazione e risultato molto simili a quelli dello scorso 24 luglio allo Staples Center di Los Angeles: un punto in più, 107 contro i 106 della scorsa uscita, mentre gli asiatici rimangono fermi a 57 anche stavolta. Protagonisti su tutti DeMarcus Cousins (ventuno punti ed undici rimbalzi) e Carmelo Anthony, a segno sette volte dal campo per 20 punti in 15 minuti. Test di certo non probante per Team USA, che però ha scelto di affrontare saggiamente prima una delle avversarie più temibili (l'Argentina, schiantata facilmente 111-74) e poi due volte quella che sarà a tutti gli effetti la prima squadra da superare nel cammino a Rio 2016, appunto la Cina, contro cui ri-scenderà in campo i 6 agosto proprio in Brasile. Allo stesso tempo, girando per gli Stati Uniti le stelle NBA raccolgono apprezzamenti da folle ai limiti dell'inverosimile, aumentando se ce ne fosse bisogno il prestigio di quello che oramai da oltre due decadi è semplicemente il Dream Team, la squadra dei sogni.
Interessante il quintetto base di Coach Krzyzewski, che sceglie Irving e Klay Thompson nel backcourt e DaMarcus Cousins-Draymond Green come coppia di lunghi, usando Kevin Durant come “collante” di lusso. Proprio per KD questa non è stata una giornata come le altre: si tratta infatti della prima uscita, seppur in maglia USA, davanti al suo nuovo pubblico, quello della baia, già in fremitante attesa dei Golden State Warriors del prossimo anno, identificabili in tutto e per tutto come i Big 4(+1), potendo contare appunto sull'ex-OKC, sul bi-MVP Steph Curry, su Klay Thompson e su Draymond Green, con Iguodala gregario d'eccellenza. Non è difficile pensare che senza il forfait olimpico del numero trenta probabilmente 4/5 del quintetto base dei Warriors sarebbero coincisi con quelli di questo Team USA, un dominio (sulla carta) mai visto prima in una lega come la NBA, che ha uno dei suoi pilastri nel “rimescolare le carte” quasi ogni anno, rendendo la vita difficile a chi è già al top e cercando di favorire la risalita delle franchigie in difficoltà (basti guardare ai meccanismi del Draft o della Free Agency). Durant ha monopolizzato l'attacco iniziale, segnando tutti i primi dieci punti dei suoi dopo l'avvio con la tripla a segno dopo sette secondi, e favorendo l'allungo al 31-15 del primo tempo. All'intervallo sarà 52-24, con la partita assolutamente mai in discussione nonostante gli uomini in maglia bianca provino a non sfigurare davanti ai mostri sacri della pallacanestro mondiale. Ottimo lavoro a rimbalzo offensivo per gli statunitensi, che hanno rubato agli avversari ben 19 palloni sotto al tabellone, che hanno fruttato la bellezza di 21 punti. Sostanzialmente letali sulla metà degli extra-possessi i ragazzi di coach K. Bene anche nelle percentuali, seppur non irresistibili: 50% dal campo e 39% dall'arco con un Klay Thompson (4/12) meno perfetto del solito quando chiamato al tiro da tre. Comunque, la guardia da Washington State ha dato il suo contributo alla causa con 15 punti totali.
Prima di imbarcarsi in direzione Brasile, il Dream Team 2016 sarà chiamato ad altri due impegni: venerdì, contro il Venezuela allo United Center di Chicago, e successivamente al Toyota Center di Houston, che ospiterà la Nigeria campione d'Africa.