Con il basket del nuovo millennio che volta sempre più le spalle ai dettami del passato, allontanandosi oltremodo da canestro e preferendo quintetti smodatamente piccoli ed atletici, con abilità quasi solo ed esclusivamente balistiche rispetto a quelle fisiche, suona stridente la decisione dei nuovi Chicago Bulls di affidarsi, nell'era moderna, a tre giocatori con caratteristiche diametralmente opposte che, negli anni settanta e ottanta, probabilmente avrebbero assicurato il successo alla franchigia dell'Illinois. La speranza, forse vana, è che il vento possa finalmente cambiare, sconfessando di fatto la scelta negli ultimi giorni dai Warriors e provando a mutare il corso degli eventi .
Chiamata a sostituire la vecchia guardia, formata dai partenti Gasol e soprattutto Derrick Rose e Yoannick Noah, la dirigenza dei Bulls si è affidata alla personalità di Jimmy Butler, dominatore incontrastato dello spogliatoio negli ultimi mesi, all'imprevedibilità di Rajon Rondo e, soprattutto, all'esperienza di Dwyane Wade. Se a livello affettivo la scelta di quest'ultimo di accettare il ritorno a casa, allo United Center, è ammirevole oltre che stimolante ed emozionante, saranno tattici e tecnici i problemi legati alla sua presenza sul parquet assieme agli altri due compagni di reparto. Proviamo a spiegarne i motivi.
PALLA A FRED HOIBERG - "È questione di modellare il sistema e la filosofia sul tipo di giocatori a disposizione, e auspicabilmente, di giocare con altruismo; tutto ruoterà attorno al movimento di palla". Sicuramente più facile a dirsi che a farsi, in primis perché i tre protagonisti sono giocatori abituati a trattare la palla personalmente, creando situazioni dal palleggio per se stessi (vedi Wade e Butler) o per i tiratori disposti sul perimetro (Rondo, ovviamente). Il vero problema di questi Bulls, apparentemente, sembra quello che, ad oggi, gli unici tiratori in grado di attuare il catch & shoot o sfruttare gli scarichi siano Mirotic - con risultati affidabili - e McDermott, non esattamente all'altezza dell'ala iberica fin qui.
ALL EYES ON RONDO - Il sole attorno al quale ruoterà il sistema offensivo di Chicago sarà, con ogni probabilità, Rajon Rondo. Ammesso che l'istrionico playmaker, discontinuo e discretamente anarchico nelle parentesi ultime con la maglia dei Dallas Mavericks - dove è riuscito a smontare persino il sistema di Carlisle - e dei Sacramento Kings, accetti di fluidificare maggiormente la manovra tornando ad essere quello ammirato con i Boson Celtics, il problema più annoso sembra essere quello di legare i suoi numeri e le sue caratteristiche a Wade e Butler. Nella lunga e vincente carriera ai Miami Heat, così come negli ultimi anni ai Bulls, sia flash che Jimmy Butler non hanno mai dimostrato di essere tiratori sugli scarichi, preferendo spesso soliuzioni in palleggio arresto e tiro dalla media. Situazione diametralmente opposta, tatticamente, a quella che Doc Rivers affrontò nel Massachussets, quando alle qualità di passatore di Rondo si sposarono perfettamente Ray Allen, Paul Pierce e Kevin Garnett, tutti e tre equamente abili nel leggere le scorribande del nativo di Louisville e piazzarsi sul perimetro - o qualche metro più dentro nel caso di 'the big ticket' - per approfittare delle sue iniziative.
QUESTIONE (ANCHE) DI NUMERI - A rendere ancor più difficile il compito di Hoiberg, le percentuali di tiro legate alla carriera dei tre interpreti del reparto piccoli dei Bulls. Se lo scorso anno è stato Rondo (!) il miglior tiratore dall'arco con un discreto 36%, è Butler, in carriera, quello che ha avuto maggiore costanza di rendimento con i piedi oltre l'arco dei tre punti, chiudendo nelle cinque stagioni fin qui disputate da professionista con un modesto 32%. E Wade? Sebbene flash abbia chiuso la scorsa stagione con venti punti scarsi di media ad allacciata di scarpe, la sua pessima percentuale dalla distanza acuirà le difficoltà sue e dei compagni, chiamati verosimilmente ad affrontare difese arroccate all'interno dei sei metri, a mo' di zona bulgara di stampo europeo.
COME RISOLVERE LA QUESTIONE? Dando per certo che il concetto di small ball non possa essere attuato con questo quintetto - Rondo, Wade, Butler, Mirotic, Lopez - Hoiberg potrebbe affidarsi ad un attacco che si baserà, quasi esclusivamente, sui pick&roll di Rajon nella speranza che, le letture di Wade e Butler senza palla, oppure in situazioni di aiuto e recupero della difesa, possano esaltare le capacità di penetrazione di questi ultimi due o di palleggio arresto e tiro dalla media distanza. Inoltre, fondamentale importanza assumerà la transizione offensiva dei nuovi Bulls, che potrebbero elevare esponenzialmente con quest'arma le possibilità di rivedere Rondo nuovamente protagonista.