Avevamo detto qui che se coach Lue voleva avere qualche speranza di portare le Finals a gara 7, doveva provare a tirar fuori qualcosa di più dal supporting cast. Perché non era pensabile che Irving e James ripetessero gli 82 punti in coppia che avevano permesso ai cavs di sbancare con ampio margine la Oracle Arena. E, in effetti, alla prova del campo di gara 6, Irving ha ridotto il suo fatturato a 23 (7/18 dal campo e 2/5 da tre) ma, in compenso, sono tornati a rispondere all'appello Tristan Thompson (doppia doppia da 15+16) e J.R. Smith (14 con 5/11 e 4710).

Quello che però nessuno, ma nessuno nessuno, probabilmente nemmeno lo stesso Lue, era in grado di prevedere, era il livello di partita giocata da LeBron James. Che, per i più distratti, veniva dal 41-16-7 della Baia:

41 punti (16/27 e 3/6 dall'arco), 8 rimbalzi, 11 assist, 4 recuperi e 3 stoppate in poco più di 43 minuti di impego, con tanto di contributo attivo (contando anche gli assist) in 35 punti consecutivi mandati a referto dai Cavs nell'ultimo quarto. Il fatto che sia diventato il quinto giocatore della storia (dopo Rick Barry, Jerry West, Michael Jordan e Shaquille O'Neal) a segnare 40 o più punti in due partite consecutive della serie finale è quasi un dettaglio: il dominio di LBJ su queste Finals è assoluto è totale, così come il suo rifiuto di perdere manifestato già dopo la disastrosa gara 4. Come dimostra il suo ruolino di marcia nelle ultime 5 partite:

31.6 punti, 11.2 rimbalzi, 8.4 assist, 2.8 recuperi e 2.4 stoppate DI MEDIA contro la squadra campione in carica. Con il confronto diretto con Stephen Curry che sta assumendo proporzione ingenerose per il figlio di Dell, al netto delle riconosciute e riconoscibili difficoltà dal punto di vista fisico:

Cifre che saranno pure inferiori rispetto alle finali 2015 (quando contro la miglior difesa su singolo possesso della Lega, il nostro scrisse 35.8, 13.3 rimbalzi e 8.8 a sera) ma che stanno avendo un impatto molto più decisivo sulle sorti della squadra. Come sta accadendo, del resto, dall'inizio di questi playoff:

Dati impressionanti, soprattutto se si pensa che sono spalmati sulle 20 partite di post season fin qui disputate dai Cavs. Ma che impallidiscono rispetto ad una statistica mostruosa. Della serie finale, infatti, LeBron è primatista assoluto per:

- punti (181);

- rimbalzi (68);

- assist (60);

- recuperi (16);

- stoppate (13);

Qualcosa che non si era mai visto prima e che difficilmente si vedrà dopo. La consacrazione definitiva del giocatore all around per eccellenza, a prescindere dal risultato di gara 7. Perché il rischio è proprio quello che, in caso di ko nel redde rationem dell'Oracle Arena, tutto questo possa essere dimenticato e sacrificato sull'altare del 'dagli al perdente'.

Permetteteci, quindi, di allinearci al pensiero di Magic Johnson che, da magnifico interprete prima e conoscitore poi del Gioco, ha già posto LBJ sul suo personale 'Mount Rushmore', comunque finisca domenica. Uno così non può essere giudicato solo e unicamente sulla base di 48 (o più) minuti, per quanto siano quelli più importanti e decisivi della sua carriera. Bisognerebbe, infatti, anche ricordarsi come e perché si è arrivati a questi 48 minuti così. E riconoscere l'assoluta grandezza di un giocatore straordinario, irripetuto e irripetibile.