Uno guarda i dati e vede: 61 punti nel primo tempo (112 alla fine), 53% dal campo (44/83), 41.7 da tre (10/24) e 15 assist di squadra- Quindi, pensa che, in gara 5, l'attacco dei Cleveland Cavaliers abbia fatto appieno il proprio dovere. Soprattutto se rapportato ad una prestazione in cui i Golden State Warriors, Klay Thompson a parte (37 con 11/20 al tiro e 6/11 da tre) sono tornati a fare a pugni con la precisione (36.4% dal campo e 32.6 dall'arco).

Poi, però, osserva meglio il tabellino e nota che 82 punti su 112 (98 se si considerano anche gli assist per i compagni) sono il combinato disposto di due giocatori. Ovviamente LeBron James e Kyrie Irving che, con 41 punti a testa, hanno (ri)scritto il libro dei record della storia delle Finals Nba: mai nessuna coppia, infatti, aveva mai segnato 40 o più punti in una partita della serie finale.

Dal punto di vista della dominanza, la prestazione di 'King James' è stata semplicemnte spaventosa, con 41 (16/30 dal campo e 4/8 da tre) 16 rimbalzi (25 e 9 dopo i primi 20 minuti), 7 assist, 3 stoppate, altrettanti recuperi e tutta una serie di record demoliti:

- 32.4 punti di media in un elimination game (più di Chamberlain, Iverson, Durant e Jordan);

- primo dai tempi di Wilt e Elgin Baylor a scrivere un 40+15 in una partita che può costare l'eliminazione;

- 174 partite da almeno 20 punti nei playoff (MJ è fermo a quota 173);

- nono posto assoluto nella classifica all time dei marcatori alle Finals, scalzando Magic Johnson

Il numero 2, però, non ha voluto essere da meno: 41 punti (17/24 dal campo, 5/7 dall’arco), di cui 13 nel solo primo quarto e 26 nel secondo tempo. Più 3 rimbalzi, 6 assist, 2 recuperi, una stoppata e l'ovvia presenza nel mlibro dei primati: con il solito Chamberlain, Irving è l'unico giocatore della storia ad aver realizzato 40 o più punti in una partita di finale tirando con il 70%.

Pagato il giusto tributo ai due mostri sacri, veniamo alla nota dolente: la panchina. Il cui non proprio invidiabilissimo score parla di 12 pun ti in 7 giocatori (con 6/12 dal campo), di cui 8 realizzati dal solo Richard Jefferson (4/6 e 0/1) e con ben 4 giocatori impiegati non più di tre minuti a testa e incapaci di prendersi una singola conclusione. Di fatto dietro il dinamico duo c'è un canyon bello profondo, con J.R. Smith (3/9 e 1/2 per 10 punti) incapace di ripetere l'exploit di gara 3 e un Kevin Love che continua a fare più danni della grandine: per l'ex Timberwolves la miseria di due punti in poco meno di 34 minuti di impiego, con 1/5 dal campo, 0/3 da tre e la miseria di tre rimbalzi.

Appare chiaro, quindi, che se coach Lue intende davvero portare questa serie a gara / deve cominciare a pretendere di più dal supporting cast: perché non sempre Curry potrà essere tenuto al 33.3% dall'arco (5/16), così come non sempre la panchina (che, con i 20 punti di Livingston, ha praticamente vinto gara 1) dei Warriors tirerà con il 6/20 complessivo per 15 compiti. E, soprattutto, con il ritorno di Draymond Green un nuovo doppio quarantello appare assai improbabile. Altrimenti quelli di ESPN non avrebbero elaborato questa grafica:

Confidare nella vena delle tue superstar è cosa buona e giusta perché, magari, ti porta a vincere la singola partita. Ma provare a sgravarle di tante (troppe?) responsabilità, provando a giocare di squadra, è meglio: così si vincono serie e anelli.