Golden State è ad un passo dal titolo. I Warriors, trascinati da Stephen Curry e dal record di triple realizzate in una gara di Finals (ben 17), espugnano la Quicken Loans Arena di Cleveland in gara-4 portandosi in vantaggio nella serie sul 3-1. I ragazzi della Baia stavolta non permettono ai Cavaliers di prendere ritmo e fiducia, controllando i momenti chiave della gara a proprio piacimento. James e Irving perdono lucidità nel finale del quarto quarto, incaponendosi con le soluzioni individuali e lasciando, di fatto, il match ad un sontuoso Iguodala e ai suoi strepitosi compagni. Adesso i campioni in carica avranno tre match point sulla propria racchetta, due dei quali tra le mura amiche alla Oracle Arena (il primo nella notte tra lunedì e martedì), per assicurarsi il secondo titolo Nba di fila.
Rispetto a gara-3 nessun cambio nei quintetti iniziali, con Lue che rinuncia a Kevin Love facendolo partire dalla panchina e da sesto uomo come anticipato alla vigilia, mentre Kerr si affida a Bogut, relegando ancora una volta Iguodala tra le riserve di lusso. Ritmi e percentuali alte ad inizio gara, con i Warriors che approcciano il match decisamente meglio rispetto a gara tre, trovando in un ispirato Barnes il punto di riferimento offensivo nei primi minuti (8 personali). Cleveland, dopo aver sonnecchiato così come James (due punti nel primo quarto), entra in partita grazie alle folate di Irving e Smith, che centrano il bersaglio da oltre l’arco: l’intento dei padroni di casa è quello di insistere con le triple lasciando Tristan Thompson solo a rimbalzo. Il fattore della serie, ed anche del primo quarto, è proprio il lungo canadese, indispensabile soprattutto in attacco dove cattura quattro carambole che gli valgono otto punti. Love torna protagonista facendo altrettanto sotto le plance, Kerr risponde con l’insolito James Michael McAdoo, che fatica in ugual modo nell’arginare la fisicità dei lunghi avversari. Nel finale di frazione è Curry, dalla parte opposta, a mettersi in ritmo con due triple di fila, mentre Smith e Shumpert sbagliano fin troppo da oltre l’arco, lasciando il vantaggio a fine primo quarto agli ospiti (29-28).
Rispetto alla sfida precedente Golden State ferma molto meno la palla, riuscendo a spaziarsi perfettamente in attacco e trovando spesso il tiratore libero sul perimetro: Klay Thompson centra il bersaglio grosso, ma Dellavedova e Jefferson rispondono dalla linea della carità confermando l'equilibrio totale nel punteggio. Le percentuali delle due squadre calano alla distanza, complice l'appannamento fisiologico e delle ottime difese: i Cavaliers trovano nei rimbalzi in attacco un preziosissimo alleato, ma complice qualche forzatura di troppo sono i Warriors, grazie alla tripla di Curry, a condurre di misura. Risponde Smith dalla distanza, prima della folata di LeBron James che torna protagonista con la rubata, il contropiede e l'assist per Love. Steph tiene a galla i suoi nel finale, riuscendo a limitare i danni dopo due jumper a bersagli di Irving e Thompson (55-50).
L'avvio di ripresa sembra arridere ai ragazzi di Lue, trascinati dalle triple di Irving e del redivivo James. Golden State non molla e si affida agli Splash Brothers per la risposta: il terzo quarto è territorio da sempre congeniale a Curry e Thompson, che infilano due bombe a testa complice una difesa di Cleveland fin troppo disattenta prima del timeout dei padroni di casa. L'abbrivio favorisce i ragazzi della Baia, che trovano ritmo e fiducia dai canestri dei due trascinatori e dalla transizione offensiva. Smith torna ad avere problemi difensivi sul blocco cieco e perde ripetutamente i tiratori: prima Thompson, poi Iguodala, agganciano i Cavaliers, ma è in ancora in contropiede dove i Warriors fanno male ai Cavs, che pagano con l'ennesima tripla di Curry (23, con 6/10 per il sorpasso 72-69). Irving prova a suonare la carica mettendosi in proprio, ma Iguodala orchestra alla perfezione l'attacco di Golden State, trascinandolo fino al più sei, ma ancora l'australiano e Love dalla lunetta permettono ai Cavs di tirare il fiato (77-79).
Ci si attende la risposta di James, che arriva puntuale ad inizio ultimo quarto con quattro punti di fila. In assenza di Curry è l'MVP delle scorse Finals a caricarsi la squadra di Kerr sulle spalle, offensivamente ma soprattutto in difesa. La gara sale ancor più di colpi, Livingston rimette cinque lunghezze di distanza tra le squadre, mentre Cleveland si affida fin troppo agli isolamenti: il sistema nelle due metà campo di Golden State fa la differenza, con Irving e James che perdono progressivamente lucidità, lasciando a Curry un facile layup e la tripla a Barnes che vale l'allungo sul più nove (84-93). Lue ferma il gioco, ma non trova la reazione sperata dai suoi, che forzano continuamente. Golden State non la chiude con Thompson in due occasioni, Irving regala una speranza ai suoi, vanificata dalla tripla definitiva del più 10 di Curry (86-96). I minuti finali sono utili a rimpinguare il bottino personale per i protagonisti, prima di fissare il punteggio sul 108-97 finale.
Il tabellino finale.