13/21 da due, 3/5 da tre, 5/5 ai liberi: qualsiasi altro termine che non sia CLINIC non basterebbe a descrivere la prestazione di Dirk Nowitzki contro i Portland Trail Blazers. Quaranta punti (otto solo nel decisivo overtime), massimo in carriera dall'11 gennaio 2014 e la dimostrazione che la cultura del duro lavoro e dell'allenamento in funzione del miglioramento profgressivo pagano sempre. Anche a 37 anni con il viale del tramonto che non è più così affollato.

'Wunderdirk', però, non è stato l'unico. Anzi, si trova in buona compagnia nel ristretto club dei 'vecchietti terribili' capaci di quarantelleggiare ad anni 37 ed oltre.

Come Kareem Abdul Jabbar che, il 5 febbraio 1985, scrisse 40 con 16/29 dal campo in un memorabile duello contro i giovani Hakeem Olajuwon (24 anni, 14/19 al tiro per 30 punti) e Ralph Sampson (22 anni, 33+15 e 13/22), le 'twin towers' degli Houston Rockets:

Il leggendario capitano dei Lakers si sarebbe ripetuto altre tre volte. Una in più rispetto a quanto fatto da Karl Malone. Che, comunque, non si fece mancare nulla il 3 dicembre 2003 contro gli Orlando Magic. A 39 anni suonati, furono 40 i punti (12/19 al tiro, 16/22 dalla linea della carità) nel giorno in cui, tra l'altro, superò quota 36.000 in carriera:

Ma tutto impallidisce di fronte al solito sospetto. Michael Jeffrey Jordan ha eguagliato o superato quota 40 a 37 e più anni per ben OTTO volte. Come nel caso dei 51 (più 7 rimbalzi, 4 assist e 3 recuperi) rifilati il 29 dicembre 2001 ai malcapitati Charlotte Hornets a 38 anni e 315 giorni. Il motivo? Rispondere alle critiche di chi, dopo la partita precedente (conclusa con meno di 10 punti), aveva insinuato che forse fosse il caso di smettere definitivamente:

Qualce tempo dopo MJ non si sarebbe nemmeno fatto mancare il 'forty at forty': 43 (più 10 rimbalzi) ai Nets, a 40 anni, in quello che, ancora oggi, resterà uno dei pochi limiti invalicabili della Nba moderna:

Perciò ricordate: mai dare del vecchietto a una superstar Nba. Potreste scatenare il demone della competizione che è in lui.