I Chicago Bulls hanno iniziato la stagione in maniera altalenante e la partita di sabato sera ne è stata l'esempio lampante: i Bulls sono stati sconfitti dai Minnesota Timberwolves dopo un overtime. Alla stampa e ai tifosi della windy city è andata di traverso la sconfitta contro una squadra che, seppur ricca di giovani e in prospettiva futura molto promettente, lo scorso anno ha chiuso la stagione con un record di 16-66.
L'impressione, più che fondata, è che la squadra non abbia ancora un'identità vera e propria e che i Bulls dell'era Thibodeau, quelli combattivi e duri su ogni pallone, siano solo un lontano ricordo. Qualche attenuante c'è: Fred Hoiberg è in sella soltanto da quest'estate e ha dovuto fare a meno dei due spagnoli (Gasol e Mirotic) impegnati agli europei di Lille; l'ex head coach di Iowa State è anche alla sua prima esperienza su una panchina Nba e quindi ci vorrà tempo per imprimere il suo zampino sulla franchigia dell'Illinois.
Chicago ha al momento due facce: con le squadre da playoff riesce a tirare fuori il meglio di sè e anche vincere gare importanti (come contro Cleveland nella opening night e sul difficile campo dei Thunder), mentre con le squadre di media bassa classifica l'atteggiamento è diverso e i cali di tensione un po' troppo frequenti (emblematica la partita perso contro gli Hornets subendo ben 130 punti) per una squadra che punta ad essere l'unica vera rivale di Lebron nella Eastern Conference.

Sabato sera, nella conferenza stampa di rito, alla domanda su quale fosse la fase più problematica per i suoi Bulls, Hoiberg ha risposto "entrambe"; ha poi continuato "quando ho avuto la fortuna di giocare a questo gioco molti anni fa l'obiettivo era quello di andare sempre allo stesso ritmo e noi non lo stiamo facendo. Su questo dobbiamo migliorare ed abbiamo il tempo per farlo".

Anche Jimmy Butler ha parlato ai microfoni di Espn: "Noi non giochiamo duro a volte; lo sforzo, è stato un altro dei problemi della partita". Gli è stato poi chiesto quale sia l'identità di questa squadra e lui ha risposto "Non lo so, è ancora presto. Penso che abbiamo avuto la possibilità di andare là fuori e giocare duro e questo deve essere ciò che ci caratterizza, giocare intensamente su entrambe le metà del campo".

Derrick Rose ha individuato il problema principale nella difesa: "E' la difesa, è impensabile concedere 50 punti in area e pensare di vincere. E soprattutto deve migliorare la comunicazione sulla fase difensiva perchè sui cambi non si può lasciare dei tiri senza contrastare l'avversario".

Stanotte i Bulls avranno già l'occasione del riscatto sul parquet dei Sixers, ancora a secco di vittorie: vedremo se le parole avranno scosso un po' l'ambiente intorno alla squadra.