Il 35.3% al tiro con cui Minnesota ha tirato stanotte basta per raccontarvi quando successo Target Centre di Minnesota, dove i T'Wolves le hanno prese da Miami senza opporre resistenza. Il 96 - 84 finale inganna: il divario - sopratutto motivazionale - fra gli Heat e Minnesota è stato ben più ampio.

D'altronde non tutte le avversarie di Miami si chiameranno Cleveland, Houston o Atlanta - tre squadre che l'anno scorso hanno fatto i POs e contro le quali Miami ne ha perse due delle ultime tre - e non tutte le avversarie di Minnesota si chiameranno Denver, LA Lakers o Portland - squadre che quest'anno avranno poco da dire ad Ovest e con le quali Minnie si era illusa con un 2-1 di record totale. Troppo caldi questi Miami Heat per la squadra di Sam Mitchell, che non trova mai una contromossa difensiva al letale pick and roll di Miami: con un rollante come Whiteside, un tagliante come Deng, un play capace sia di servire che di penetrare e/o scaricare come Dragic ed un tiratore dalla media come Bosh qualunque decisione difensiva diventa per forza di cose sbagliata. Come direbbero oltreoceano: pick your poison, scegli il tuo veleno.

E così Dragic sarà capace di chiudere con 18 punti (seconda gara consecutiva in doppia cifra), Deng con 10, Bosh con 16 (e ben 12 rimbalzi, prima doppia doppia stagionale che tra l'altro lo porta al 10° posto della franchigia miamina per double-doubles) e Whiteside con 12 (quarta di fila in doppia cifra). Tuttavia il miglior singolo di Miami continua a chiamarsi Dwyane Wade. Flash fenomenale: alla quinta gara con 20 o più punti, solamente altri cinque giocatori questa stagione ne sono stati capaci. Il suo tabellino parla per sè: 25 punti (e con DWade per Miami sono 5 starters su 5 in doppia cifra) con un positivissimo 11/19 al tiro. L'highlight della serata indubbiamente il buzzer-beater da oltre centrocampo con il quale chiude il secondo quarto.

Una Miami in controllo nonostante una partenza non proprio delle migliori, che aveva lasciato presagire come quella di cominciare in salita ogni gara potesse diventare una pericolosa abitudine (vedi gare con Houston ed Atlanta, vedi come il secondo quarto cominciato in vantaggio oggi sia il primo che Miami comincia in vantaggio). Gli Heat sono partiti con uno 0/6 al tiro poi immediatamente corretto con un 12-2 di parziale, grazie ai soliti alley-oop da P&R di Wade per Whiteside (bella la sfida che l'ex oggetto misterioso ingaggia con Towns nelle prime battute dell'incontro) ed all'entrata in gara too scrappy per la second-unit di Minnesota, composta da LaVine, Kevin Martin, Shabazz Muhammad, Bjelica e Dieng. E' con le riserve che Minnesota si stacca definitivamente dalla gara, toccando picchi negativi di 25% al tiro e di sette tiri sbagliati di fila. Così Miami vola a +9.

Il margine sembrerà alla portata degli esplosivi ma comunque frettolosi giovani Lupi nel secondo quarto. Whiteside è a riposo, così Miami in campo annovera Bosh e McRoberts come lunghi, coppia che lascia troppo spazio in area ed a rimbalzo (si parte inafatti con un 12-1 a rimbalzo per Minnie nel secondo quarto). Gli Heat si risolleveranno con il ritorno in campo di Wade, che dal secondo quarto in poi prenderà in mano la gara e l'altro bel match-up della serata, quello che lo oppone ad un aggressivo Wiggins da 12 punti a referto ma con il 5/18 dal campo. Dalle parti di Minnesota la difesa non è delle migliori: linee di penetrazione facili (gli Heat arrivano a 44 punti nel pitturato, chiuderanno con 48 nonostante a rimbalzo non siano stati granché), P&R difeso male da Rubio e dai lunghi (Dragic ha sempre l'azione sotto controllo) e le selezione di tiro in attacco è rivedibile. Gli stessi Mitchell e Shabazz a fine gara daranno ragione a questa tesi: "Penso che quando abbiamo cominciato a sbagliare qualche tiro poi la squadra abbia cominciato a tirare dopo un passaggio. E' qualcosa che capita ai team giovani: non si capisce che bisogna continuare a far girare la palla, fare più passaggi e dare alla difesa un'occasione per sbagliare", dira l'head-coach di MIN, che oggi ritrovava Bosh. "Non abbiamo mosso la palla e siamo stati egoisti. E' qualcosa di cui dobbiamo preoccuparci", ha invece affermato l'ex UCLA.

E mentre Miami diventava la prima squadra nella storia a mandare contemporaneamente in campo ben cinque mancini (Dragic, Tyler Johnson - promosso vista anche la seconda gara saltata di Gerald Green - , Winslow, McRoberts e Bosh) dall'altra parte provavano a dire la propria Adreian Payne (chiamato in causa come seconda ala grande riserva, visti i problemi difensivi ed offensivi di Bjelica) e Shabazz Muhammad, due dei migliori interpreti per quanto riguarda Minnie stasera. Chiuderanno rispettivamente con 9 punti e 6 rimbalzi in 13 minuti (ma 5 falli) e 14 e 6 rimbalzi in 22. A metà terzo quarto il vantaggio di Miami diventa irrecuperabile: si tocca il +21. Lì Minnesota si arrende e Miami (tranne Wade, che continua a dominare) si siede un po' sugli allori. La gara incanala standard offensivi alti, con le squadre che cominciano a disconnettersi. A cinque minuti dalla fine istituzione del garbage, viste la gara di b2b che Miami dovrà affrontare stasera: Minnesota accorcia a -12 ma la gara era già stata chiusa.

Fuori dal campo da tenere sotto osservazione la situazione Gerald Green: la guardia tiratrice firmata da Miami in estate è stata ricoverata per ragioni sconosciute negli ultimi giorni. L'ex Phoenix è alla seconda gara saltata e secondo il Miami Hearld sarebbe stato trovato urlante da alcuni agenti della polizia accorsi nella sua abitazione. Con lui c'era Mario Chalmers, anche lui assente oggi ma per un leggero infortunio (nonostante i rumors di una trade che lo porti a Memhphis proseguano), che ha fatto di tutto per calmare il compagno, senza riuscirci. Rimangono ben assiepate le nuvole su questa vicenda.

Le statistiche dell'incontro:

I tabellini:

Prossimi impegni:

Miami Heat: stanotte, ore 2 italiane, @Indiana
Minnesota Timberwolves: domani notte, ore 0 italiane, @Chicago