Guardando la scorsa stagione, con Denver che non riuscì ad arrivare nemmeno alla post-season e Houston seconda ad ovest e finalista di conference, nessuno avrebbe mai predetto un risultato del genere: i Nuggets sono corsari al Toyota Center demolendo una brutta copia dei Rockets che, causa la squalifica di Howard e la pessima serata al tiro di Harden (6/21 dal campo), sembrano lontani parenti di quelli visti negli scorsi playoff.
La partita è stata equilibrata per i primi due quarti, chiusi con i Rockets sotto di sole quattro lunghezze (53-49), ma nel terzo quarto la squadra guidata da coach Mike Malone ha scavato il solco con un parziale decisivo di 23-14 per poi dilagare nel periodo conclusivo.
Quella dei Nuggets è stata un'ottima prova corale, con un'ottima amministrazione dell'attacco ed un ottimo giro palla, guidati dalla regia del giovane Emmanuel Mudiay che ha impressionato con 9 assist prima ancora dei 17 punti (unica nota stonata le 11 palle perse): la franchigia del Colorado sembra aver trovato un gioiellino di soli 19 anni e questo spiegherebbe anche l'ok alla partenza di Ty Lawson, proprio in direzione Houston.
Il vero trascinatore, nonchè primo violino della squadra, è stato Danilo Gallinari che ha messo a segno 23 punti, conditi da 8 rimbalzi e 3 assist ed una schiacciata davvero notevole; in doppia cifra anche Kenneth Faried (18+9), Joffrey Lauvergne (11 punti) e dalla panchina Jameer Nelson e Will Barton (rispettivamente 10 e 11 punti).
Partenza da dimenticare invece per i Rockets, che non riescono mai a trovare il gioco dello scorso anno e se manca l'apporto del barba difficilmente la squadra riesce ad esprimere un bel basket: per lui arrivano sì 22 punti, ma con un deludente 16,7% dal campo. Anche il supporting cast non ha reso al meglio, gli unici a salvarsi sono Terrence Jones (15 punti per l'ex Kentucky) e proprio l'ex di turno, che in estate, dopo una telenovela procrastinatasi per alcune settimane, è passato dal Colorado al Texas, sponda bianco-rossa. Per Lawson 12 punti e 6 assist, oltre ad essere stato il giocatore di Houston con il minutaggio più alto.
Kevin McHale avrà tanto da lavorare sulla sua squadra se vorrà ripetere il secondo posto in regula season dello scorso anno e non sarà facile ripetersi in una Western Conference che si fa più agguerrita ogni anno di più; per Denver invece si tratta di una buona partenza su cui iniziare un lavoro a lungo termine con una squadra giovane e molto motivata.