Cercando sul vocabolario NBA il termine ‘mina vagante’ si scorgono tre sinonimi: Minnesota Timberwolves, Portland Trail Blazers e Denver Nuggets. Tre franchigie difficilmente vincenti, romantiche quanto basta per far innamorare di loro gli appassionati della palla a spicchi. Il caso ha voluto che concorressero tutte nella stessa Division, quella ‘Northwest’ di cui sono protagonisti anche gli Utah Jazz e gli Oklahoma City Thunder del magnifico duo Westbrook-Durant. Sulla carta questi ultimi due team sono i favoriti per le prime posizioni del gruppo, ma, per mantenere fede alle promesse, dovranno prima fare i conti con le ‘loose cannons’, che capitanate da Kevin Garnett ,Damian Lillard e Danilo Gallinari proveranno in tutti i modi possibili a far saltare in aria i piani di playoff dei più quotati avversari.
Minnesota Timberwolves
Il modello è quello di Thunder e Warriors: scelte al Draft, qualche colpo di assestamento e allenatore di grande polso. I Minnesota Timberwolves stanno per sbocciare e hanno come obiettivo stagionale quello di qualificarsi ai playoff, per far fare ulteriore esperienza ai propri giovani prospetti, su tutti Wiggins e LaVine, entrambi al secondo anno nella lega. Per raggiungere questi propositi, il General Manager Milt Newton ha regalato a coach Flip Saunders (che per problemi di salute sarà sostituito nei primi mesi da Sam Mitchell, ex giocatore proprio dei T’Wolves) tre giocatori di grande esperienza come Kevin Garnett, Andre Miller e Tayshaun Prince, che avranno come compito primario quello di ‘gestire’ le matricole dal futuro molto roseo Tyus Jones (campione NCAA con Duke la passata stagione) e Karl-Anthony Towns (prima scelta assoluta al Draft 2015). Inoltre a Minnesota si sono mossi con grande criterio, portando negli States l’ala serba Nemanja Bjelica, MVP dell’ultima Eurolega, che è andato a completare un roster molto profondo, che può contare anche sui giocatori di provenienza balcanica Nikola Pekovic e Damjan Rudez, oltre che sull’ex Louisville Gorgui Dieng (campione NCAA nel 2013) e Adreian Payne. Da non dimenticare, infine, i due cestisti che hanno composto il backcourt titolare negli ultimi anni, quei Kevin Martin e Ricky Rubio che, nonostante un minutaggio che verrà per forza di cose ridotto, dovranno portare un grande contributo alla causa, essendo fondamentali soprattutto nei momenti di difficoltà dei giovani innesti.
L’uomo chiave – Tra i giocatori di grandissimo talento su cui può contare Minnesota, quello che potrebbe ricoprire un ruolo decisivo per far cambiare marcia, rispetto agli ultimi anni, al team è Nemanja Bjelica, ex lungo del Fenerbahce. Il serbo, reduce da un Europeo in cui ha fatto vedere cose molto interessanti, è il prototipo del ‘ 4 atipico’, di quel giocatore, cioè, che nonostante la stazza può giocare sul perimetro, avendo, tra l’altro, un ottimo tiro da tre punti. Wiggins e LaVine non ce ne vogliano, però puntiamo su di lui.
Starting Five: Rubio, LaVine, Wiggins, Bjelica, Towns
Record previsto 2015/2016: 41-41
Record Preseason 2015/2016: 1-3
Portland Trail Blazers
Persi in un colpo solo Aldridge, Afflalo, Matthews, Lopez e Batum, Portland potrebbe a prima vista sembrare la più classica delle squadre da lottery, con l’unico obiettivo di conquistare una scelta molto alta al prossimo Draft per cominciare la ricostruzione di un team che negli ultimi anni ha sempre partecipato alla post season. Guardando un po’ meglio il roster, invece, vediamo subito come in realtà gli uomini a disposizione di Terry Stotts non siano così male, anzi, siano già maturi per poter formare una squadra anche da ottavo posto nella Western Conference. Il leader indiscusso dei Trail Blazers è il due volte All-Star Damian Lillard, playmaker ex Weber State al quarto anno nella lega, giocatore molto solido e spettacolare, con una durezza interiore invidiabile dovuta alla sua grande religiosità. Accanto al numero 0 ci sono molti giovani di belle speranze, su tutti Allen Crabbe, Meyers Leonard, Cliff Alexander, Noah Vonleh, C.J. McCollum e Pat Connaughton, mentre a completare il roster ci sono l’esperto Chris Kaman e giocatori con già diverse stagioni NBA alle spalle come Al-Farouq Aminu, Gerald Henderson, Ed Davis e Mason Plumlee. Non sarà la squadra dell’anno scorso, capace di far registrare un record di 51-31, ma anche quest’anno in Oregon potrebbero togliersi qualche bella soddisfazione.
L’uomo chiave – La definizione di ‘uomo solo al comando’, anche nella peggiore delle ipotesi, gli calzerebbe a pennello. Damian Lillard quest’anno è senza ombra di dubbio uno dei candidati principali per la conquista del premio di MVP stagionale. L’ex Weber State è ormai un giocatore esperto, ma allo stesso tempo ancora molto giovane. La lega e i Trail Blazers sono ai suoi piedi.
Starting Five: Lillard, Henderson, Crabbe, Leonard, Plumlee
Record previsto 2015/2016: 37-45
Record Preseason 2015/2016: 2-2
Denver Nuggets
Se la squadra di Mike Malone non andasse ai playoffs nessuno griderebbe allo scandalo, ma nemmeno il contrario. La parola d’ordine di quest’anno è ‘niente da perdere’ e quando nel roster hai giocatori del calibro di Danilo Gallinari, Kenneth Faried e Emmanuel Mudiay questa ‘leggerezza di spirito’ può diventare un fattore determinante a tuo favore. Squadra giovane quella del Colorado, con ben otto giocatori nati negli anni ’90, tra cui spicca uno dei più divertenti (se siete nostalgici della NBA degli anni ’80) della lega, quello Jusuf Nurkic che abbina un enorme talento a una assoluta non curanza del giocatore che lo marca, il tipico cestista da ‘rispetto per tutti, paura di nessuno’, chiedere a DeMarcus Cousins e Marc Gasol per ulteriori informazioni. Alle giovani speranze sono stati affiancati giocatori molto esperti come Mike Miller, Jameer Nelson, Randy Foye, J.J. Hickson e Darrell Arthur, che insieme a Wilson Chandler, uno dei più seri candidati al premio di ‘Sesto uomo dell’anno’, formeranno lo ‘zoccolo duro’ del team, andando a coprire le lacune dei più quotati compagni di squadra. Meritevoli di attenzione sono anche i due lunghi europei Joffrey Lauvergne e Nikola Jokic, entrambi in rampa di lancio nel mondo NBA. Come accennato all’inizio, però, le stelle più luminose sono Gallinari, Faried e Mudiay. Se Danilo non ha più nulla da dimostrare dopo l’ultimo Europeo giocato da protagonista e si appresta ad essere la prima ‘bocca da fuoco’ della squadra e per Faried vale quasi lo stesso discorso, Mudiay, al contrario, ha un bel peso da portare sulle spalle, quello di ex fenomeno high school che vuole prendersi la lega senza essere transitato dalla NCAA, preferendo al campionato universitario quello cinese per una stagione. Se ci riuscirà non sarà un bene solo per lui stesso, ma per tutto il team, che, dopo l’assenza dell’anno scorso, punta a tornare a giocare la post season.
L’uomo chiave – Dando per scontato Gallinari, che in questo momento è di gran lunga il giocatore europeo più completo in circolazione, l’uomo in più per questi Nuggets dovrebbe essere Kenneth Faried, ala di Team USA alla quinta stagione tra i professionisti, che con il suo atletismo e con la sua grinta potrebbe essere l’elemento di rottura degli equilibri dei match. Prendere rimbalzi non è importante, è l’unica cosa che conta.
Starting Five: Nelson, Mudiay, Gallinari, Faried, Nurkic.
Record previsto 2015/2016: 44-38
Record Preseason 2015/2016: 4-1