E pensare che all'inizio dei campionati europei pochissimi avrebbero puntato un dollaro sulla Spagna campione d'Europa, complici le pesanti assenze, in primis il forfait dell'ultimo minuto di Marc Gasol: ora, a sei giorni dalla finale di Lille, abbiamo ancora molto nitida l'immagine di Felipe Reyes che alza al cielo il terzo titolo europeo per le furie rosse.
Uno dei protagonisti della vittoria spagnola è stato Nikola Mirotic che, alla prima convocazione nella nazionale maggiore, è riuscito a vincere una medaglia d'oro bissando quella dell'europeo Under20 del 2011, dove portò a casa anche il titolo di Mvp della manifestazione. Quello del montegrino naturalizzato è stato un europeo non da stella assoluta, visto che ha alternato alti e bassi, con la seconda parte vissuta in costante crescita; nonostante non sia stato la punta di diamante della squadra di Scariolo, l'ala dei Chicago Bulls ha chiuso la manifestazione con 12.7 punti e 5 assist di media, secondo solo a Pau Gasol, autentico dominatore del torneo.
Questo oro significa tantissimo per il giocatore classe '91 che ha sempre avuto tante difficoltà con la nazionale maggiore: ad Eurobasket 2013 era rimasto a casa con Juan Antonio Orenga che aveva preferito convocare Xavi Rey e German Gabriel, al posto dell'allora stella del Real Madrid, che aveva chiuso la stagione precedente in maniera trionfale vincendo il campionato spagnolo e il titolo di Mvp della Liga. Stessa sorte gli era toccata lo scorso anno con i mondiali in casa dove Orenga lo lasciò a casa un'altra volta, preferendogli Serge Ibaka (per la regola dell'unico naturalizzato convocabile). Anche quest'anno non è stato tutto rosa e fiori, con un girone di qualificazione a Berlino particolarmente difficile per il montenegrino, reso ancora più complicato dalle tensioni nel post partita di Italia-Spagna; ma si sa, le vittorie aiutano a dimenticare.
Ora Mirotic è pronto per cominciare una nuova stagione e migliorarsi con i suoi Chicago Bulls, dopo una stagione, quella passata, giocata ad alti livelli tanto da essere inserito nel miglior quintetto dei rookie. Questa stagione sarà decisiva per la carriera del giocatore nativo di Podgorica, perchè la difficoltà maggiore sarà quella di ripetersi e mantenere il livello raggiunto per riuscire a fare un salto di qualità ed essere decisivo anche nella post-season, cosa che non è successa lo scorso anno, in cui Mirotic ha pagato il brusco scontro contro un territorio a lui sconosciuto, i playoff appunto, in cui non è riuscito ad esprimersi come nella seconda parte di regular season.
Le sue potenzialità sono immense e ampi sono anche i margini di miglioramento: l'impatto con il mondo Nba è stato più morbido di quanto ci si poteva aspettare, con un minutaggio sempre più in crescendo tanto che, sul finire della stagione passata, coach Thibodeau spesso lo preferiva a Joakim Noah nei minuti finali quando si decidevano le partite. Sarà da vedere quanto spazio Fred Hoiberg gli riserverà ma sicuramente la franchigia punterà su di lui ancora per molto tempo e lo dimostra il contratto da 5,5 milioni che percepirà la prossima stagione.
Chissà se questo sarà l'anno buono per la città del vento di riportare un titolo che manca dal 1998. Una cosa è certa: la coppia iberica Mirotic e Gasol vogliono ripetere quanto visto agli ultimi europei e cercare di andare fino in fondo anche al di là dell'oceano.