E' di poche ore fa la notizia, riportata per primo da Adrian Wojnarowski di Yahoo Sports, che Ty Lawson, dopo sei anni trascorsi ai Denver Nuggets, è stato coinvolto in una trade con gli Houston Rockets. In cambio della loro (a questo punto ex) point guard i Nuggets dovrebbero ricevere i contratti di Pablo Prigioni, Joey Dorsey, Nick Johnson, Kostas Papanikolau e una prima scelta protetta al prossimo Nba Draft. In realtà il futuro del veterano argentino Prigioni dovrebbe essere comunque lontano dal Colorado, dato che i Nuggets decideranno nelle prossime ventiquattr'ore se scambiarlo a loro volta o se trovare piuttosto un accordo per la risoluzione del suo contratto.
Si chiude così una vicenda che ha animato l'ultima settimana Nba, con Lawson arrestato per la seconda volta in pochi mesi per guida in stato di ebbrezza. L'episodio di Los Angeles ha convinto il frontoffice di Denver di liberarsi del proprio playmaker, i cui problemi con l'alcol avevano tuttavia concretizzato il rischio che non ci fossero franchigie pronte ad accoglierlo nelle loro fila. Invece Houston, che nella seconda parte di stagione ha avuto enormi difficoltà nella posizione di point guard ha azzardato la mossa, evidentemente non ritenendo Patrick Beverley all'altezza della situazione, quantomeno come titolare del quintetto dei texani. I numeri Nba di Lawson sono comunque importanti: nell'ultima stagione il ventiseienne Ty ha prodotto una media di 15.2 punti e 9.6 assist migliorando le proprie cifre dei primi cinque anni da professionista (14.2 punti e 6.6 assistenze il fatturato dell'intera carriera Nba).
I Rockets trovano dunque il playmaker che cercavano ormai da più di un anno, da quando l'esperimento Jeremy Lin si chiuse con un sonoro fallimento. Dopo essere stata a un passo dall'acquisire lo sloverno Goran Dragic nella sessione di mercato invernale (poi finito ai Miami Heat di Pat Riley), Houston ha dovuto affrontare l'intera postseason senza un vero e proprio direttore d'orchestra, date anche le caratteristiche della stella James Harden, molto propenso ad avviare l'azione offensiva con la palla in mano. Lawson non è un playmaker tradizionale, di quelli vecchio stampo e geniali nel mettere in ritmo i compagni di squadra, ma la sua aggressività nell'attaccare il ferro e i miglioramenti nel tiro da tre punti ne hanno fatto uno dei migliori giocatori nel suo ruolo, un gradino sotto ai fenomeni Paul, Curry, Westbrook, Irving, Wall, Rose e compagnia.
Resta da verificare appunto la compatibilità con James Harden, vero e proprio catalizzatore di gioco, realizzatore eccezionale e passatore fuori dal comune. A coach Kevin McHale il compito di trovare il modo di far coesistere giocatori per certi versi simili, ma dal temperamento diverso. Dopo aver perso Josh Smith, per lunghi tratti positivo durante gli ultimi playoff e ora accasatosi ai Los Angeles Clippers, i Rockets si consolano quindi con Lawson, per cercare di ripetere i grandi risultati del 2015: secondi ad Ovest in regular season e capaci di giungere sino alla finale di Conference contro i Golden State Warriors poi divenuti campioni Nba.
L'addio di Lawson a Denver era dai più dato come certo in questa estate di mercato. La scelta al Draft di Emmanuel Mudiay e i problemi extracampo del loro numero 3 hanno indotto i Nuggets ad optare per una trade. Da Houston sono ora in arrivo il lungo Dorsey, il veterano Prigioni (che tuttavia non dovrebbe far parte del progetto della franchigia del Colorado) e il giovane Nick Johnson (22 anni), play scelto da Houston alla numero 42 dai Rockets nel Draft 2014. Potrebbe essere lui il futuro di Denver nel ruolo, nonostante l'inesperienza a livello Nba faccia di questo talento da Arizona un'assoluta scommessa come titolare del quintetto della franchigia del Colorado. I Nuggets avevano già tentato di trovare una collocazione a Lawson nello scorso mese di febbraio, quando, secondo quanto riportato da Chris Broussard per Espn, l'allora head coach Brian Shaw aveva proposto agli Indiana Pacers uno scambio con George Hill, poi non realizzatosi.
Prosegue dunque la rivoluzione a Denver, con il solo Danilo Gallinari al momento punto di riferimento tecnico di una franchigia che si attesta ormai tra le ultime della competitiva Western Conference. La partenza di Lawson dovrebbe stabilizzare la posizione del Gallo - il Denver Post ha riportato pochi giorni fa la volontà del general manager Connelly di rinnovargli il contratto - nonostante sul nazionale azzurro siano stati documentati gli interessamenti dei Miami Heat e dei Boston Celtics.