Una partita con un 37,1% dal campo combinato tra le due squadre, errori su errori, palle perse banali e tiri sbagliati a ripetizione. Si arriva a un ultimo tiro, a un secondo e cinque decimi dalla sirena, dai supplementari, una piaga per due compagini in condizioni fisiche totalmente disastrose. Magari ci si arriva con 9/29 dal campo, 8 palle perse e dopo aver rischiato di sciupare tutto. Marcato da uno dei migliori difensori della lega. In una posizione scomoda per prendersi il tiro. Con il fiato di tutto il palazzo sul collo. Il destino ogni tanto però fa un rumore fin troppo piacevole. Swish. Ciuff. Scegliete voi. Fatto sta che il Re l'ha rifatto, un'altra volta, rimandando al mittente tutte le critiche che lo definivano "poco clutch".
LeBron James con il suo tiro ha portato in parità una serie bellissima, e ora ci si prepara a una gara-5 che a questo punto diventa pesantissima, che i Cleveland Cavaliers affronteranno tra le mura amiche della Quicken Loans Arena. Due gare allo United Center, due canestri sulla sirena: Derrick Rose per i Chicago Bulls aveva indovinato la tripla che aveva rotto l'equilibrio in gara-3, stavolta è toccato al 23 rispondere alla sua maniera: 86-84 recita il tabellone alla sirena, in favore di una Cleveland decisamente sotto tono, venuta però a galla nel quarto quarto.
L'inizio era stato anche abbastanza benaugurante per la squadra di Blatt, in controllo sin dalle prime battute, prima di cominciare a sciogliersi contro la scatola difensiva costruita da Thibodeau, che costringe i Cavs a cinque palle perse praticamente in cinque attacchi consecutivi. Rose e Butler ne segnano 18 sui 28 dei Bulls nel solo primo quarto, ma grazie al talento Cleveland resta a galla, solamente a -2. Chicago rimette la testa avanti nella seconda frazione, anche se non riesce mai davvero a staccarsi, arrivando massimo sul +8 prima di essere riavvicinata e sorpassata, andando all'intervallo lungo sotto di quattro punti.
Il terzo quarto è uno spettacolo di basket a tratti ignobile: il parziale è di 23-12 per i Bulls, la qualità degli attacchi è pessima. I Cavs in particolare tirano malissimo da tre (2/19 nei primi tre quarti di gioco) e anche con il 25% dal campo, subendo dunque la controrimonta guidata da Derrick Rose. I ruoli si invertono però nel quarto quarto, dove c'è, almeno all'inizio, un uomo solo al comando: J.R. Smith. Tre triple in fila, 11 punti su 13 totali arrivati nell'ultima frazione, prima di farsi da parte per lasciare il proscenio agli altri.
Il finale è thrilling: a 2 minuti dal termine, coi Bulls sotto di 6, Rose piazza la tripla, ma LeBron risponde col jumper che rimette Cleveland avanti di 5, prima che ancora l'MVP del 2011 segni due liberi che valgono il -3. Ancora James ne segna due, stavolta dalla lunetta, a 41 secondi dal termine. Ci pensa Butler a prendersi una tripla di soli attributi con 27 secondi da giocare: bersaglio. 84-82 Cavs. Time-out. Tre rimesse: quando arriva quella buona, LeBron riceve, ma commette fallo in attacco sgomitando su Dunleavy. Chicago non ha più timeout, ma Rose trova il varco ed appoggia il pareggio a 9 secondi dal termine. Anche Cleveland non può più fermare il tempo, e James va dall'altra parte a tutta velocità, cercando la penetrazione e subendo un probabile fallo di Noah non ravveduto e poi la stoppata di Mirotic, che la manda sul fondo. A quel punto Dellavedova rimette, la palla va tra le mani del 23. Il resto è già storia.