La sera del 4 aprile, al Lucas Oil Field Stadium di Indianapolis, andranno in scena le semifinali del torneo NCAA. Il 6 aprile, l’attesissima Finale nazionale. Un solo Head Coach avrà l’onore di tagliare l’ultima retina. Bo Ryan, John Calipari, Mike Krzyzewski, Tom Izzo, sono i quattro allenatori rimasti in gioco, ovvero il meglio che il College basket ha da offrire oggi. Vi spieghiamo subito il perché di questa affermazione: non possiamo prescindere da questi quattro uomini per trovare i motivi alla base del successo dei loro programmi di basket collegiale.
Cominciamo da Bo Ryan, l’unico fra questi a non aver ancora mai vinto un titolo NCAA. Capoallenatore dei Wisconsin Badgers dal 2001, ha condotto Kaminski e compagni alla seconda Final Four consecutiva. Nella scorsa stagione Kentucky la spuntò grazie al canestro decisivo di Aaron Harrison. Sabato ci sarà il rematch. Tutto secondo pronostico fino ad ora, dal momento che entrambe erano le favorite per vincere le rispettive Regions, così come lo era Duke. La vera sorpresa è la num.7 Michigan State.
Ma torniamo a Ryan: i Badgers sono titolari, secondo il sito KenPom.com, del miglior attacco per efficienza ponderata (cioè l’efficienza offensiva in rapporto alla qualità degli avversari), non solo in questa stagione, ma nella storia del sito. Una pratica dimostrazione si è avuta nella sfida delle Elite Eight contro Arizona (altro rematch della scorsa stagione): dopo un primo tempo equilibrato, Wisconsin è scappata via grazie alla prestazione inarrestabile dei suoi attaccanti più prolifici, chiudendo la pratica 85-78. Sam Dekker si sta costruendo una reputazione di clutch shooter in questo torneo; Frank “The Tank” Kaminski contende il titolo di giocatore dell’anno al centro di Duke Jahlil Okafor. Nigel Hayes, altra ala, è in predicato di compiere il grande salto fra i pro. Bronson Koenig ha sostituito l’infortunato Traevon Jackson (tornato da due partite dopo un’assenza di 19 match) come point guard titolare, guadagnandosi minuti importanti nel finale.
Abbiamo già detto, sin dal preview sul Torneo, che i Badgers hanno qualità sufficiente per poter far male ai favoritissimi Wildcats, ma c’è un problema. E quel problema si chiama difesa. Sia per quanto concerne le percentuali concesse agli avversari, sia per la mancanza di un vero rim protector, Wisconsin avrà grossi problemi contro Kentucky. Come se non bastasse, i ragazzi di Coach Calipari sono titolari della miglior efficienza difensiva ponderata dell’intera NCAA Div.I. Inoltre, gli imbattuti Wildcats, dopo la passeggiata alle Sweet Sixteen contro VCU, doppiata 78-39, hanno conosciuto la paura della sconfitta contro i Fighting Irish di Notre Dame, e ne sono usciti rafforzati. Sotto 66-64 nel rush finale, hanno ribaltato la situazione grazie al canestro di Towns Jr., alla gran difesa di Cauley-Stein sul pick&roll e ai due liberi decisivi di Andrew Harrison (in grado di segnare sette punti tutti dalla lunetta a fronte di zero canestri dal campo). Calipari è a due vittorie da quella che risulterebbe una stagione storica: dal 1976 (gli Indiana Hoosiers di Bob Knight) una squadra collegiale non chiude la stagione imbattuta, e 40-0 sarebbe un record ancor più roboante. Il Coach italo-americano (non l’unico a queste Final Four) è alla sua sesta presenza nell’ultimo weekend del Torneo, quattro con Kentucky (che allena dal 2009), una con UMass e una con Memphis (entrambe le stagioni furono successivamente revocate a causa di illeciti regolamentari riguardanti Marcus Camby nel primo caso e Derrick Rose nel secondo). Il titolo del 2012, alla guida della squadra che fu di Anthony Davis, resta l’unico in carriera per adesso. Brucia ancora la sconfitta nella finalissima dello scorso anno ad opera degli Huskies di Coach Kevin Ollie, neppure presenti al Torneo quest’anno.
Insomma, i Wildcats restano favoriti, ma Wisconsin ha più di una chance. Dall’altra parte altri due Coach provenienti da alberi genealogici con radici nel Vecchio Continente. Il polacco dei Blue Devils, noto a tutti come Coach K, anche capo allenatore di Team USA dal 2006, e l’italo americano Tom Izzo, deus ex machina degli Spartans di Michigan State.
Duke si presenta alla sfida di sabato come chiara favorita. Ma quest’ultima parola fa il solletico all’uomo dei miracoli che siede sul pino dall’altra parte. Tom Izzo, già campione con gli Spartans (di cui è Head Coach dal 1995) nel 2000, è alla sua settima Final Four. In ben tredici occasioni, record per il torneo NCAA, ha battuto avversari con una testa di serie superiore. Izzo sa come superare chi viene dato in vantaggio dai bookies alla vigilia. Come? Tutto passa da due aspetti fondamentali: difesa ferrea e responsabilità nei ruoli chiave (in altre parole, gestione dei possessi finali da parte della point guard di turno) quando c’è da vincere la partita. Solo in questo Torneo, Travis Trice, play titolare con attributi in the clutch, ha regalato giocate spettacolari che sono valse vittorie contro ben tre formazioni di ranking e seed migliore: al Round of 32 è caduta la numero 2 Virginia. Alle Sweet Sixteen è toccato alla n.3 Oklahoma.
Alle Elite Eight, al termine di una delle partite più belle del torneo, Louisville, n.4, che era stata in grado di battere NC State (squadra più in forma del Torneo) nel turno precedente, si è dovuta arrendere all’overtime. Continui capovolgimenti di fronte, disavventure ai liberi nel finale dei regolamentari (ha fatto notizia l’esilarante reazione del “tifoso” Magic Johnson al primo libero di Mathiang, centro dei Cardinals che ha poi sbagliato il secondo per vincere la partita) e un dominio netto all’overtime, hanno visto trionfare gli Spartans per 76-70.
Il quarto upset consecutivo, Izzo se lo giocherà contro un altro Coach leggendario. Krzyzewski è l’unico allenatore collegiale ad aver raggiunto (quest’anno) e superato le mille vittorie in carriera. In carica dal 1980 sulla panchina dei Blue Devils, ha condotto l’università con sede a Durham a 12, avete letto bene, 12 Final Four, con 8 chance di titolo in finale e ben 4 titoli (’91, ’92, 2001, 2010).
Il cammino di Duke è stato finora esaltante. Neppure Utah e Gonzaga sono riuscite a scalfire le credenziali del gruppo di Coach K, eppure avevano le armi per farlo. Gli Utes sono stati sconfitti per 63-57, grazie ad una prova maiuscola dell’altro freshman meraviglia Justise Winslow, autore di 21 punti e 10 rimbalzi. Gli Zags si sono visti asfaltare 66-52, grazie ad un secondo tempo praticamente perfetto dei Blue Devils, con Matt Jones che ha realizzato alla fine 16 punti, oro colato non essendo fra le prime tre opzioni offensive della squadra. Gonzaga ha avuto la sfortuna di incontrare la formazione che poteva metterla maggiormente in difficoltà in ottica matchup difensivi. Il centro polacco Karnowski ha chiuso la partita con 4 punti, 4 perse e 4 falli, dominato nel confronto diretto dal fenomeno Okafor, che ha poi aperto il campo ai canestri dei compagni, continuamente raddoppiato in marcatura. Wiltjer, ex campione quand’era un freshman dei Wildcats nel 2012, ha condotto i suoi con 16 punti (6/13 dal campo), ma senza mai dare l’impressione di poter offrire la spinta decisiva ai suoi. Neppure il figlio dello Zar Sabonis, Domantas, è bastato con la sua solita scintilla dalla panchina. La guardia Kevin Pangos ha concluso la sua partita con 4 punti e 3 perse in 40 minuti tondi sul campo, facendosi totalmente annullare sia da Quinn Cook che da Tyus Jones, autori rispettivamente di 10 e 15 punti (conditi da 6 assistenze per il freshman). Winslow ha fatto il resto, martellando la difesa avversaria con attacchi costanti in penetrazione: 16 alla fine per lui, con 6/6 dalla lunetta a testimonianza del suo stato di grazia. Servirà il miglior Winslow alle Final Four se Duke vuole vincere il quinto titolo della sua storia (che le permetterebbe di agganciare gli odiati cugini di North Carolina nell’albo d’oro del Torneo). L’ala dei Blue Devils si sta guadagnando la massima attenzione degli scout NBA con le sue prestazioni al Torneo, e c’è chi giura di considerarlo ormai un prospetto top-5 del prossimo draft.
Inutile dire chi sia la favorita fra Duke e Michigan State: abbiamo visto che con Coach Izzo non serve. Siamo invece certi della presenza assordante ad Indianapolis della migliore tifoseria organizzata del College Basket: gli Izzone, appunto (forti di ben 4000 iscritti). Gli Spartans contano di portare a tre il numero di titoli vinti, dopo lo storico successo della squadra di Magic (in finale contro Larry Bird e la sua Indiana State nel 1979) e quella di Mateen Cleaves e J Rich nel 2000.
Dall’altra parte i Wildcats vogliono superare quota otto titoli, dopo la delusione della scorsa stagione, per avvicinarsi al record di 11 di UCLA. Fra Coach Calipari e la seconda finale consecutiva ci sono, ancora una volta, Bo Ryan e i Badgers. Non sarà facile, affatto.
Aprile sarà l’epilogo di una spettacolare March Madness. Sinceramente, non vediamo l’ora di goderci queste Final Four. E voi? Per chi farete il tifo? Chi è la vostra favorita? Non dimenticate di restare sintonizzati su Vavel per scoprire insieme a noi chi vincerà il torneo collegiale 2015.
Stay tuned, stay mad, stay Vavel!