Gli Houston Rockets si affacciano a questo match mattutino schierando per la terza volta consecutiva Dwight Howard che scenderà in campo per oltre 18 minuti come aveva annunciato il suo coach Kevin McHale. I Washington Wizards, con un rimanente calendario che può essere definito "sorridente" provano a conquistare il fattore casa scavalcando i Toronto Raptors (con un vantaggio di sole 2.5 partite).
Il primo quarto di partita è alquanto maldestro e fa registrare un impietoso totale di 13 palle perse per le due squadre, 5 delle quali da parte dei texani in soli 4 minuti (ven 3 ad opera del solo Josh Smith) che tuttavia riusciranno a chiudere avanti 28-20 grazie proprio all'ex Detroit (12+5 nei primi 12 minuti) che sfrutterà gli ampi spazi lasciati in area dal team capitolino, che paga l'assenza ingiustificata in campo della sua stella: John Wall. Il secondo quarto prosegue sulla falsa riga del primo ed alla sua metà è da denotare come i tiri combinati di Bradley Beal, John Wall e Marcin Gortat assommino un ilare 3/17. Continua la buona prestazione di James Harden che silenziosamente monitora i suoi in una partita dal sapore di sonno la cui fortissima discriminante è la presenza sotto canestro: troppo spesso i lunghi della franchigia di Leslie Alexander si vedono liberi di fare ciò che vogliono nel pitturare e l'emblema di tale dato sono i 7 punti con il quale concluderà la partita Joey Dorsey, che non necessariamente ricorda Shaquille O'Neal lì sotto. La shot card parla chiarissimo: Houston tira quasi solo dall'interno con qualche sortita da dietro l'arco mentre gli Wizards si barcamenano con molti tiri e molti errori dal mid range, con un preoccupante quantativo di long two. In chiusura di secondo quarto la percentuale per il team di Wittman sarà di 37% con uno squilibrio "In the paint" di 32-18 in favore ovviamente degli Houston Rockets; da segnalare alla seconda sirena la ripresa di Wall che westbrookeggia con un rocambolesco 13+5+8 (con 3 palle rubate).
Il terzo quarto non è quello che svolta la partita ed anzi vede gli Houston Rockets ancora in controllo con scelte più sagge da parte degli avversari nel prendere tiri ed un accenno di rimonta che verrà subito spento. L'ultimo quarto inizia con un tentativo di ripresa grazie all'entrata di Otto-Porter Jr. che prova a dare una scossa alla partita grazie all'aiuto di John Wall ma i Rockets prenderanno ancora una volta il sopravvento con i canestri di Ariza, Harden e Brewer; si concluderà così una partita povera di emozioni e tecnicismi figlia probabilmente della svogliatezza di una mattinata non esattamente piacevole a Washington. I Rockets attentano sempre di più al secondo posto nella Wester Conference.