Tutti nella pre-season davano per favoriti i Cavaliers per la vittoria del loro primo anello NBA, ma per ora la stagione sta dicendo tutt'altro. Andiamo a scoprirne i motivi.
Innanzitutto se diamo uno sguardo al roster è difficile capire dove nascano i problemi, eppure il primo errore è stato commesso proprio lì: presi singolarmente i giocatori( Irving, James, Love, J. R. Smith, Shumpert e tutti gli altri) non ci sono speranze per le altre compagini della Lega di poter battere Cleveland. Ma visti nell'insieme, i Cavs sono davvero così temibili?
Ed ecco il secondo problema: la complementarietà. Ogni componente del roster si completa con le qualità e caratteristiche degli altri? Il parquet per ora ha risposto no: infatti in tutte le 38 partite fin qui disputate dai Cavs si è sempre notata una cosa e cioè che nessuno si muove fino a quando non ha la palla tra le mani rendendo ancora più difficile la realizzazione del canestro. Un modo di giocare completamente lontano dalla filosofia cestistica del coach David Blatt, che proprio nella sua ultima stagione, prima di passare in NBA, ha portato Maccabi alla vittoria dell'Eurolega, ribaltando tutti i pronostici grazie ad un gioco tanto spumeggiante quanto semplice sia in difesa che in attacco.
A dimostrare ancora di più la carenza offensiva e difensiva dei Cavaliers ci sono le statistiche: per ora la franchigia dell'Ohio risiede alla 6a posizione in classifica della Eastern Conference con un record di 19-19, dovuto soprattutto alle 8 sconfitte maturate nelle ultime 10 partite. Sconfitte che hanno fatto pensare ad un possibile licenziamento del coach, ma per evitare di mandare ancora più in confusione la squadra è intervenuto il GM David Griffin per riportare calma e tranquillità nell'ambiente.
L'unico che non ha mai deluso è stato Lebron James, che, fino a prima dell'infortunio, viaggiava a 25.2 ppg(2° nella Lega, dietro solo a James Harden). Ma può LBJ caricarsi da solo il team sulle spalle e portarlo alla vittoria? I quattro anni a Miami hanno detto di no. Il n. 23 di Idaho ha bisogno di buoni comprimari che completino alla perfezione il suo gioco.
Allora a questo punto coach Blatt deve porsi degli interrogativi e provare a dare delle risposte: imporre il suo sistema di gioco nel quale far rientrare James, chiedendogli un po' di sacrificio o dare direttamente a lui le chiavi della squadra? Ed in questo secondo caso come reagirebbero Irving e Love che verrebbero ridotti a semplici gregari? La soluzione è non essere eccessivamente dipendenti da LBJ ma cercare che lo stesso si completi col resto della squadra.
Certo il parquet fino ad ora ha detto che con il n. 23 in campo i Cavaliers anche senza offrire grandi prestazioni riuscivano a portare a casa il successo. Da quando invece hanno perso il loro punto di riferimento gli uomini di Blatt si sono sciolti come neve al sole, anche se Love ha provato a dare il suo contributo con 17.9 ppg, 10.4 rpg e 2.4 apg. Ci si aspetta un maggior apporto da Irving che fino ad ora ha viaggiato con 21 ppg e 5.2 apg, e dai due neo-arrivati dalla trade con New York, J. R. Smith ed Iman Shumpert.
Il prossimo match è stasera all'"Us Airways Center" di Phoenix contro i Suns di Jeff Hornacek: un'occasione di riscatto dopo la brutta sconfitta maturata a Sacramento, considerando che si avrà un James in più nel motore. Dopodichè i Cavs andranno allo "Staples Center" per sfidare le due franchigie di Los Angeles, per poi ospitare i Bulls in casa. Sfide fondamentali per capire dove possono arrivare questi Cavaliers.
Possono vincere già quest'anno il loro primo anello? Solo il parquet ci darà la risposta.